BABY WOODROSE: Money For Soul

La riscossa del rock-garage scandinavo é stato uno dei fenomeni eclatanti nel corso degli anni ’90..non é un mistero! L’etichetta danese Bad Afro Records indubbiamente una delle maggiori artefici in tal senso grazie al lavoro illuminato di Lars Krogh.Il terzo volume della serie Pushing Scandinavian Rock to the Man! uscito a fine estate 2002 é stata un’ennesima elettrizzante testimonianza di una scena ricca e vivace più che mai.E le prime uscite di questo nuovo millennio sono a dir poco esaltanti: nel 2002 Dig It! dei Royal Beat Conspiracy (Svezia) e Sharp Cut degli Sweatmaster (Finlandia) si sono segnalate a mio avviso tra le produzioni garage-soul-punk più fresche e palpitanti del panorama internazionale.Ma questa volta Lars si supera giocando in casa e ci regala un capolavoro di produzione : loro tre sono suoi conterranei, i danesi Baby Woodrose, e questo Money For Soul il loro secondo lavoro dopo Blows Your Mind del 2001. Che i Baby Woodrose non siano dei novellini é subito chiaro ascoltando il carisma e la potenza che trasudano da questi solchi: Lorentzo Woodrose (Guf Lorentzen) guitar-vocals e Ricky Woodrose (Anders Skjodt) 4-string guitar sono anche una costola degli energetici On Trial, che da ben quindici anni si aggirano nei bassifondi della scena rock danese; alla batteria lo spettacolare Rocco Woodrose.Tutti i brani si basano e sono costruiti intorno ai loro memorabili epici riffs di fuzz-distorted guitar ed organo, da Honeydripper a Disconnected, da Everything’s Gonna Be Alright a Money For Soul che nel giro di due-tre minuti immortalano un’immensa anima garage-psichedelica di estrazione sixties…fortissima l’impronta di nuggets-bands fondamentali come Seeds e Thirteen Floor Elevators soprattutto nel vocalismo allucinato di Lorentzo e nell’uso delle tastiere, in brani come Never Coming Back, Hippie Chick, You Better Run.Ma tutto ciò viene inquadrato dai Baby Woodrose in una freschissima e lisergica estetica strumentale-compositiva a metà strada tra l’hard e lo stoner…e qui sta la loro grandezza! Il risultato é una modernissima, acida, visionaria sintesi rock che produce straordinari espansi affreschi come You Own It e Rollercoaster, con venature Who ( Disconnected) ed Mc5 ( nella magmatica Volcano Lorentzo ha toni vocali concitati degni dell’indimenticabile Rob Tyner).Un disco assolutamente fondamentale per l’evoluzione della garage-music contemporanea, da subitonella mia top-list 2003!!!

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