ANDEAD: Old But Gold

Social Distortion + Jessica Hernandez & The Deltas + Johnny Two Bags, 23-04-2015, Live Club, Trezzo Sull’Adda (Milano)

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Il 23 aprile 2015 rimarrà per sempre un giorno importante per il sottoscritto: è infatti il giorno in cui ho visto per la prima volta i Social Distortion in un contesto che non sia uno stupido festival “all’italiana”.
Ma andiamo per ordine.
Il loco è quello del Live Club di Trezzo Sull’Adda, un locale coi controcazzi nel quale avevo già visto i Bad Religion lo scorso anno; sul palco saliranno i leggendari Social Distortion, in occasione del tour dei 25 anni del s/t, i mai prima d’ora sentiti Jessica Hernandez &  The Dealtas e Johnny Two Bags.

Il Live Club sarà sold out, quindi decidiamo di partire presto per evitare spiacevoli sorprese.
Condividiamo il pomeriggio coi tanti amici giunti da tutta Italia per assistere a questo evento più unico che raro, ma è già giunta l’ora di entrare.
Dopo una breve fermata al merch dove notiamo con piacere che una maglia costa 30 euro e una felpa ne costa 50, il primo a salire sul palco è Johnny Wickersham, a.k.a. Johnny Two Bags, chitarrista dei Social Distortion dal 2004 (oltre che ex chirtarrista di U.S. Bombs e Youth Brigade), con il suo progetto acustico.
Partendo dal presupposto che non sono il primo fan dell’acustico (riesco ad ascoltare solo Chuck Ragan, l’ex Tom Gabel e il compianto Tony Sly), devo ammettere che i pezzi proposti da Johnny mi piacciono molto e sono il giusto antipasto ai SxDx….

…..se non fosse per Jessica Hernandez & The Deltas.
La band di Detroit, guidata dalla reincarnazione di Amy Winehouse, mi lascia sconcertato. Per carità, niente contro di lei o contro gli ascoltatori della sua musica (una sorta di Pop mischiato al Garage e al Soul, peraltro ottimamente cantato dalla frontgirl), ma cosa c’entra coi Social Distortion? Si è vero, chi mi conosce sa di quanto sia ottuso musicalmente parlando, ma un breve scambio di pareri coi miei compari scaccia anche l’ultimo dei dubbi sul fatto che magari il problema sono io che non vado oltre al punk-rock: Jessica Hernandez c’entra in questa serata come io c’entro con la Chiesa… E con questo ho detto tutto.

Dopo 40 interminabili minuti, ecco finalmente giunta l’ora dei Social Distortion.
Dopo una breve intro, Mike Ness, Johnny Wickersham, Brent Harding e Dave Hidalgo Jr. attaccano con una So far Away da urlo. La prima parte del concerto è interamente incentrata su “Social Distortion”, che proprio quest’anno festeggia i 5 lustri: si susseguono Let It Be Me, Story Of My Life, Sick Boys, Ball And Chain (decisamente rallentata rispetto alla versione da disco, ma ancora da pelle d’oca), It Coulda Been Me, She’s A Knockout, A Place In My Heart Drug Train.
La seconda parte del concerto è in parzialmente rivedibile. Sorvolando le bellissime Cold Feelings, Machine Gun Blues, 99 To Life Gimme The Sweet And Lowdown, a distanza di giorni sono sempre qui a chiedermi: ma perché la cover dei Rolling Stone? Intendiamoci, pezzo bello e magistralmente eseguito, ma se al posto di questo mi avessero fatto 2 tracce a caso di “Sex, Love And Rock’N’Roll” o una I Was Wrong, o una Prison Bound, o una Mommy’s Little Monster di certo sarei stato più contento. Ma si sa, Mike Ness è uno che ci tiene alle sue origini e gli si può perdonare anche questa.
Il tutto si conclude con Ring Of Fire (che fa letteralmente impazzire i presenti) e la meravigliosa Don’t Drag Me Down.

Sudati e felici ci apprestiamo ad uscire dal Live Club, ma il nostro buonissimo umore viene in parte incrinato e rattristato dalla notizia che subito dopo il concerto un gruppo di maledetti nazi ha assalito e picchiato alcuni ragazzi di Bologna, mandandone uno all’ospedale. Siamo alle solite….
Detto questo vorrei concludere con la musica.
Il concerto di Trezzo Sull’Adda mi ha dato l’ennesima conferma di come i Social Distortion siano, a mio parere, una di quelle band che, se esistesse un Dio, dovremmo ringraziarlo tutti i giorni con preghiere e sacrifici in suo onore.
Non vedo già l’ora di rivedermeli headliner al Groezrock, magari con una seconda parte di scaletta, per quanto possibile, migliore.

Foto by Matt Murphy

7 comments
  1. Riguardo la setlist ho pensato la stessa identica cosa.Il fatto che abbiano eseguito dai miei tre album preferiti(Mommy,White Light e Sex,Love..)solo una canzone mi è un pò dispiaciuto,però devo ammettere che ascoltare per intero l’album omonimo è stata una bella emozione.Non ci resta che aspettare un’altra data in Italia per sentire altre canzoni !

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