THE SLACKERS

Sebbene molti pensino che lo Ska ormai sia un genere musicale in netto declino c’è qualcuno che dimostra che sia ancora vivo e vegeto e soprattutto goda di ottima salute. Gli Slackers, tra i massimi esponenti dello ska contemporaneo, ne sono appunto la conferma Vista la loro imminente partecipazione allo Street Beat Festival 2005 abbiamo voluto scambiarci quattro chiacchiere in loro compagnia.

E’ un piacere ragazzi per noi intervistarvi ma soprattutto avervi allo Street beat festival 2005! Per iniziare potresti presentarci la band.

Dave Hillyard: Beh gli Slackers sono Vic Ruggiero alle tastiere, Marcus Geard al basso, Jay Nugent alla chitarra, Ara Babajian alla batteria, Glen Pine al trombone e il sottoscritto Dave Hillyard al sax

Come definiresti il vostro sound?

Dave: Siamo una band americana che dopo aver sentito e amato la musica Jamaicana ha deciso di fonderla con le proprie radici americane che sono R’n B, Rock and roll classico, soul etc etc.

Quali band hanno influenzato di più la vostra musica?…e parlando di generi: lo ska original con il reggae foundation o lo Ska 2Tone?

Dave: Entrambi i tipi di ska sono stati importanti per noi. Se dovessi andare cronologicamente però devo dire che mi sono avvicinato prima al 2Tone e poi al Reggae. Ora però devo dire che ascolto molto di più l’original piuttosto che il 2Tone anche se rimane componente importante della nostra musica.

Perchè hai iniziato a suonare questo musica cosi particolare? Ti ricordi quando e perchè decidesti di suonare Ska?

Dave: Beh, mi innamorai dei “The Beat”molto tempo fa. Quando ho sentito per la prima volta il sassofono di Saxa pensai subito che fosse la cosa più bella avessi mai sentito. Ne fui ossessionato da allora, alcuni potrebbero dire impossessato. Prima di allora non mi era mai passato per la testa di fare il musicista nella vita, ma il sassofono e lo ska hanno cambiato la mia vita! Grazie al sassofono e alla mia band sono riuscito ad uscire da una noiosa realtà urbana e vedere il mondo e cosi cambiare la mia visione della vita.

La musica Ska possiamo dire è stata la prima musica fatta e amata da bianchi e neri allo stesso modo. Pensi che lo ska abbia ancora questo significato o sia diventato solo una moda come qualsiasi altra musica?

Dave: Non penso che lo ska sia stata la prima musica veramente inter-razziale. Gia la musica jazz nel 1920 aveva iniziato questo processo di fusione. Penso che tante persone siano impaurite dalla musica perchè una volta che la crei qualcun’altro poi puoi impararla e restarne influenzato. Cosi però è anche facile che grazie alla musica si riesca a superare le barriere razziali. La musica può superare tutti i confini. Può essere una grande forza di libertà per il mondo come ad esempio lo fu il 2-Tone. Lo furono band come “Sly and The Family Stone” o Jack Teagarden e Louis Armstrong. Per questo motivo tanti politici sono impauriti dal potere della musica. Quando riesce ad accomunare persone di differenti razze, quando superi i confini di classe, regala una forte esperienza comune che porta al dialogo e al rispetto. Però ora molto ska è purtroppo apolitico. Da un certo punto di vista è abbastanza patetico vedere come sia entrato nella logica corrente. E’ diventato una musica felice per bere in compagnia e farsi un balletto allegro. E’ triste soprattutto perchè la maggior parte delle band nemmeno si ponga questo problema ma pensi solamente ad utilizzare le classiche sonorità Ska infarcendole di testi vuoti e stupidi che sono solo merda. Questa “terza ondata” di ska mi fa venire molta voglia di suicidarmi e di smettere con questa musica. Però penso che questo sia solo il riflesso della decadenza della società moderna in cui viviamo.

Ultimamente avete un pubblicato un nuovo live-album. Perchè avete deciso di incidere un nuovo live-record sei anni dopo il primo “Live at the Ernesto’s”?

Dave: L’opportunità ci si è presentata e ci è sembrata una buona cosa. Abbiamo avuto la possibilità di mettere su una buona incisione della serata e allora il bar Ernesto si è prestato al nostro caso. Penso che la dimensione live sia più onesta e rispecchi maggiormente una band ed in particolare la nostra. Molte volte negli album ci si nasconde dietro studi mega-professionali che trasformano completamente il suono.

Nel vostro ultimo studio-album “Close your eyes” -tralasciando la classica gioia che solo la musica Ska riesce a trasmettere- si sente nelle vostre canzoni un profondo senso di sofferenza. Come ha cambiato l’11 Settembre la tua vita –considerando anche il fatto che vivi a New York–  e il tuo modo di vivere la musica?

Dave: Tutto è cambiato per me da quel giorno. Mia moglie ha rischiato di perdere la vita in quel disastro. Una cosa cosi ti tocca profondamente nell’intimo. Io sento che quelli come noi che credono in una vera democrazia e nei diritti umani abbiano il dovere di perseverare con questi nostri principi. Ora posso dire che vivo in uno stato di polizia dove il governo può far scomparire le persone che non sono in linea con i loro principi di “democrazia”. Se i più deboli non hanno diritti, neanche io ce li ho. Potrei essere io il prossimo ad essere oggetto della loro “democrazia”. E’ triste ma è cosi. Ho visto troppe cose morire e scomparire sotto la bandiera di questi ideali.

Dai vostri testi e commenti si può notare un viscerale amore per il vostro presidente George W.Bush, non è vero?!

Dave:(con tono sarcastico) Fortunatamente abbiamo entrambi dei grandi leader che ci governano. Penso che stiano facendo un ottimo lavoro e meritano tutto il nostro plauso! Gli ultimi cinque anni sono stati un vero e proprio incubo per tutti. Non so dove vogliono andare a parare con la loro politica ma di sicuro so che potrei essere proprio io il prossimo sulla loro lista nera! 

Oltre lo Ska nutrite anche una grande passione per il Reggae. Quale tipo ti piace di più: Roots, Foundation, Bashment etc etc?

Dave: Mi piace molto la scena che va dal 1968 al 1975. Sono un gran fan di Lee Perry, i Maytals, gli Heptones e alcune cose dell’etichetta di Joe Gibbs del periodo.Mi piacciono molto anche Glen Brown, i Wailers, Burning Spear, Cedric Brooks con i Light of Saba band. Mi piace il reggae in generale ma non vado pazzo per la nuova dancehall tanto di moda ora.

Nella scena reggae nell’ultimo periodo sono all’ordine del giorno episodi di Omofobia con pestaggi da parte anche di celebri cantanti. Incredibilmente l’omosessualità è illegale in Jamaica e anche se sembra assurdo nel 2000 succedono ancora questi episodi. Quale è la tua posizione a riguardo?

Dave: Penso che le persone debbano essere libere di fare ciò che vogliono in termini di amore e sesso. Non penso sia giusto ergersi a Dio supremo e giudicare “biblicamente” le loro azioni. Non giudicare e non sarai giudicato questo dobbiamo fare per crescere come persone. Il sesso deve essere una cosa libera e ognuno la deve esprimere come meglio crede e ci sarebbe un mondo migliore se ognuno pensasse questo e non cosa il prossimo faccia. Ma ciò non mi riguarda, a me piacciono ancora le donne!

Suonate Ska ma siete su una Etichetta Punk. Un pò strano non credi? Adesso sii sincero, ma a te piace il punk? E se ti piace, quali sono le tue band preferite?

Dave: Beh ti posso dire che secondo me molto dello ska e del reggae contemporaneo non esisterebbe ora se non fosse stato per i Clash che lo hanno portato ad un pubblico più vasto facendolo uscire dall’underground e dai confini della Jamaica. Sinceramente, non ascolto molto punk quando sono a casa ma so riconoscere una band quando suona bene. I Rancid sono molto forti. Gli Anti-Flag hanno un ottimo show e adoro l’energia degli Strike Anywhere sul palco.

Nella vostra lunga carriera avete suonato con centinaia di band diverse dai più differenti generi musicali. Quale è secondo te la migliore band che hai visto sul palco?

Dave: Ti posso dire i concerti che più mi sono piaciuti e sono stati “Parliament Funkadelic” nel ’92 a New York City, “Rebirth Brass Band” al Maple Leaf di New Orleans, gli “Skatalites” quando li vidi in un piccolo club in un college, “The Beat” in California nel 1983. Questi devo dire che mi hanno fatto veramente uscire di testa e farmi appassionare alla musica.

Probabilmente non lo saprai ma a Roma, la città della Banda Bassotti, suonerete davanti ad un probabile pubblico di oltre 8000 persone, che emozione vi fa questo?

Dave: Siamo molto eccitati! Non siamo mai venuti a suonare a Roma e siamo contenti di dividere il palco con una band come la Banda Bassotti. Una volta sono venuto a Roma come turista e mi sono divertito moltissimo. Adoro la storia di Roma…anche se preferisco fare baldoria più che stare a guardare il Colosseo!

Per concludere ti lascio questo spazio per dire quello che vuoi ai tuoi fan italiani e ci vediamo allo Street Beat ragazzi!

Dave: Voglio ringraziare tutti gli organizzatori del Festival per avere organizzato questo evento e aver pensato a noi. Voglio ringraziare e salutare i nostri fans italiani che vengono a ballare ai nostri concerti e spero che potrò conoscere molta gente e divertirmi nelle date che faremo in Italia. Per finire voglio solo dire che non esistono barriere e che alla fine della giornata siamo tutti quanti uguali! A presto!

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