GOOD RIDDANCE: My Republic

A tre anni di distanza da “Bound by ties of blood and affection” ritornano sulle scene i Good Riddance con una nuova formazione (il ritorno di Sean alla batteria) e un sound decisamente più melodico rispetto al recente passato. I Good Riddance sono stati per anni tra i migliori esponenti del melodic hc (anche se melodic non lo sono mai stati veramente) californiano e per cui l’attesa era tanta per questo ritorno.

Il sound di “My republic” è sicuramente più vicino al Punk Rock / Melodic Hc di band come Tsol e Bad Religion che non quello della old school. Molte volte la gente pensa che quando una band ha una sterzata cosi decisa verso la melodia essa diventi per forza sinonimo di monotonia ma in questo caso non è cosi: la potenza che li ha sempre contraddistinti è presente in tutte le 14 tracce sebbene in esse, devo riconoscere, manchi quella cattiveria e quelle linee melodiche graffianti tipiche della voce di Russ.

L’album sicuramente è registrato molto bene e si sente anche la mano del grande Bill Stevenson. I Good Riddance sanno sicuramente come confezionare ottime Punk rock song (“Uniform” o “Tell me why” potrebbero entrare benissimo in un loro best of) ma devo ammettere che da grande fan un po’ di amaro in bocca questo album me lo ha lasciato.

Delle loro sfuriate Hc sempre presenti nei loro dischi in “My republic” non se ne vede traccia, Russ è incredibilmente migliorato nelle linee vocali che però sembra abbiano appiattito la sua voce e non sia più in grado di graffiare come un tempo. Insomma, mancano tutti quei particolari che ci facevano amare i Good Riddance.
D’altra parte però bisogna riconoscere che se questo disco mi fosse arrivato da qualsiasi altra band si sarebbe preso molti elogi: registrazione perfetta, ottime liriche, potenza e melodia che si fondono a perfezione, l’unico problema è che dai Good Riddance ci aspettiamo tutti quanti di più. Il problema in effetti non penso che sia il disco, di per se buono, ma il gap tra quello che noi fans ci aspettavamo e quello che poi la band ha inciso (non perdetevi l’intervista a Russ che andrà online tra qualche giorno ove risponderà a tutte le nostre perplessità).
Se mi dovessero chiedere quale album dei Good Riddance consigliare, la mia scelta cadrebbe sicuramente su “Operation Phoenix” o “Ballads from revolution” ma di sicuro “My republic” non è un album da disprezzare.

Doveroso sottolineare la presenza di due tracce cd-rom ove sono presenti un video live della band tratto da una live performance di Santa Cruz e un video della Peta (associazione animalista) che fa riflettere molto sulle condizioni degli animali di allevamento.
Voto: Razionalmente 7 ½ Emotivamente 6 –

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