25 ANNI DI PUNKADEKA, il Festival (01/09/24, Magnolia)

…e così siamo arrivati a 25 anni, la festa per il fatidico 1/4 di secolo per quanto mi riguarda è stata un sogno, un sogno iniziato nel tardo 2023 quando il capo mandò un messaggio sibillino in chat con scritto “ditemi se avete idee per un’eventuale Punkadeka Fest”, da lì sono passati mesi di bestemmie, tante, di risate, di attese snervanti e di sogni infranti da un cazzo di MONAger, poi finalmente il parto decisivo con la line-up decisa e approvata più meno da tutti, quindi via alle paure e agli sbatti che a volte sembravano insormontabili…  insomma sono stati mesi molto intensi, perché volevamo fosse tutto perfetto, volevamo una festa memorabile e lo volevamo tantissimo per voi, ma anche per noi, lo volevo io nel mio piccolo per il Capo, perché il suo limite di sopportazione nei miei confronti è tipo al livello marito della Thatcher, e lo volevo per chi Punkadeka l’ha fatta nascere e l’ha coccolata per anni, portandola ad essere la webzine che oggi tutti conoscono e apprezzano, ed io non sono tra quelli visto che sono qui da poco più di 10 anni.

Ma parliamo un po’ di sta festa, che per me è iniziata qualche giorno prima, quando ho dato la disponibilità per andare a prendere Charlie Harper e consorte all’aeroporto, perché dovete sapere che gli UK Subs sono arrivati con ben 4 aerei differenti, su 3 aeroporti… quindi forte del mio inglese biascicato male vado verso Malpensa con figlia al seguito (per cause di forza maggiore), l’aereo è in ritardo, giusto per far crescere l’ansia e l’alone umidiccio sotto le mie ascelle, poi ad un certo punto eccolo lì, la leggenda, il PUNK per come lo intendono migliaia di kidz, con la sua adorabile moglie di fianco.
Esordisco probabilmente balbettando qualcosa senza senso e ci mettiamo in viaggio verso Linate, la tensione si dissolve del tutto dopo i primi discorsi fatti, mi avevano detto che era una persona incredibile, ma la sua capacità di metterti a tuo agio è qualcosa che non si spiega, in mezz’ora o poco più siamo all’hotel, ci accoglie Steve Straughan, aiuto i piccioncini con le valigie ed il check-in e mi congedo, rendendomi forse conto che il sogno si è appena avverato, i Chisel sono già in hotel dal pomeriggio, sono arrivati tutti, si può iniziare.

Ovviamente non dormo un cazzo, a mezzogiorno io e le mie pazientissime donne siamo davanti al Mangnolia e sto già rompendo i coglioni al Capo per entrare, anche se prima, grazie ad un giro di telefonate, ci spostiamo nella secret location della Sick Family per il pre-festival, c’è già un bel capannello di disadattati che stanno festeggiando a suon di spritz e birrette, il buon Formy fa una presentazione in pompa magna e pochi minuti dopo inizia l’esibizione del Maestro Gab de la Vega, purtroppo non posso godermi tutto il concerto perché c’è bisogno di tutta la forza lavoro al Festival, così assieme alla Vale torniamo al Magnolia e con il resto della Punkadeka Crew diamo una mano alle distro per sistemarli e cercare di metterli a loro agio, nel limite del possibile, e permettetemi di evidenziare il lavoro della nostra impareggiabile Amanda, un organizer vivente che ha dato un contributo fondamentale per tutto ciò che riguarda la parte che si vede da fuori.

Che la rimpatriata abbia inizio! Davvero ragazzi, ci tengo a farvi sapere pubblicamente che vedervi tutti li per la nostra festa, e chiaramente per i gruppi che stikazzi se mi esaltano, mi ha fatto un piacere che nemmeno immaginate.. i Chisel stanno ultimando il soundcheck, il mitico Corradone sta già impartendo ordini, e come fa girare la giostra lui, non ce ne sono molti, poi finalmente si comincia a fare sul serio, salgono i Rubber Room, voluti fortemente dal sottoscritto, Formy e soci non disattendono le aspettative ed incendiano letteralmente il pit già bello gonfio con il loro energico punk rock, la distanza siderale che separa il palco dal pubblico non ferma l’inarrestabile frontman che si butta a pesce su di un pubblico divertito ed intento a darsi i primi spintoni, immersi da fumogeni e coriandoli, la sintesi della festa e del divertimento che mi immaginavo io nella mia testa quando mi sono venuti in mente sti ragazzacci.


Poco dopo la festa sfocia nell’ignoranza totale con i miei amati Bad Frog, che confezionano un live all’altezza della loro fama, fatto di punk demente e facce paurosamente distorte di Paolino, ma tralasciando il lato ludico, il quartetto ha una professionalità ed una bravura a tenere il palco invidiabile, il pubblico approva la scelta di questo gruppo e gli spintoni si fanno potenti, e proseguono quando salgono i Sud Disorder, la band tarantina è in gran forma e sforna un concerto al bacio, potente e coinvolgente, ad un certo punto con “senza amor non vale nulla” mi scappa la figlia sul palco, conosce il pezzo a memoria e lo adora, ma appena si vede davanti quasi un migliaio di persone si suricatizza e resta immobile muovendo solo la bocca, chiedo scusa per l’intrusione… concludono con “Poison City Iron Front”, un pezzo totale accompagnato da un bel pogo scomposto e giù il cappello per i miei ragazzacci, felicissimo di averli avuti, e che abbiano portato tutto il loro calore.

Cambio palco e pausa birretta, che di liquidi ne stiamo espellendo parecchi, salgono i signori dei tre accordi, non vedevo i Manges da tanto di quel tempo che manco mi ricordo quando, ma sono bastate due note (su tre eheheh) per farmi rapire dalla voce magnetica di Andrea e dalle bombe sonore di Mayo, Mass e Manuel, un martello incessante di punk rock vecchia scuola che non delude mai, pit in fermento ma mai scomposto, tutti che cantano e sudano e si emozionano, occhi lucidi per il sottoscritto e, credo, anche per il mio collega/amicissimo Matte…dopo di loro tocca ai Bull Brigade, una band che sta suonando tantissimo e che adoro since 2008, con tutti i cambiamenti e le evoluzioni del caso, per me sono e rimangono una band incredibile, che sa entrare nell’anima e anche stasera Eugy e soci non si tirano di certo indietro, li trovo in gran forma e anche se conosco la scaletta a memoria rimango sempre soddisfatto, momento top quando mia figlia mi è corsa incontro per cantare con me “cuori stanchi”, la nostra canzone preferita.

Vedo con un certo orgoglio che nel pit si aggirano diversi personaggi che il punk in Italia l’hanno costruito a suon di anthem, mi riferisco a Marco dei Klasse Kriminale, Giampiero dei Kina, Nando SenzaBenza, Chris dei Plakkaggio, e tante nuove leve che stanno portando avanti il verbo come i Menagramo in tenuta Grade 2, gli Slang Poor Kids, TFV,  i Cononut Planters ed il nostro caro Cuzzo dei Lillians e molti altri membri di band ma citarli tutti sarebbe impossibile.. ma non dimentichiamoci di chi si occupa della parte difficile dei concerti, Ivan di Last One To Die, Dexter di NextPunk, Claudio Low-L e finalmente conosco di persona il Monta di Distruggi la Bassa.
Girano voci che sia giunto alla festa anche il nostro Penta, se vi fate raccontare il modo in sui è arrivato al Magnolia sono sicuro che gli dareste subito la medaglia da eroe, vi anticipo solo che i prossimi giochi olimpici ci sarà la MaraPenta, che consiste nel raggiungere un luogo in cui si tiene un evento con ogni mezzo necessario e con tutti gli dei contro… al nostro banchetto il buon Worholss ci sta dando dentro con il suo show Sarapunka, facendo divertire i kids tra un live l’altro.

Arrivano le ultime due cartucce della serata; va detto che la professionalità dei Chisel è qualcosa di commovente, sono rimasti senza batterista per infortunio a pochi giorni dal concerto, potevano annullare tutto, tanto mica erano in tour, invece non so come sono riusciti a trovare un batterista qui in Italia, che santo subito s’è studiato il set degli inglesi e ne ha imparato i pezzi, e stikazzi se li conoscete saprete che suonare la batteria li dentro non deve essere semplice, ed il venerdì prima del concerto si sono chiusi in sala prove, quindi tanto di cappello e vera attitudine punk, grazie.
Detto questo, non posso che parlare bene del concerto in se, il loro ultimo disco è stato recensito alla grande ovunque in tutto il mondo e ne stanno raccogliendo i frutti, ma non solo di quel disco, perché i londinesi sono attivi già da qualche anno ed i loro live sono spaventosi per intensità e potenza, ed anche oggi non posso che essere grato a chi ha permesso che tutto ciò si sia realizzato, a parte qualche piccola sbavatura della quale ci siamo accorti in pochi, e assolutamente fisiologica dovuta al pochissimo tempo che ha avuto l’immenso batterista degli Spirito di Lupo per preparare la scaletta, il live è stato allucinante, esattamente come me li aspettavo, anzi ancora meglio, non vedo l’ora di gustarmeli di nuovo al Quale destino per n’OI! vol. 3 del prossimo marzo.

Ed alla fine è arrivato il momento più atteso, ed anche il più triste, perché mi rendo conto che con le leggende UK Subs si conclude la festa, ma la tristezza passa immediatamente quando vedo quel ragazzino di 80 anni che saluta amorevolmente mia figlia ed attacca con C.I.D. davanti ad un pit entusiasta e con gli occhi spalancati… il muro di suono è incredibile, un’energia percepibile fino a Rivolta d’Adda, il PUNK che tutti quelli come me nati troppo tardi per averlo visto dal vivo, per come lo abbiamo sempre visto in TV e letto sulle fanzine scritte a mano è tutto qui, inutile che sto qui a dirvi quanto cazzo sono stati bravi, li ho visti 100 volte ed ogni volta portano a scuola tutti, poi trovate tutti i video della serata sul tubo, il mio resoconto voleva solo essere un tributo, ma soprattutto un ringraziamento sincero e dal cuore.
Ultime note e non nascondo che faccio fatica a tenere le lacrime, sarà la tensione che finalmente cala, sarà che una festa così me la porterò dentro tutta la vita, sarà che cazzo ne so, sono felice. Salutiamo bene o male chi riusciamo prima che la security butti fuori tutti.
Io ed ovviamente tutta la redazione ci teniamo a ringraziare di cuore tutte le persone che sono venute davvero da tutta Italia, isole comprese (e qualcuno anche da fuori Italia) e le distro con i loro splendidi banchetti, NuttyPrint, HellNation, I Buy Records, Novara City Punkers Crew, Cargoleni, American Socks, Mad One Brewery, Duff Records, La Scena Dischi, Spaccio dischi, Striped Records, Teste Ribelli, Domm Factory con lo splendido gioco ideato da Dr. Pepper, e spero di non aver dimenticato nessuno… carico in macchina le poche cose che avevo ed un bel dipinto di Jet4 che ha scelto Camilla e lentamente guadagniamo l’uscita, siamo sudati tutti ammerda ma felici e sorridenti.

Quello che mi ha dato Punkadeka è unico, se oggi vado ai concerti e conosco tutti, ed ho la possibilità di fare foto in spazi sociali, di ascoltare in anteprima i dischi, e soprattutto di conoscere persone bellissime lo devo a Punkadeka, lo scrivo adesso per il futuro, così magari tireremo fuori questo articolo nel momento più opportuno: CI VEDREMO ALLA FESTA DEI 50 ANNI DI PUNKADEKA (e sicuramente anche prima).

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