DROPKICK MURPHYS: 11 Short Stories Of Pain & Glory

Tornano i Dropkick Murphys e lo fanno a distanza di 4 anni da “Signed And Sealed Blood”.
” 11 Short Storeis of Pain & Glory” è uscito a inizio anno per Born & Bred Records e, come suggerisce il titolo dell’album, si forma di 11 pezzi.
Nel complesso non posso dire che sono davanti a un disastro; sicuramente siamo lontani anni luce da capolavori quali “Sing Loud, Sing Proud” “Blackout”, ma sappiamo tutti che quei Dropkick Murphys sono morti e sepolti.
” 11 Short Storeis of Pain & Glory” ha poco punk rock al suo interno: Rebels With a Cause, I Had a Hat You’ll Never Walk Alone sono gli unici pezzi che ricordano veramente i bei tempi che furono dei DKM, mentre il resto delle canzoni presenti segue la via tracciata da “The Meanest of Time”  (2007).
Da sottolineare la ballatona Blood (non so quanto sia voluto, ma uguale alla Ring of Fire di Johnny Cash), i ritornelli che ti entrano subito in testa di Sandlot e il rock’n’roll divertente e tirato di Kicked To The Curb. Non mancano i consueti sing along (penso soprattutto a Playing My Way) e gli altrettanto consueti scambi di voce tra Al Barr e Ken Casey. Il finale spetta a Until The Next Time che più l’ascolto più mi chiedo se siano veramente i Dropkick Murphys…
Questo disco raggiunge la sufficienza solo perché la band di Boston è stata molto importante per me negli anni addietro, ma a livello di album possono fare molto di più. Anche se quei tempi sono finiti ormai da parecchi anni.

Tracklist:

1) The Lonesome Boatman
2) Rebels With a Cause
3) Blood
4) Sandlot
5) First Class Loser
6) Playing My Way
7) I Had a Hat
8) Kicked To The Curb
9) You’ll Never Walk Alone
10) 4-15-13
11) Until The Next Time

2 comments
  1. Non sono più quelli di una volta, definirli ancora punk (Oi! – Hardcore fate voi…) è una forzatura, vorrebbero avvicinarsi ai Pogues, ma sono lontani anni luce. Hanno fatto passare quattro anni per sfornare un album quasi insignificante…. A mio parere naturalmente. L’ultima canzone poi…..

    1. D’accordo con te.
      Per quanto mi riguarda l’affetto resta, però di album belli non se ne vedono da The Warrior’s Code

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