STREET BEAT FESTIVAL 2003 

11 Aprile 2003 – C.S.O.I.A “Villaggio Globale” Ogni concerto della Banda Bassotti è un evento e solo chi ha mai assistito ad un loro concerto può capirlo. Quest’anno, più di altri, lo Street Beat Festival è stato pregno di significato vista la situazione politica internazionale e italiana in particolare.
L’emozione che la Banda Bassotti riesce a trasmetterti è qualcosa di indescrivibile, i loro non sono concerti ma sono delle feste dove ci si ritrova per divertirsi, riflettere e non dimenticare tutti i nostri fratelli morti sul campo. Ai loro concerti si trovano tre o quattro generazioni diverse, unite dalla comune rabbia e voglia di cambiamento. Mi è capitato di vedere una simpaticissima coppia di anziani che cantava le canzoni a squarcia gola come tutti i ragazzi presenti, loro che hanno vissuto la guerra, visto la morte con i loro occhi e che hanno lavorato per darci a noi un paese migliore ma che non hanno ancora perso la voglia di lottare. Vedere questa sterminata folla di gente che canta appassionatamente le canzoni di lotta con il pugno chiuso alzato è un emozione incredibile perchè ti fà capire più che mai che uniti possiamo cambiare questo mondo e possiamo creare finalmente un mondo fatto di pace e giustizia e dove possiamo vivere in pace insieme ai nostri fratelli cinesi, iracheni, cileni, africani . Il primo giorno del festival ad aprire le “ostilità” sono i  Betagarri, ska/punk band basca, che con tanta buona volontà cercano di far scaldare la platea ancora non numerosissima. Mi confermano la stessa impressione che mi avevano dato all’ascolto dell’album: una buona band alla quale però manca quel qualcosa che riesce a trasformare un buon live set in uno spettacolo vero e proprio. Non dimentichiamoci però che la lingua non giocava dalla loro parte visto che il basco non è di certo una delle lingue più musicali esistenti al mondo viste le sonorità molto dure e aspre che lo contraddistinguono. Tutto sommato però un buon live set coronato da “Bandiera Rossa” e da “Bella Ciao”. Dopo sarebbe stato il turno degli Obrint Pass ma si erano persi per lo stivale (alle 10 erano ad Arezzo) e quindi sono saliti sul palco i Brahman . Questo è il secondo anno che partecipano allo street Beat e quindi già conosciuti dal pubblico. Sinceramente in questa cornice non erano il gruppo più indicato però ci mettono tutta la grinta possibile e grazie anche ad una gran tecnica riescono a farsi apprezzare con un hardcore a metà strada tra il giapponese e il NY style. Verso mezzanotte l’apice della serata con la Banda Bassotti che sale sul palco davanti ad una folla di circa 6000 persone (la metà rispetto allo scorso anno ma le date erano duplici nella capitale quindi era anche calcolabile il calo di pubblico). L’intro è “Figli dell’Officina” che fa scoppiare nell’arena un tripudio di pugni chiusi e bandiere rosse al vento. Picchio all’inizio del concerto è un pò freddino e impiega un paio di canzoni per scaldarsi e dare il meglio (o peggio) di sè sul palco. A ritmo serrato ripropongono tutti i loro successi vecchi e nuovi facendo anche pochi pezzi tratti dall’ultimo album “Asi es mi vida” . Il loro è stato un vero e proprio show di alta qualità e il pubblico non si è certo fatto pregare per partecipare con canti, cori e balli. Dopo circa due ore e le immancabili “Figli della stessa Rabbia” e “All equal for the laws” lasciano il palco dando appuntamento per “Bella Ciao” all’indomani. L’ultimo gruppo a salire sul palco sono stati gli Obrint Pass, band che noi di Punkadeka.it eravamo molto curiosi di vedere e sinceramente ne è valsa più che la pena. Il loro album ci aveva veramente sorpreso perchè era un ska-punk molto particolare poichè oltre alla sezione fiati vi era un flautello che rendeva i loro ritmi fantastici. Purtroppo si sono trovati ad esibirsi ad un’ora tarda e davanti ad un pubblico esausta dopo la Banda e quindi non sono stati apprezzati pienamente ma loro sono stati invece veramente incredibili. Le loro canzoni parlano di politica e lotta in modo intelligente e coerente senza slogan o facili attacchi personali a differenza di un’altra blasonata band spagnola attualmente in tour in Italia. Un ottimo live show il loro e un ottimo disco e consiglio a tutti i promoter e distro di prendere questa band perchè ne vale veramente la pena. Verso le 3 la musica finisce e la gente defluisce verso l’uscita ma con la testa già al giorno dopo.   12 Aprile 2003 – C.S.I.O.A. “Villaggio Globale Roma Con le ossa rotte per il giorno prima ma con tanta voglia di divertirmi arrivo alla tenda Boario ove stanno suonando già i Rude bones. Purtroppo a differenza delle altre band che mi avevano confermato le stesse impressioni che mi avevano dato sull’album loro mi deludono profondamente perchè non riescono a riportare live il loro ska-core fatto di continui cambi di ritmo e di una sezione fiati notevole. Non riescono nemmeno a coinvolgere il pubblico romano storicamente caldo anche verso band sconosciute. Un’oretta discreta ma che di sicuro non ha lasciato il segno. Dopo di loro è stato il turno dei Mongol 800, band che in Giappone ha venduto più di 2 milioni di copie con il loro precedente album. Il loro è un trio veramente fenomenale perchè tecnicamente sono dei grandissimi artisti ma ciò che doveva essere il loro pregio alla fine è anche il loro più grande difetto poichè si perdono spesso in tecnicismi e assoli inutili che alla lunga stufano il pubblico. Da sottolineare la voglia di comunicare del cantante che inspiegabilmente si mette alla fine di ogni canzone a parlare con il pubblico italiano che giustamente non lo può comprendere e rimane a dir poco interdetto. Con il solito intro arriva la Banda Bassotti sul palco e più che il giorno prima ci danno veramente sotto con gli strumenti. Picchio oggi è veramente fuori di sè e non la smette mai di saltare da una parte all’altra del palco cantando a squarcia gola i loro brani. Oggi doveva essere il giorno in cui presentavano i nuovi pezzi in una sorta di Banda Bassotti & Friends e così è stato. Hanno partecipato quasi tutti, dai  Seanchay & Unity Squad nei due pezzi Irish al batterista dei Negu Gorriak che ha sostituito il batterista della Banda nelle ultime canzoni ove Picchio ha anche fatto la cover di “Zu atra parte” dei Negu Gorriak. Il concerto è stato un continuo alternarsi di pezzi nuovi e pezzi storici ai quali la gente sinceramente partecipava con più veemenza. Suggello delle due serate è stato ovviamente la splendida “Bella Ciao” che ha chiuso nel migliore dei modi con tutti gli ospiti sul palco questo spettacolare festival della Gridalo Forte. Una cosa si impara dai loro concerti: ragazzi, uniti nessuno ci potrà mai sconfiggere perchè i nostri cuori sconfiggeranno sempre i loro dollari. ONORE A CHI LOTTA!!

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