NON TOCCATE MIRANDA: 7 Obstruction

Mi dispiace ragazzi ma in questa recensione non troverete molto di nuovo rispetto a ciò che già circola sul gruppo in questione e se si pensa alle critiche positive che gli sono valse non può che essere una tranquillizzante assicurazione.
Posso aggiungere però che i Non toccate Miranda li ho apprezzati davvero specie quando li vidi live e iniziai a interessarmene.

Per la prima volta ho la fortuna di non dovermi ricordare i titoli dei brani essendo in questo caso semplicemente numerati 001-008 :”the 7 obstructions” il concept album che si basa sul film del danese Lars von Trier che in Italia è uscito come “le 5 variazioni”, la cui visione è consigliata a chi vuole capirne di più .
Dopo due demo e un mini cd , la Synaptic Reecords ha deciso di appoggiare questi quattro pugliesi e il loro hardcore melodico che si basa su l’intreccio tra cantato pulito e pesante metalcore dalle linee postpunk .
Ricordo ancora di averli visti dal vivo e di essere rimasta stupefatta dall’energia che può scaturire l’insospettata frenesia di Mirko sul palco ( anche se chi avuto a che fare con pugliesi ne conosce la vitalità) e di aver al contempo capito quanto siano fieri dei loro tour, ultimo dei quali in Ex-jugoslavia. Per la formazione originale del 1998 con 2 vocalist non ci sono rimpianti perché la band ora è compatta e di certo in ascesa : alle volte non si può non andare fieri di sfornare gruppi come i N.T:M.

Ad eccezion fatta per l’intro di 3 minuti che presenta “l’essere umano perfetto”, le 7 ostruzioni a seguire paiono realmente un’unica traccia , in quanto la partitura non fa che ripetersi consecutivamente .
Cambi impressionanti di ritmo già dalla prima che spara hc a palla per poi cullare la musica in una versione piuttosto “clean”; che alle volte scade un po’ nel cantilenante : ma in fondo è l’unico appunto .
Solo la 5 inizia in melodico , alternata a urla sostenute , e appare interessante specie per il lavoro di batteria coordinatissimo con gli altri strumenti che termina tra le parole dell’omonimo film .
L’intero album trasmette una certa nostalgia ma in conclusione quell’accumulato senso di angoscia si dilegua pur come lasciando qualcosa in sospeso.
Il mio augurio per il gruppo non può che essere quello di non restare sospesi ma di diventare una certezza nella scena italiana.

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