EASTPAK ANTIDOTE TOUR 2006

Anche quest’anno l’Eastpack Antidote Tour passa dall’Italia, dopo una sola data l’anno scorso in quel di Bologna (con The Unseen, Randy, Flogging Molly, e Millencolin), si bissa quest’anno con altre quattro bands: se già l’anno scorso la qualità media delle bands era molto alta, anche quest’anno non ci si può certo lamentare: i Gogol Bordello sono reduci da un tour estivo fenomenale, che li ha portati a trionfare anche al Rock in Idro, Danko jones è ormai una certezza per tutti i rock’n’rollers che lo seguono da tempo; oltre a loro ci sono due ottimi newcomers…
Eastpak Antidote Tour

 Gogol Bordello + Danko Jones + Disco Ensemble + Bedouin Soundclash

16/11/06, Rolling stones, Mi

…la serata inizia molto presto, alle 19.45, quando salgono sul palco i Bedouin Soundclash. Il loro cd (recensito proprio recenemtente su Punkadeka) è stata una bella sorpresa per gli amanti di sonorità reggae e rock, salgono sul palco di fronte a un pubblico ancora scarso, ma che già dall’attacco di Murderer mostra di apprezzare il mix dei tre fenomeni.

Il loro concerto non fa che confermare la mia posizione riguardo ai suoni troppo rilassati sul cd, infatti dal vivo i tre pestano mica male, e il loro combat reggae risulta molto più dinamico che su cd…peccato per una scaletta che poteva sicuramente puntare su pezzi un po’ più movimentati, clamorosa esclusa Gyasi went home singolo e pezzo migliore dell’album. Si chiude il concerto con una medley di pezzi dei Clash risuonati in Bedouin Soundclash-style, tra cui Police and Thieves (si, ok non è dei Clash, lo sappiamo, ma la loro versione è più simile a quella dei Clash che non all’originale) e Guns of Brixton.
Bravi, ma da rivedere in un concerto loro con un po’ più di tempo a disposizione.
Altra new entry, dopo un’apparizione al Rock in Idro, sono i finlandesi Disco Ensemble…oddio, sinceramente non ho granchè da dire, la loro esibizione mi ha lasciato abbastanza freddo…il cantante ha una buona presenza scenica, è simpatico e probabilmente la gradazione alcoolica nel suo sistema circolatorio è abbastanza alta, però musicalmente non ho veramente niente da dire. Un rock un po’ punkeggiante, un po’ rolleggiante, con una tastierina infilata dentro giusto per dare un tocco un po’ strano, ma fino al pezzo finale Black Euro (mi pare di aver capito si chiamasse così) non ho avuto nessun sussulto, e il mio sguardo è corso abbastanza spesso all’orologio.L’organizzazione di palco stasera è ottima, e l’attesa fra una band e l’altra non è mai lunga o snervante, e in men che non si dica, calano le luci, appare il logo di Danko jones, e per la quarta volta riecco davanti ai miei occhi il folle canadese…parte a razzo con Sticky Situation, e Baby hates me, e una attaccata all’altra senza prendere un minuto di fiato spara le gemme dai suoi tre dischi: First date, Forget my name, Bounce fino alla chiusura con Sleep is the enemy e il solito, mitico, “discorso della montagna” in cui lui si colloca idealmente di fianco ai grandi miti della musica morti (da Joe Strummer a Johnny Cash). Non ci sono novità nello show di DJ, 4 concerti ho visto, ognuno sa cosa aspettarsi da un suo concerto: sudore, groove e follia equamente distribuiti dal palco a piene mani. Un altro trionfo del piccolo grande rock’n’roller.

Ho detto follia? La band che in questo momento più si merita l’appellativo di “folle” sono proprio i Gogol Bordello: ovunque vanno portano il loro folle circo gypsy-punk fatto di anarchia, pogo, ballo e delirio generale. Questa sera non farà eccezione.
Davanti a un Rolling Stones pieno zeppo, si celebra ancora una volta l’elogio del macello più assoluto, e sulle note saltellanti delle ormai grandissime hit Start wearing purple, Not a crime, 60 revolutions la schizofrenica Punk rock paranoia, Santa Marinella che provoca un’ovazione con le sue bestemmie in italiano…tutte le canzoni sono una scusa per il pubblico del Rolling Stones (tantissime ragazzine under 18 e donne over 30 sotto il palco) per esplodere in un ballo di S.Vito incontrollabile e in un pogo devastante.

Sulla conclusiva Baro Foro, dilatata all’inverosimile (20 minuti) Eugene Hutz fa il suo usuale crowd surfing in piedi sul tamburo tenuto in aria dal pubblico, mentre canta, il colpo d’occhio è allucinante…A fine concerto la band saluta e annuncia un prossimo ritorno (forse a Maggio) live dalle nostre parti, il boato della folla è assordante. Un altro rito trionfale è stato celebrato da questi nuovi eroi del punk zingaresco, andando via non posso che correre con la mente ai concerti degli Ska-P: stasera guardando dall’alto la reazione del pubblico a ogni gag della band, a ogni attacco di canzone, a ogni incitamento, sembrava di vedere la stessa band…entrambe le bands (e prima di loro i Mano Negra) hanno questa capacità di tenere in pugno una folla come se fosse formata da una persona sola e farla letteralmente andare fuori di testa, solo col potere del loro carisma e della loro musica.
Grandissima serata, appuntamento per l’anno prossimo.

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