FDP: Non Torneranno i Prati

Devo essere sincero, non conoscevo granché di questo gruppo veneto, scopro che sono attivi da una vita e che hanno suonato in un sacco di posti fighi, e scopro come sempre che era meglio conoscerli prima…”non torneranno i prati” è il loro 4° lavoro da studio e penso che sia un ottimo disco, un trionfo di punk-rock fine ’90 dalla fortissima matrice californiana che merita un’attenta analisi dei concetti espressi.
Partiamo subito a bomba con “rabbia, sapendo che il peggio deve ancora arrivare”, pezzi che parlano di ingiustizie e disagi, di stupido estremismo religioso e denuncia verso un paese che toglie ogni speranza a chi già ne ha poche e che ride di fronte a disgrazie come può essere il terremoto, spazio anche per l’amicizia e l’amore sofferto, e nel finale una salda presa di posizione sul concetto ormai abusato di “scena”, manco a dirlo mi trovo d’accordo con sti ragazzi al 100%.
Un disco tutt’altro che leggero, che mette in chiaro discorsi scomodi e lo fa senza filtri, immediato e diretto, cosa che apprezzo e personalmente lo trovo un gran lavoro sotto tutti i punti di vista; si sente forte e chiaro che la registrazione del disco è stata seguita da “qualcuno” di conosciuto in uno studio che ha sfornato alcuni dei migliori dischi punk mondiali, il suono infatti pazzesco e questo permette all’ascoltatore di apprezzare maggiormente gli sforzi dei ragazzi, e da ovviamente qualcosa in più al disco, ciò non toglie che gli strumenti li tenevano in mano i nostri FDP, quindi giù il cappello e godetevi sta bomba!
Produzione a cura di Teste Ribelli Records, registrato, mixato e masterizzato da Andrew Berlin e Jason Livermore al Blasting Room di Fort Collins.

01. visione

02. kamikaze

03. specchio

04. paese morto

05. vegetale

06. non torneranno i prati

07. questa volta

08. attimo

09. trema la terra

10. attitudine

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