Booze and Glory, Urban Vietcong, The Ranx, Ostile, Mauri Clash@Decibel (Magenta, 7 ottobre 2017)

Finalmente ritornano in Italia i Booze & Glory, quando sono stati qua la primavera scorsa era un giorno infrasettimanale ed avevo 40 di febbre, non me li sono persi, ma non me li sono goduti, sto giro invece sono abbastanza in forma ed è sabato, ed i gruppi di supporto, come sempre, sono più che validi, quindi mi fiondo al Decibel in tempo per vedere Mauri in apertura, visto già mille volte ma le sue cover acustiche sono sempre magiche ed emozionanti, ripercorre 40 anni di storia del punk e la sua voce stupenda ci porta subito nell’atmosfera giusta.

Poco dopo tocca agli Ostile, gruppo Oi!core che ha esordito giusto una settimana prima, composto dalle belle facce che vediamo sempre ai concerti, la Dali pare così incazzata che se qualcuno non applaude scende dal palco e lo mena (e farebbe anche bene), sono solo al secondo live ma i palchi li conoscono bene, un buon rodaggio ed una forza esplosiva che sono certo incendierà parecchi palchi, supportare è un dovere morale.

Dopo un’eternità sale sul palco l’unico gruppo del quale non sapevo nulla, The Ranx da Torino sono senza dibbio interessanti e mi hanno incuriosito, 3 voci di cui due rappanti, l’altra pure ma intanto suona la chitarra e pare Tim Armstrong ringiovanito di 20 anni, basi gangsta e riff punk precisi, a tratti mi ricordano i Transplants, per quanto mi riguarda pollice in su e prometto che approfondirò l’argomento.

Penultimo gruppo prima del gran finale i miei adoratissimi Urban Vietcong, speravo di vederli con un po di ressa sotto al palco, ma stasera Magenta fa la preziosa e siamo purtroppo pochini a goderci il loro punk combattente, ci deliziano anche con qualche pezzo nuovo, non prima di sensibilizzare i presenti sull’alluvione di Livorno, sull’importanza della solidarietà, arrivata a per fortuna in maniera consistente e sul grandissimo lavoro delle Brigate di Solidarietà Attiva, che pensano molto poco all’immagine per dare tutto alla sostanza. Detto questo Bebe ed i ragazzi danno il 2000% e riescono a smuovere qualche culo infreddolito.

Tocca ai Booze & Glory, come sempre di poche parole e pochi fronzoli fanno gran parte di quella perla che rimane “Chapter IV”, che se per molti skin può risultare un’involuzione verso sonorità più distese, per me è un enorme passo avanti, ma non sono qui per fare una recensione, finalmente il pubblico si scalda un po, la sala non è piena ma si stanno divertendo tutti e ci si agita definitivamente sulle note di “leave the kids alone”, vero e proprio anthem del precedente “as bold as brass”, da li in poi un troiaio di stage diving, casse pericolanti e tutte le cose belle che vorrei tanto succedessero dalla prima nota del primo gruppo spalla…quando scocca la mezzanotte gira voce che sia il compleanno del gran visir SKAPPE (auguri di nuovo amico mio). La London Skinhead Crew si sta divertendo, o perlomeno da questa impressione e dopo l’ormai classico proclama contro il razzismo prima di “last journey”   la scaletta corre via sempre troppo veloce, menzione d’onore per la mia preferita in assoluto “carry on”, emozioni a fiumi, e nel finale il piccolo Roberto (non mi uccidere, ma eri senza dubbio il più giovane) sale di nuovo sul palco, così dopo aver fatto cantare 300 HC kidz sulle note di “Doc Marten stomp” coi Madball fa cantare 200 skinheads con “London Skinhead Crew”, e la serata si conclude nel migliore dei modi.

Solite bellissime facce a Magenta, sopra e sotto il palco, davanti e dietro al bancone, Bolzo e la Manu di Anfibio Records, tutti sempre sorridenti, ringrazio come sempre tutti per queste notti, e ringrazio sempre un po di più quel matto del Reb, la sua Out Of Control e tutto il Decibel.

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