ETRA: Promo

Quando lo ska si unisce al punk e al sano rock n’ roll, la miscela che si viene a creare è sempre esplosiva e l’atmosfera di festa è contagiosa. Il rischio però è sempre dietro l’angolo e cadere nel banale, quando si affronta questo genere, è piuttosto facile.

Ci vogliono idee innovative, originalità e una buona dose di tecnica per sfornare un buon prodotto e nel caso degli ETRA, queste caratteristiche non mancano.
La band lombarda, all’attivo da ormai sei anni, che ci sbatte in faccia un promo diretto e senza fronzoli, con tre brani tratti dal loro primo album, nei quali allegria e frenesia si mescolano a puntino.

Si parte a mille all’ora con la tiratissima Sin, Temptation & Pain, unico pezzo in inglese, che fa capire subito quel che andremo ad ascoltare: l’impatto è potente, le chitarre distorte si intrecciano bene con la voce di Renato, urlata e graffiante al punto giusto, ma capace di farsi da parte quando occorre, per dare spazio a interessanti assoli di tastiere (prima) e chitarre (poi). Il levare è coinvolgente e tiratissimo in un sound che vagamente ricorda i ben noti Shandon, ma che si fa ascoltare con piacere.

Sotto a chi tocca, in questo promo non ci si ferma un secondo e in un batter d’occhio ci si ritrova catapultati direttissima False verità: musica graffiante e testo in italiano che sembra essere più adatto alle caratteristiche del vocalist. Lo ska core di partenza fa davvero saltare e i fiati di Antonio e Matteo (in momentanea trasferta dai Giorno di Paga) creano una buona melodia scandita da una sezione ritmica aggressiva. Il testo è abbastanza curato e originale, ma è l’intreccio tra linea melodica e ritmiche a colpire maggiormente nel segno, con tirate di chitarra lunghe e dirette che si alternano a stacchi e pause di notevole impatto, che lasciano intravedere la buona capacità tecnica di tutti i musicisti.

Niente pause e se siete stanchi di far festa, non è il disco che fa per voi. Tocca infatti a Fino in fondo chiudere le danze: è il punk melodico a farla da padrone in questa last song, nella quale il levare ska-core ha lasciato spazio agli accordoni semplici e lunghi del sound californiano. Il pezzo è bello e diretto, ma a differenza dei due precedenti non impressiona in ricercatezza e innovazione. Il testo non eccelle certo in originalità, ma si sposa ottimamente con la melodia semplice e diretta che da sempre contraddistingue il nuovo punk delle coste californiane, chiarendo ben bene che questi ragazzi lotteranno fino all’ultimo per portare avanti il loro sogno.
Insomma un ottimo lavoro per una band che sta iniziando a farsi notare nel panorama “alternativo” e della quale, senza dubbio, sentiremo parlare parecchio.

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