INVITO PER ADESIONE E PARTECIPAZIONE
GIOVEDì 15 MAGGIO ALLE ORE 12 ALLA LIBRERIA RINASCITA A ROMA, IN VIA LARGO AGOSTA 36, ZONA PRENESTINO-CENTOCELLE!!! CONTRO IL DECRETO DELL’ENPALS CHE VUOLE CHIUDERE LA DISCOGRAFIA INDIPENDENTE
Non mancate e diffondete
NON E’ SOLO UN GRIDO D’ALLARME, MA E’ CIO’ CHE CAPITERA’ FRA MENO DI UNA SETTIMANA SE NON SI FARA’ SENTIRE FORTE LA VOCE DELLE ETICHETTE PER UNA PROROGA DELLA SCADENZA DEL 16 MAGGIO ALL’AUTUNNO E UNA RESTRIZIONE DI COLORO CHE DEVONO PAGARE. ALTRIMENTI L’ENPALS METTE LE MANI NELLE TASCHE DEI PICCOLI IMPRENDITORI DELLA MUSICA E LI FA CHIUDERE!
La circolare ENPALS, di fatto, mette in atto un unico preciso intento, quello di azzerare definitivamente un mercato già morente.
Se questa normativa inappellabile entrasse effettivamente in vigore, ne deriverebbe un inarrestabile effetto domino che coinvolgerebbe tutto l’indotto gravitante attorno al mercato discografico indipendente.
Perderebbero gran parte o totalmente il lavoro settori quali: distributori, studi di registrazione, case discografiche, fabbriche preposte alla stampa dei supporti, uffici stampa che curano le produzioni indipendenti, piccoli studi di mastering, editori musicali, produttori discografici, discoteche (non dimentichiamo che la migliore musica dance internazionale è italiana), curatori di programmi alternativi su emittenti radiofoniche piccole e medie, nonché gli stessi musicisti, ai quali verrebbe di fatto impedita l’auto-produzione poiché questa sarebbe assoggettata alla medesima regolamentazione, ecc.
Alla comunicazione fatta da AudioCoop, Unione Artisti e altre associazioni rivolta ad avere un incontro con la direzione generale dell’ENPALS volta a far valere le proprie ragioni , non c’è stata, a tutt’ oggi, alcuna risposta.
Il giorno 16 maggio prossimo, se la disposizione dovesse essere resa operativa, si assisterebbe ad una progressiva e ben presto inesorabile scomparsa delle etichette discografiche indipendenti che porterebbe rapidamente il mercato al totale mutismo.
Affinché questo non si verifichi, dobbiamo, tutti, cercare di unirci per fare fronte a questo atto gratuito e davvero inspiegabile, fatto passare nel più assoluto silenzio che, se non fermato sul nascere, decreterà la fine della creatività, della sperimentazione togliendo, di fatto, la possibilità di scegliere in libertà ciò che si preferisce. Chiediamo quindi uno slittamento di tale data almeno al 16 settembre e di restringere il campo di coloro che realmente devono versare tali contributi.
La discografia indipendente non può essere trattata alla stregua delle case discografiche multinazionali che possono permettersi di investire e sperperare tutto il denaro che vogliono.
Gli indipendenti, come noto, affrontano gli oneri del proprio lavoro pagando di tasca propria, senza alcuna sovvenzione e con poche certezze di un rientro economico che possa, quantomeno, coprire le spese anticipate.
Le somme che si dovrebbero versare e delle quali bisognerebbe conoscere la destinazione, non possono in alcun modo essere sostenute da piccolissimi o piccoli imprenditori i quali, va ribadito, non usufruiscono di aiuti economici da parte dello Stato.
La tabella riportata sulla circolare ENPALS specifica che i pagamenti da effettuare hanno effetto retroattivo a partire dall’ anno 2004, includendo, oltretutto, una mora per i mancati pagamenti.
Ci si chiede perché mai si dovrebbe pagare una mora su qualcosa che mai è stato reso noto e che non era contemplato precedentemente.
L’effetto retroattivo è, inoltre, una espressione di antidemocraticità non degna di un Paese civile ed una palese volontà di portare alla rovina tante piccole o piccolissime attività imprenditoriali giocando sulla difficoltà a fare fronte in breve periodo e senza preavviso a tali ingenti uscite.
La soglia da zero a trentamila copie è, evidentemente, stata scelta senza avere la benché minima conoscenza delle attuali condizioni del mercato, per le quali, vendendo trentamila copie, si finisce in top ten.
Non risultano indipendenti presenti in questa classifica.
In caso contrario si è voluto, scientemente, agire ignorando la buona fede.
Da sempre, i contratti discografici si basano su pagamenti effettuati tramite royalties, riconosciute all’artista dalla casa discografica.
Non è chiaro per quale motivo questa regola ben funzionante debba essere cambiata improvvisamente e senza motivazioni valide.
La riscossione di questo "dovuto" sembrerebbe controbilanciare il mancato introito derivato dai locali che fanno esibizioni di musica dal vivo i quali, spesso e volentieri, ben si guardano dal regolarizzare l’agibilità ENPALS degli artisti che si esibiscono sui loro palchi.
L’applicazione della disposizione ENPALS metterà inevitabilmente sul lastrico centinaia di piccoli imprenditori e migliaia di operatori del settore portando, in brevissimo tempo, alla scomparsa di una categoria che ha sempre svolto il proprio lavoro con passione e serietà e, non meno importante, ridurrebbe al silenzio artisti validi togliendo la possibilità di operare una scelta e di fare confronti.
Promuovono le etichette discografiche indipendenti:
Blond Records, Anagrumba, Cinico Disincanto, Point of View, Irma Records, Divinazione, Storie di Note, Materiali Sonori, Doc, Red Records, Toast Records, Dire Fare Suonare, Lilium Produzioni, Upr, Shinsheiki, Ghost Records, Midfinger Records, Altipiani Records e altri.
Si invitano tutte le case discografiche indipendenti ad aderire e a far sentire la propria voce e ad essere presenti giovedì 15 maggio a Roma.
AUDIOCOOP HA GIA’ SCRITTO UNA LETTERA PER TUTELARE I DIRITTI DELLE INDIES (http://fe-ned.mag-news.it/nl/l.jsp?u8.CXK.RR.Bb.F.nRLU ) , UNIONE ARTISTI HA INVIATO UNA CIRCOLARE E TANTE ALTRE ASSOCIAZIONI HANNO SCRITTO CHIEDENDO PROROGHE E CAMBIAMENTI.
Per le adesioni: [email protected] ; [email protected] ; [email protected]