The VANDALS: Hollywood chip potato

I lettori di Punkadeka conosceranno benissimo il mio smodato amore per questa band che si può dire a tutti gli effetti sia una delle più importanti a livello mondiale (pochi lo sanno ma gli headliner al Warped Tour sono loro, non Rancid o Nofx dietro cui si sbava tanto dalle nostre parti!).

Regolari come un perfetto orologio svizzero ogni due anni (se escludiamo ovviamente il Live della serie “The show must go off”) sfornano un nuovo album in cui sfoggiano la loro insanità mentale e voglia di divertirsi a tutti i costi. Il titolo è tutto un programma : “Hollywood chip potato”.

Anche se il mio cuore è ricolmo di gioia nel sentire l’ennesimo parto della loro demenza, le mie orecchie qualche appunto (più di qualche a dire il vero) ce lo avrebbero da fare. Qualcuno potrebbe facilmente obiettare : “In fondo suona come tutti gli altri album dei Vandals, dove è il problema?”. Invece proprio no. Ogni album loro, per quanto possa sembrare assurdo, aveva sempre quel qualcosa che lo rendeva differente dagli altri. “Live fast diarreha” non è di certo “Internet dating superstuds”(secondo me loro miglior album) come “Hitler bad Vandals good” (loro best-seller) non suona come “Oi To the world”.

Riconosco di essere molto contorto nel mio ragionamento ma il punto dove voglio arrivare a parare è questo : questo album non “suona” proprio. Quando si inserisce il cd nello stereo, questo fila via liscio come nulla fosse, senza scossoni o incidenti di percorso particolari. Oserei dire un album quasi inutile che non aggiunge nulla alla loro ventennale carriera. Neanche l’apporto di quello che la rivista “Drummer” (e anche il sottoscritto) considera come il miglior batterista ora in circolazione riesce a far salire il livello dell’album (per i vari San Tommaso del punk compratevi il loro Dvd e vedetevi il concerto dal punto di vista della batteria e poi sicuramente vi domanderete : ma questo ha tre mani?!?!).

Eccezione fatta a tutto questo discorso va fatta per “Don’t stop me now” in cui il quartetto di Orange County è andato a dissacrare con il loro classico sorriso inebetito un classico della discografia dei Queen con risultati più che soddisfacenti.

Non avrei mai immaginato sinceramente che mi sarei trovato un giorno a recensire in maniera “negativa” l’album dei miei eroi dell’infanzia ed infatti il mio cuore è stretto in una morsa di dolore e lacrime. Quello che voglio dire io cari ragazzi, (scusate la durezza dell’espressione) immagino che se a voi non scappi di cacare non andrete mai a sedervi sulla tazza del cesso o sbaglio?! Appunto, allora non vedo perchè se una band non ha gli stimoli giusti o inventiva entri in studio per incidere un album senza ne capo ne coda veramente. Non lo ha scritto mica il dottore che ogni due anni bisogna per forza incidere un album!

Che dire…aspettiamoli dal vivo che li sicuramente non potranno deludervi!!

Voto: 5 ( Un album suonato bene ma che risente di mancanza di creatività e inventiva. )

Tracklist
1. how they getcha 2. dont stop me now 3. my neck, my back 4. be a good robot 5. manimal 6. my special moment 7. designed by satan 8. atracity 9. dig a hole 10. dont make me get my fat, lazy ass off this couch11. i guess ill take you back 12. christian or canadian 13. i am crushed

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