FILIPPO ANDREANI: Il Secondo Tempo

Inizia con la calda e calma voce di Valerio Mastandrea che ci introduce in quello che da li a poco esploderà ne il secondo tempo, seconda fatica “elettrica” di Filippo Andreani, quarto album in totale per il cantautore comasco sempre accompagnato dai Linea, che non scopro solo oggi che sono grandissimi musicisti e dal fratello Fabio alla batteria, che molti di voi si ricorderanno negli Atarassia Gröp; qui Filippo ha rallentato un attimo il ritmo senza perdere la carica dell’ottimo lavoro precedente ed ha fatto un disco ricco di emozioni, di Roma, Zena e Torino, di calcio quello vero e di amore. Eccolo qui il ragazzino di 40 anni che sogna di giocare con Moretti, Signorini ed Alfredino, e ricorda sopra una saltafoss un calcio migliore e più genuino, nell’immaginario dove le partite finiscono 37 a 29, ma la sua poesia non si ferma al pallone, non solo a quello giocato almeno, e nel disco magistralmente illustrato da Osvaldo Casanova troviamo una serie di poesie che sono di fatto dediche fatte col cuore e la passione di chi ha vera, pura e semplice ammirazione per chi è dentro la sua canzone, ammirazione per un prete di strada che se ce ne fossero 10 come lui sarebbe tutta un’altra cosa, e come se nulla fosse mi sono trovato con gli occhi lucidi ad urlare che i Boody Riot non moriranno mai, e c’è tanto spazio per l’amore, quello bello ed incondizionato che si ha per una figlia, la piccola Mia, secondogenita di casa Andreani, così come quello tra due ragazzi (si, Aldo e Lucia sono ragazzi!) che si tengono sempre per mano. E ancora tanti riferimenti a quel calcio che non esiste più, il grande Torino, che logicamente non ho mai potuto vedere dal vivo e che nessuno vedrà mai più, se non dagli spalti del cielo, e c’è quel ragazzo di Belfast col numero 7 che faceva impazzire tifosi, portieri e baristi, e Michele Moretti, difensore per vocazione, già conosciuto nello split a 3 lati con Path e Zerocalcare, qui riarrangiato (pezzo presente solo su CD). La musica che raccoglie questo gioiello, beh, è una confezione di quelle che hai paura a rompere tanto sono belle, si va dai ritmi pop e leggeri al rap, dal rock ai pezzi solo con violoncello e pianoforte ad accompagnare la voce, senza dimenticarsi che tutti hanno Joe Strummer che li guida da sempre.

Chiude il capolavoro la voce di Ezio Vendrame con un discorso da pelle d’oca, anche io ti avrei scelto tra Mazzola e Rivera.

Tantissime le partecipazioni, Lalla francia e Antonio Martinelli ai cori, Chiara di Benedetto al violoncello, Carlo Gaudiello al pianoforte, Sandokan al trombone e arrangiamento fiati, Giovanni Todaro alla tromba, Maurizio Gregori al sax tenore.

Prodotto e arrangiato da Guido Guglielminetti, pre-produzione presso PSR studio di Peveragno (CN), registrato presso Edac Studio di Fino Mornasco (CO) da Davide Sala e Andrea Fognini, mixato e masterizzato presso Macinarino Recording (AR) da Lorenzo “Moka” Tommasini e Guido Guglielminetti.

Fotografia di Stefano Disgrazia (Disgrazia prod.), illustrazioni e progetto grafico di Osvaldo Casanova.

tracklist:

A1. Il Primo Non Esiste (Intro feat. Valerio Mastandrea)
A2. Santandrea
A3. Il Cielo Di Superga (feat. Eugy – Bull Brigade)
A4. Ninìn (feat. Militant A)
A5. Firmato Beppe Viola
A6. Il Figlio di Anna Best
B1. Mia
–. Michele Non Saluta (bonus track solo su CD)
B2. Come Se Nulla Fosse (feat. Klaxon ed Eugy)
B3. Aldo E Lucia
B4. Il Ragazzo E Il Capitano (basso Guido Guglielminetti)
B5. Il Primo Non Esiste (Outro, feat. Ezio Vendrame)

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