ME FIRST AND THE GIMME GIMMES: Blow In The Wind

Il supergruppo -annovera infatti al suo interno membri di Swingin’ Utters, Nofx, Lagwagon e Foo Fighters (ex No Use for a Name)- torna a farsi vivo, al solito esclusivamente su disco e al solito esclusivamente con cover. Il periodo “preso di mira” stavolta sono gli anni ’50 e, soprattutto, gli anni ’60. E sarà forse che il periodo è per me più congeniale degli altri affrontati dalla band nei precedenti lavori, ma questo disco è per me illoro migliore. Una cover della “Blowin’ In The Wind” di Bob Dylan messa in apertura non sarà un caso, ed infatti le altre tracce sono tutte a livelli stellari, complici una voce veramente bella e duttile e degli stumentisti dialto livello. Se vi piace l’hc melodico difficilmente potrete trovare di meglio, anche in virtù del fatto che si tratta di riletture di brani che con il genere non hanno niente a che fare. Si passa così dai Beach Boys di “Sloop John B” ai Beatles di “All My Lovin'”, con in mezzo citazioni deiClash (London Calling) nell’incipit di “Eleanore” ed una “Wild World” di Cat Steven completamente trasformata. Sicuramente una eterogeneità nelle sceltedi questi 13 brani che diventa omogeneità (e non ripetitività) nelle riletture, tanto intelligenti ed azzeccate da far apparire i brani quasi deipezzi propri. E che la formula funziona lo dimostrano anche le vendite dei precedenti album, per la cronaca intorno alle 100.000 copie, sicuramente niente male per un side project nato tanto per divertirsi! E finché il giocodura a me sta bene, anche perché dischi come questo ci ricordano come il punk (in particolare quello americano) sia anche, e soprattutto, divertimento ed ironia. Che l’ironia sia poi il filo conduttore di tutto lo si può capire anche quando, per descrivere un disco di cover, il gruppodichiara che “giunti al terzo album siamo molto migliorati in fase di songwriting”; sono proprio matti questi californiani!

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