Quattro chiacchiere con i SEMPRE PEGGIO

Visto che hanno pubblicato da poco il loro primo full-lenght andiamo a fare qualche domanda ai milanesi Sempre Peggio, diventati in un anno o poco più un gruppo seguitissimo ed amatissimo in tutta Italia e non solo.

-Ciao ragazzi, benvenuti e grazie per la pazienza, come va? Facciamo una presentazione del gruppo e raccontateci un po come vi siete conosciuti.

Ciao a tutti, i Sempre Peggio nascono nell’autunno del 2015 da un’idea di Pietrone, un nostro amico che dopo le prime due o tre prove ci ha lasciati a causa della mancanza di tempo per seguire il progetto. In sostanza ci siamo trovati a voler dar vita a un gruppo che facesse Oi! alla vecchia maniera, quindi grezzo e senza troppi fronzoli, anche perché qui a Milano era parecchio che nessuno teneva alta la bandiera del genere. La composizione della band è venuta fuori abbastanza casuale tra una chiacchiera e l’altra, e Marra a parte, la cosa divertente è che abbiamo tutti scelto di suonare uno strumento che fosse diverso da quelli che avevamo suonato nelle nostre esperienze precedenti. Io sono passato al basso dopo aver sempre suonato la chitarra e Tadzio che aveva suonato sempre o basso o chitarra è passato alla batteria, strumento con cui aveva iniziato a suonare in gioventù. Marra ha suonato tra gli altri con Gradinata Nord e Death Before Work, io ho suonato con RFT e Logica di Morte e nella lista dei settanta gruppi in cui ha suonato Tadzio ci sono Skruigners, Komplott e Holy. Ste che con il tempo è diventato una delle due voci della band invece è alla sua prima esperienza.
Per quanto riguarda le modalità con cui ci siamo conosciuti si dividono tra ambiti musicali e politici, tutti abbiamo sempre fatto parte del circuito punk hc DIY milanese, suonando, organizzando o da semplici frequentatori dei concerti. Ste poi è uno skinhead di vecchia data con cui si è condivisa la militanza nelle lotte cittadine e nei collettivi antifascisti dai tempi dell’O.R.So. Insomma abbiamo sempre fatto parte più o meno attivamente dei circuiti dell’autogestione cittadina.

-So che è passato un anno e ve l’avranno già chiesto in 1000, ma perché “Sempre Peggio”?

Hahahahah… guarda in realtà il nome è talmente autoesplicativo che sei il primo che ce lo chiede. Volevamo un nome forte che avesse un certo impatto e quando Ste se ne è uscito con Sempre Peggio ci è piaciuto subito. Una delle alternative era scegliere un nome che avesse un qualche legame con la città e avevamo pensato a Su de Doss, che in milanoes significa una roba tipo “mollami”, ma Sempre Peggio ci è sembrato da subito perfetto. C’è da aggiungere che a un anno di distanza più che un nome sembra una dichiarazione di intenti e ogni tanto un po’ una croce, ma direi che rappresenta degnamente lo spirito del gruppo. Non ci prendiamo troppo sul serio e penso che questo sia anche una delle cose belle di tutta questa esperienza.

-Un anno pieno di concerti, tantissimi km e, presumo, tantissime situazioni, qual’è stato il momento migliore, il più emozionante, o anche il più assurdo?

Riguardando a questo primo anno in effetti siamo stati fortunati a fare tutto molto in fretta e bruciare le tappe, complice il fatto che il grosso di noi arrivava da progetti musicali abbastanza strutturati e sapeva come ci si muove in questi ambiti. Mettici che abbiamo avuto la fortuna di essere molto prolifici soprattutto i primi mesi e considerando che negli anni abbiamo costruito rapporti e relazioni con compagni e compagne in tutta Italia non è stato difficile suonare un po’ in giro. In più è anche un bel periodo per tutto il giro Oi! Streetpunk in cui si respira coesione e voglia di sbattersi. Non potremo mai smettere di ringraziare i Bull Brigade che ci hanno preso sotto la loro “ala protettiva” fin dall’inizio dandoci la possibilità di suonare in un sacco di situazioni davvero belle condividendo palchi e trasferte insieme, e anche questo ha sicuramente pesato tanto. Un momento migliore è difficile da scegliere, anche perché sono state tantissime situazioni uniche e irripetibili. Sicuramente la palma dell’assurdità la vince a mani basse il tour che abbiamo fatto in Puglia, 5 giorni davvero no stop in posti che amiamo e in cui abbiamo trovato quell’amicizia e quell’entusiasmo che ci hanno sempre fatto amare questa terra speciale… quando siamo tornati a Milano la sensazione era stata di essere stati in giro un mese!!

-Ed il più difficile?

Il ritorno da questi 5 giorni!! Hahahahaha… penso che abbiamo avuto tutti il bisogno di non vederci per almeno una settimana. 😀

-Vi ho scoperti solo ad inizio gennaio 2016, quando il mio amico Alex Alesi mi ha chiesto se vi conoscevo, e vi ho visti la prima volta al Cox 18 coi Bull Brigade e Gli Ultimi. A parte che è stata una serata folle già di suo, mi ha colpito tantissimo la partecipazione in massa di tanti vecchi skin, oltre a quelli della nuova generazione, quella che poi ha di fatto contribuito a far tornare la gloriosa S.H.A.R.P. Milano, poi avete suonato anche alla loro festa, cosa ne pensate di questo (graditissimo) ritorno?

La serata in Cox18 è stata davvero memorabile per mille motivi, uno di questi sicuramente la presenza di così tanti amici e il clima di presa bene che si poteva respirare. Vedere sotto il palco tutte quelle belle teste pelate dei tempi d’oro della scena milanese è stata una ulteriore “benedizione” che abbiamo sentito e di cui siamo stati molto fieri. Con la rinascita della S.H.A.R.P. si è ricreato un filo conduttore, una sorta di continuità con quella che è stata l’esperienza della realtà skinhead a cavallo tra gli anni 90 e gli anni dell’O.R.So. e questo serviva alla nostra città. Era già da un po’ che si era ricreata una scena animata da una nuova generazione di skinheads e il fatto che questo abbia portato all’esigenza di ricostruire un gruppo in cui identificarsi e costruire iniziative anche di carattere politico è stata la sua bella e naturale evoluzione. Come già sottolineato precedentemente c’è un bel clima, e in questo entusiasmo c’è tanta strada da fare. Noi partecipiamo alle attività della S.H.A.R.P. e portiamo il nostro contributo, e di questo andiamo fieri.

-Parliamo un po del disco appena uscito, e che sto recensendo in sti giorni, potete darci qualche piccola anticipazione? Ci saranno ospiti?

Il disco che è appena uscito è una bella fotografia di quello che è stato questo primo anno di attività della band. Ci saranno i pezzi che abbiamo scritto per il primo demo che è girato in free download e altri sei brani che abbiamo scritto nel frattempo. Ci sembra di avere realizzato qualcosa di coerente con le caratteristiche del gruppo, sia a livello musicale sia per quanto riguarda i contenuti. Registrarlo è stato un piacere, anche grazie a tutte le persone che lo hanno reso possibile. Gli ospiti sono i balordi del giro punk e skins di Milano che hanno portato il loro impareggiabile contributo nei cori che sentirete sull’album. Oltre a tutti i nostri pezzi originali c’è anche una cover di un gruppo basco, gli Hell Beer Boys che abbiamo tradotto e riarrangiato a cui teniamo molto perché parla di amici e compagni che purtroppo ci hanno lasciato. Per il resto troverete spero il solito carico di energia grezza che ci contraddistingue da quando abbiamo iniziato a suonare.

-Ho sentito il primo pezzo (“miglior nemico”, potete vedere il video ufficiale qui), a parte la bellezza del video DIY che apprezzo sempre tantissimo, mi sembra davvero un gran pezzo, chiaramente una provocazione “ignorante” che contiene un messaggio forte e chiaro, parliamone

L’idea di Miglior Nemico è venuta a Tadzio e io, che solitamente mi occupo della stesura dei testi, l’ho subito accolta con entusiasmo. Ci abbiamo messo un po’ a definirla e ultimarla, ma devo dire che il risultato ci ha sicuramente soddisfatto. Volevamo scrivere un pezzo che in sostanza parlasse dei boneheads in modo schietto e un po’ fuori dalla solita retorica, e credo che l’atteggiamento del coglionarli in questo modo abbia funzionato, mettendo in luce le ipocrisie e le contraddizioni che caratterizzano il loro mondo che disprezziamo. La scelta di farne anche il nostro primo video, girato peraltro al primo festival della rinata S.H.A.R.P., era un modo molto chiaro per far capire da che parte siamo schierati e quello che pensiamo di questi personaggi, e di quanto siano patetici.

-A chi vi siete affidati per questa prima uscita su supporto fisico? Che se non sbaglio uscirà in vinile + cd.

Il disco uscirà co-prodotto da noi e da Anfibio Records al 50% e saranno 500 copie di cui 100 in versione rossa con cd allegato. Siamo molto contenti della partecipazione di Christian a questo nostro primo album e speriamo che tutti apprezzeranno la scelta di farlo uscire in questo doppio formato.

-tasto dolente: situazione della scena punk nostrana…io non la vedo così catastrofica, chiaramente c’è da lavorare, ma voi come la vedete?

Guarda, da parte mia devo dire di essere molto più ottimista di quello che si vuole pensare. Per quanto riguarda la scena meneghina credo che gli ultimi anni siano stati quelli in cui si è respirato davvero un clima di unità e si può finalmente parlare di scena. L’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione, se da una parte ha tolto un po’ di romanticismo al nostro mondo, dall’altra ha permesso di potersi coordinare più facilmente e ora si vedono i risultati. Il progetto utopistico di non accavallare serate di cui parlavamo tutti fin dagli anni 90 oggi a Milano è oggettivamente una realtà, e questo è un ottimo passo avanti. Forse prima c’erano più spazi sociali che all’interno dei propri collettivi avevano persone che seguivano il circuito del punk e organizzavano concerti e festival, oggi invece ci sono collettivi che si coordinano e si appoggiano agli spazi chiedendo la disponibilità ad organizzare robe. Le 5 Giornate DIY di Milano che sono arrivate quest’estate alla seconda edizione sono la dimostrazione di questo entusiasmo e di questa bella energia. Per il resto la scena Oi! mi sembra forte come non era da anni e anche lì vedo uno spirito di cooperazione e condivisione che mi sembra la strada giusta per continuare a costruire iniziative.
Il mondo del punk hardcore DIY e dell’Oi! ha sempre avuto le sue fasi, in alcuni momenti più forti in altri più deboli… la realtà è che tutto sommato in Italia ci sono spazi occupati e autogestiti dove poter suonare un po’ dappertutto nonostante gli sgomberi e la repressione, e vedo un sacco di collettivi animati da persone di 20 anni con un sacco di voglia di fare. Si può certamente migliorare, ma penso che quella attuale sia una fase carica di energie positive.

-spazio libero, diteci quello che volete!

Sbattetevi: se dove siete non ci sono spazi per suonare o costruire aggregazione fate in modo che questi nascano. Occupate posti, create i presupposti per cui autogestione e aggregazione esistano. Occupatevi delle vostre città, togliendo agibilità a razzisti e fascisti e portate energie alle lotte. Non lasciate mai spazio alla rassegnazione, combattete per cambiare il presente, nessuno lo farà al posto vostro, e quando lo farete vi renderete conto che in tutte le difficoltà che la realtà ci mette davanti troverete qualcosa di contagioso in questa energia e troverete dei compagni di strada. E imparate a farlo nel rispetto di chi avete intorno, sostenendo e supportando chi le cose le fa, che gli scazzi e le cancrene inutili che ciclicamente si creano nei nostri circuiti non servono a nessuno. L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona.

-Vi ringrazio tantissimo per questa intervista, ci si vede presto sotto qualche palco!

Grazie a te! Ci si vede presto… 😉 Oi!

 

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