NOFX: Never trust a hippy

Parafrasando (non me ne voglia) Remarque direi “niente di nuovo sul fronte Nofx”. Ecco ritornare in pista la celebre punk band, in Italia forse proprio la più celebre, capitanata dal famelico Fat Mike. Come detto in precedenza in questo Ep non troverete assolutamente nulla di nuovo o che non sia stato già sentito nei loro precedenti 10 album e 6 Ep.

A riguardo, sia ben chiaro che il sottoscritto non sta dando alcun giudizio di merito essendo anche lui un fan dei Nofx, sto solamente dicendo che in “Never trust an hippy” trovate il classico sound, le classiche accelerazioni, il solito Cali-punk che da sempre li caratterizza, niente di più niente di meno.

I Nofx li ho sempre considerati il gruppo commerciale più indipendente della scena: le loro musiche orecchiabili e dirette hanno, è inutile dirlo, un grande effetto sul pubblico. Come suonatori magari non saranno i migliori sulla piazza (non a caso Matt Freeman ha deriso il ciccione nello split con i Rancid) ma hanno una capacità incredibile di creare ottime melodie e saperle confezionare proprio come l’ascoltatore vorrebbe.

L’Ep contiene 6 tracce, di cui 2 dal loro full length in uscita il prossimo mese, e oltre a 2 chicche acustiche/alternative (“Marxist Bros” – You’re wrong”) non vi è null’altro di rilevante da segnalare. Si può quasi dire che sono diventati come i Ramones: una volta scoperta la formula magica bisogna riproporla all’infinito. Interessante vedere come si divertano a rispondere a distanza (negli ultimi versi di “Marxist brothers”) a chi in precedenza si era divertito a sbeffeggiarli pubblicamente (“Rock for sustainable capitalism”)

Poi di cose di cui parlare ce ne sarebbero, si potrebbe magari pensare che questo Ep è del tutto inutile visto che il cd esce il prossimo mese e quindi è esclusivamente una classica rabbinica operazione commerciale (ma quando mai! I Nofx che fanno una cosa cosi?!) o che questo è il classico Ep che poi andrà a riempire la nuova compilation che la Fat Wreck magari ha già inciso. A pensare male si fa peccato ma a volte si ha ragione.

Prima di concludere un piccolo appunto sulla copertina. Indubbiamente anche questa volta hanno tirato fuori il loro lato ironico e molto punk, bravo ciccione cosi si fa! Però, permettetemi di usare le pagine di Punkadeka.it a mò di “C’è posta per te” per una volta, lasciatemi inviargli un consiglio spassionato: se ancora non hai pensato alla copertina del prossimo album prendi le vignette sul mondo islamico, li saresti ancora più punk! Troppo facile e scontato far ironia sulla chiesa cattolica non credi?! Dimostra quanto sei punk a tutto il mondo, dimostra di essere Punk almeno quanto il nostro Calderoli!

Voto: 6 (se vi piacciono vi continueranno a piacervi, se vi fanno cagare continueranno a farvi cagare)

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