DWARVES + SVETLANAS – Punk Live Report al Freakout di Bologna

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La Firenze-Bologna? Un autostrada di merda, ma penso sia anche l’alternativa più fattibile per arrivare ad un orario decente al Freakout Club. Fatto sta che alle 19 insieme al mio fidato rodie Ricky, si percorre la famosa via Stalingrado, famosa quanto la route 66 (ma che cazzo stai dicendo), e lì proprio sotto il ponte, ambiente tipicamente rosso Bologna è situato il Freakout. Ovviamente da li in poi cominciano le consuete pippe mentali del tipo (è tardi…che figura di merda…),invece si arriva lì e ad aspettarci troviamo tre tipi, che dopo avergli chiesto info in merito, ci esortano “gentilmente” ad aspettare perchè ancora troppo presto. Dopo vari ringraziamenti e complimenti reciproci, con la coda dell’occhio noto una ragazza zoppicante in stampelle raggiungere un furgoncino sul lato del Club. Rapida riunione tecnica e si decide di avvicinarci piano piano al camperino, sdraiata sul posto di dietro, con arto inferiore dolorante in scarico, consolata dal resto della band, Olga degli Svetlanas. Sapevate che gli Svetlanas da 3 mesi hanno cambiato chitarrista? Ebbene si, si chiama Gianluca, un capellone da scena metallara, oltre ad essere una bravissima e disponibillissima persona, è stato lui a seguirci e farci da Cicerone quasi tutta la serata, sicchè non mi rimane che ringraziarlo di nuovo!!Ah i Dwarves?Nemmeno l’ombra, ma ci comunicano che sono a mangiare, allora ne aproffittiamo e decidiamo di andarci a fare una pizza anche noi.

Alle nove siamo di nuovo di fronte all’entrata del Freakout e rincontriamo di nuovo Gianluca, nel mentre iniziamo a notare un discreto numero di persone arrivare!!!Bene, ora non voglio e non posso spiegarvi cosa è successo in seguito, ma era da un mese che aspettavo questo concerto, ed era un mese che ci lavoravo su…alla fine chi se ne frega, paghiamo questo fottuto biglietto, facciamo la maledettissima tessera ed entriamo all’interno del Club, con gli Svetlanas già carichi sul palco, aprendo di fatto il concerto con “147 Voices”. Devo dirvi la verità, dal vivo sono una forza della natura, sarà la carica che trasmette Olga in tutte le sue mimiche facciali ipnotizzanti (vi dico solo che ci ha mandato a fare in culo una ventina di volte), sarà il capello volteggiante a briglia sciolta di Gianluca, sarà lo sguardo apatico monofacciale di Diste (per fortuna che dietro la batteria ci sa stare), sarà che il bassista (ora non ricordo il nome) se avesse avuto 3 bassi a portata di mano li avrebbe spaccati tutti e 3, sarà quello che cazzo volete, ma sul palco ci sanno stare, diamine se ci sanno stare. La scaletta, è stata eseguita a tutta birra, sembra quasi abbiano suonato 20 minuti, invece sono rimasti sul palco buoni 45 minuti, anzi ad un certo punto Olga nonostante l’infortunio è scesa giù e si è messa a cantare tra di noi “Sacrifice”, fortunatamente a nessuno è venuto in mente di pogare o di fare gesti inconsulti, non voglio immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Bellissimo l’ingresso tra la band di Nick Oliveri che impugnando il basso, si esibisce con gli Svetlanas intonando “Revenge”, traccia uscita con un 7″ in collaborazione con Dahlia. Fatto sta che verso la mezza fanno l’ultimo pezzo “GFYS” e salutano tutti introducendo sul palco i Dwarves.

Era il momento che tutti aspettavano, vedere i Dwarves salire sul palco nudi, accompagnati da belle Pussy tutte nude e tutti incappucciati. Le aspettative vengono confermate solamente da Oliveri, completamente nudo, qualcuno tra il pubblico cerca di imitarlo, ma dopo aver visto l’affare di Oliveri, umiliato ritira su le braghe e si allontana scontento verso il bancone ad offondare i dispiaceri nell’alcool, mentre una manica di donnine arrapate, sono tutte li sotto ad ammirare i muscoli/lo di Nick. La band è sfrenata e sempre oltre il limite, sinceramente ho iniziato ad apprezzarli un po troppo tardi, ricordo che li conobbi tramite le raccolte “Punk-o-Rama”, ed infatti appena hanno intonato “I Will Deny”, “Better be Women” e “Everybodies Girl”, il ritmo si serrava e diventava incalzante con pogate fuori dalla norma. Fantastico Dahlia, si è esibito in un stage diving per quasi tutta la durata di una canzone mentre cantava. Un concerto come quello del Freakout, ha la forza di scuotere anche chi non li ha mai sentiti in vita sua: della formazione originale c’è solo il cantante, Blag Dahlia, manca pure HeWhoCannotBeNamed, il chitarrista mascherato & nudo. Blag è ciò che si definisce un vero frontman: fin dalle prime battute aizza il pubblico, ci si butta sopra ed in mezzo, e tra un canzone e l’altra va avanti a colpi di “Yeah! Yeah!”. Intorno a metà scaletta, come vi dicevo prima, piazzano la doppietta “I Will Deny” – “Everybodies Girl”, per me è il momento migliore del concerto, con gente che vola ovunque, me compreso. Altri pezzi che ricordo: “Let’s Fuck” e “Back Seat Of My Car” di Blood Guts and Pussy, “Free Cocaine” e poi non ricordo, perchè non sono riuscito a prendere quella cazzo di scaletta, mi sembra poi che non abbiano fatto “Salt Lake City!”, o forse ero nel cesso.

Finisce qua, e dopo una roba del genere poco importa che il concerto non sia stato lunghissimo e che non ci sia stato spazio per alcun bis, pure perchè sono fuggiti fuori dal locale a fare cosa non lo so…le Pussy? Tutto sommato è stata una bella serata punkara e alcolica, dopo il concerto ci sè fermati come di consueto in zona merchandising per foto, acquisti e qualche chiacchiera, prima di partire alla ricerca di  quella autostrada maledetta direzione Bologna – Firenze e magari fermarci a un autogrill per una velove accoppiata pisciata-colazione, concludendo la serata.

 

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