PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

NITROJUICE

Sono una delle realtà più promottenti della scena italiana e con il loro primo ep “Dark Room Vernissage” si sono fatti notare all’attenzione del grande pubblico. Loro si chiamano Nitrojuice e provengono dal profondo sud d’Italia.

Conosciamoli un pò più da vicino e sentiamo un pò cosa hanno da dirci.

Incominciano l’intervista con delle rapide domande a bruciapelo : Chi e “che cosa” sono i Nitrojuice?!

Sandro: i nitrojuice sono parte del mio dna!

 

Andrea: Sa! hai cominciato l’intervista nei migliore dei modi!?!

sono quattro ragazzi molto amici tra di loro, che hanno avuto voglia di suonare in un gruppo e continuano ad averla dopo 9 anni.

 

Ho notato una certa differenza tra il vostro primo demo di due canzoni, molto potente e diretto, rispetto a “Dark Room Vernissage” in cui avete un sound decisamente più melodico e tendente verso l’emo. E’ una mia impressione o concordi con me?

Andrea: Non so. La differenza tra i due prodotti credo stia nelle chitarre meno metallare. Abbiamo suonato solo con il gain della jcm, perchè ci piaceva cosi. E’ stata la prima volta che lo abbiamo fatto ed è successo proprio mentre registravamo, rischiando di rovinare tutto. Non credo che suoni più melodico. E’ solo più scarno, vintage. Poi alla fine non è che stiamo a parlare di grandi produzioni. Ci abbiamo speso 700 euro in tutto e la voce l’ho dovuta registrare tutta in una giornata e in fatti si sentono certe steccate ogni tanto. Poi abbiamo inserito due brani vecchi fatti nel 2000 e quelli suonano abbastanza infantili. Forse è per quello che ti sembra piu melodico.

 

Sandro: all inizio  tendevamo ad avere un suono piu potente perchè in quei periodi si ascoltava piu hard core quindi  si apprezzava piu quel genere … ma poi col passare degli anni  molte cose sono cambiate sia all’interno dei nitro che nelle nostre teste.

 

Sinceramente ho trovato degno di nota il vostro primo ep ma non mi ha convinto per quanto riguarda l’originalità poichè in questo periodo il genere emo – post/hc è molto in voga e sembra quasi che sia una moda effimera come lo era lo skate-punk cinque anni fa o un paio di anni fà lo ska. Purtroppo non sono riuscito a capire se il vostro è un sincero amore verso le radici di questo genere o avete cercato solo una scorciatoia al successo. Non vi siete attenuti forse un pò troppo ai canoni della attuale scena americana?…concordi con me per quanto riguarda la mia considerazione sull’emo o hai un’altra teoria?!

Sandro: per molte cose il nostro ep è molto scontato .. e di questo ne siamo consapevoli, ma in fondo un minimo di originalità c’è!

certo, in questo momento l’emo è uno status per persone modaiole,  onestamente anche noi ci siamo fatti trasportate  da questa scena per un lungo periodo, ma certe cose non ci hanno toccato più di tanto. quello che facciamo viene dal profondo dei nostri cuori e soprattutto da un amicizia che ci lega sin da piccoli.

 

Andrea: Abbiamo smesso di suonare hc alla kid dynamite nel ‘98, perchè ci piacevano le sonorità di album come clumsy dei samiam o dear you dei jawbreaker. Poi siamo stati fermi un pò e nel 2001 abbiamo iniziato a suonare di nuovo ed ora la gente ha iniziato ad accorgersi di noi. All’inizio eravamo contenti ora siamo sommersi di dubbi e in effetti quest’emo è un’altra bella moda del cazzo! Ed è troppo patetica!  Comunque si vedrà più avanti, allo sciogliersi della neve…

 

Voi provenite da una zona d’Italia solitamente anonima per quanto riguarda la scena punk ma che da un pò di tempo a questa parte invece si sta segnalando per la continua uscita di buone produzioni. Come mai il punk ha messo cosi tanto tempo per arrivare fino al “profondo sud”?

Sandro: come si  sa già il sud è stato sempre penalizzato per molti aspetti, ma in qualche modo  ci sono persone che  hanno saputo fare la differenza, gente capace di uscire fuori dagli schemi di questo paese, quindi anche nel piccolo qualche  situazione  si creava e si crea. 

 

Andrea:   secondo me è quasi il contrario. Certo, non mancano i gruppi ma adesso la scena in Puglia è quasi morta, prima invece era viva più che mai. Ti faccio un esempio: c’era un festival che si teneva ogni estate alla masseria Maizza a Fasano. Era bellissimo. Due giorni con grandi band e tanto divertimento. Sandro non lo ricorderà visto che era sempre steso ubriaco per terra sulla discesina sterrata che portava alla zona distro!?!

 

Io sono “terrone” come voi e sono sempre molto orgoglioso quando vedo gente della mia terra uscire fuori dagli ambiti locali. Pensi che sia più difficile per una band del sud trovare il proprio posto al sole in una scena dominata da simpatici “polentoni” del nord?

Andrea: Se il gruppo spacca, non ci sono ragioni che lo tengano bloccato. Certo costa solo un pò di più. Le volte che siamo andati in tour fuori Italia prima di arrivare a milano passavano 10 ore e 150 euro tra autostrada e benzina. Insomma un pò demoralizzante da questo punto di vista.

 

Sandro: Esatto, mi hai tolto le parole dalla bocca!

 

E’ palese il diverso atteggiamento che si ha al sud rispetto al nord verso la musica in generale. Che differenze avete notato tra suonare al sud, al nord e nei paesi del nord dove recentemente siete stati in tour?

Andrea: Mi sembra che, con le dovute eccezioni il pubblico, sia più caloroso al sud. Ma tutto sommato per quanto riguarda il nostro genere musicale e i nostri concerti, la situazione è praticamente la stessa in tutta Europa. Poca gente!

 

Sandro: Ma io non ci faccio caso. Vivo l’esperienza del tour dando tutto il mio cuore e i miei sentimenti. Ogni sera incontro gente fantastica con cui parlare e nn me ne frega se mi ascoltano una o diecimila persone.

 

Andrea: Sì esatto, hai ragione! Alla fine io mi diverto sempre e comunque.

 

Quando si pensa musicalmente alla vostra ridente regione, la Puglia, vengono in mente soprattutto la Pizzica tarantata e ultimamente il reggae grazie a band come i Sud Sound System…quali sono i vostri rapporti con questa musica?!…è stato quindi più difficile per voi affermarvi in un tipo di società ancora legata alle tradizioni antiche?

Andrea: Il nostro rapporto con questa musica è praticamente nullo. Ed è impossibile negare la merda che si è creata intorno al raggamuffin delle dancehall. Niente contenuti, canti vuoti per gente persa fino all’alba tra vino ed erba. La pizzica poi è un altro aspetto del Salento da dimenticare.

Del resto comunque si sa che spesso la globalizzazione porta all’effetto contrario.Ovvero all’esaltazione di localismi e tradizioni che diventano pericolose nel momento in cui finiscono nelle mani sbagliate. E allora ecco la pizzica tra fascisti e ultranazionalisti che fanno paura per l’arretratezza delle loro menti.

Non ci siamo affermati. Se devo trovare le mie radici nel Salento che tutti stanno conoscendo negli ultimi anni, preferisco rimanere sradicato.

 

Sandro: Non conosco nessuno de sta gente qua però alla fine alle sagre e alle dancehall ci vado lo stesso.

 

Andrea: Beh, solo perchè sennò non hai un cazzo da fare e rimani solo a contemplare il mare con una birra in mano!?!

 

Se dovessi fare una classifica dei cinque album che ti hanno aperto la mente musicalmente parlando, chi citeresti e perchè?

Sandro: Tutto quello che ho ascoltato, ascolto e ascolterò. Non ne faccio classifiche sennò dovrei metterci dentro anche Hey ya degli outkast!

 

Andrea: Esatto! alla fine la ballavo sempre nel tour bus e i coffee apprezzavano le mie sculettate.

 

Tutte le band hanno come minimo nel cassetto il sogno di dividere il palco con una band che ha segnato la loro vita, per quale band vorresti aprire e quale ricordo hai legato ad essa?

Andrea: Potrei dirti i fugazi, ma mi vergognerei a suonare prima di loro e quindi preferirei starmene buono in mezzo alla gente.

 

Sandro: Boh suono e basta! magari un giorno mi ritroverò ad aprire per Ligabue!

 

Per concludere ti lascio questo spazio per salutare i lettori di Punkadeka e lasciare ai posteri il Nitrojuice pensiero.

Andrea:  fate l’amore e non la guerra!

 

Sandro: ciao a tutti e godetevi la vita!

 

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