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LESTER AND THE LANDSLIDE LADIES: Estranged in Ladyland

Avevamo già incrociato la strada di Lester e dei suoi Landslide Ladies in occasione dell’uscita dei suoi tre cd contemporanei (un triplo cd sotto mentite spoglie), ma stavamo ancora aspettando un cd vero e proprio di inediti con cui presentarsi all’universo, e questo “Estranged in Ladyland” è un ottimo biglietto da visita per continuare la “conquista del mondo bettola dopo bettola” come recita la loro bio. I riferimenti musicali sono sempre quelli dello scorso album, a volte ci si sbilancia più sul lato Ramones, a volte salta fuori un riff decisamente à-la Kiss (di cui il chitarrista Vinn è maniaco), a volte spunta fuori una melodia degna del miglior glam anni ’70…su tutto svetta la voce da stupendo perdente alcolizzato di Lester, degna di comparire a fianco di gente come Tyla e Spike nell’olimpo dei cantanti con la voce resa roca da alcool e sigarette. Ma vediamo più da vicino il disco. Quand’è l’ultima volta che vi siete veramente commossi con una canzone? L’ultima volta in cui ascoltando una canzone vi è spuntata una lacrimuccia all’angolo dell’occhio strappandovi un sorriso? Per me la risposta è semplice: quando ho ascoltato “A drug i can’t deny”, seconda traccia di quest’album. Una canzone che arrangiata da un pezzo grosso e data in pasto a qualcuno come Springsteen, farebbe urlare di gioia stadi interi…o ancora la conclusiva “For the Ramones”, ormai pezzo forte dei live della band e vera e propria dichiarazione d’amore per i quattro finti fratellini newyorkesi. In mezzo ci sono 11 canzoni delle quali almeno 4 potrebbero rilanciare la carriera in dirittura d’arrivo di qualche rottame glam o punk, o che potrebbe dare il calcio in culo definitivo alla carriera di qualche promettente rocker americano che non sta andando da nessuna parte. Il problema di questo cd è proprio questo: Lester e Vinn sono una coppia di autori musicali che potrebbero scrivere hit per chiunque, ma i Landslide Ladies sono una band tanto stabile quanto l’equilibrio psichico di Lester, e infatti la formazione cambia ogni 10 minuti circa…questo purtroppo si sente, quindi ad una qualità assoluta delle canzoni, fa da contraltare una parte ritmica poco dinamica, e piuttosto ripetitiva. Sono pressochè sicuro che con una formazione più fissa e più partecipe del lato creativo, il buon Lester otterrebbe dei gran vantaggi…detto questo, quasi ogni album ha la sua pecca e direi che quella di questo Estranged in Ladyland è assolutamente trascurabile. Per info su come recuperare il cd: [email protected]

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