CATTIVE ABITUDINI

 “Il meglio del peggio” è stato secondo me uno dei migliori dischi Punk Rock italiani (nella più ristretta accezione del termine) dell’ultimo anno.
Sulle “Cattive Abitudine” sinceramente non avrei scommesso un cent bucato dopo la loro precedente esperienza nei “Peter Punk” sebbene dopo averli visti live mi ero parzialmente ricreduto. Colpo finale alle mie perplessità lo ha dato questo album e per questo mi è sembrato doveroso farmi quattro chiacchiere con loro per fugare i miei ultimi dubbi.

Bene ragazzi “Il meglio del peggio” è uscito da più di un mese ormai. Come sta andando la vostra attività live ma   soprattutto la risposta del pubblico?!  

Stefano: benissimo! non perchè ci siano numeri esorbitanti di spettatori ai concerti, ma perchè durante ogni live si instaura   un bellissimo rapporto con chi ci viene a vedere. I ragazzi sono sempre molto coinvolti! Nicola: comunque c’è un aumento di gente più interessata alla nostra musica Ettore: da metà gennaio, tramite il nostri sito www.cattiveabitudini.it sarà possibile vedere il resoconto filmato di ogni   data, così potrete vedere di persona quello di cui stiamo parlando!  

Ora però facciamo un passo indietro nella vostra carriera. Prima di essere le “Cattive Abitudini”siete stati i “Peter   Punk”. Con il senno del poi come giudicate il vostro passato?! Con il cambio di nome e di formazione avete deciso fosse   giunta “l’ora di crescere” musicalmente?!  

 Stefano: giudichiamo il nostro passato fondamentale, perchè se non fosse per il nostro passato non saremmo quello che siamo   adesso! La formazione si è solo ridotta da quattro a tre persone, non ci sono stati cambi veri e propri.

Ettore: il nostro destino non è scritto a tavolino, quindi la nostra crescita e la nostra maturità sono una conseguenza   naturale del percorso che fanno tutti gli individui.  

Una piccola curiosità che mi voglio togliere. Il nome “Cattive Abitudini” deriva per caso dalla passione di qualcuno per   gli Offspring e in particolare per il grande capolavoro “Smash”, album che ha segnato l’adolescenza della mia generazione e   non solo, ove è presente appunto “Bad habit”?  

Cattive Abitudini: non male come regista! (in senso ironico!) il nome deriva semplicemente dalle esperienze di   tossicodipendenza che abbiamo avuto all’interno del gruppo  

Fugato questo dubbio purtroppo deve venire fuori la mia vena polemica. Nel vostro disco le mandate a dire senza troppi giri   di parole a tutti i nuovi testimonials “Pantene ProV”, o come dicono giustamente i vostri compagni di etichetta “Pig Tails”   del “Mocho Vileda”, che popolano la moderna scena “Punk”. Non vorrei rimembrarvi però che anche voi nel vostro passato avete   avuto un periodo in cui avete sfruttato una moda e in quel caso era lo Ska. Banali ritmi in levare hanno popolato non poche   canzoni dei “Peter Punk”. Ora non vi sembra ingiusto o quanto meno incoerente scagliarsi contro chi cerca di ritagliarsi un   posto al sole sfruttando la moda del momento?! Questo anche alla luce del fatto che nella vostra musica ogni accenno allo Ska  è sparito.

  Stefano: penso tu ti stia riferendo all’"emo", giusto? all’inizio, almeno a me personalmente, questo genere dava fastidio;   ero pronto a scagliarmicisi contro. poi ho capito quanto male mi faceva, quando ero nei peter punk, sentirmi gettare merda   addosso gratuitamente. Stavo commettendo lo stesso errore con le nuove generazioni, senza neanche ascoltare cosa avessero da   dirmi.

 Ettore: Comunque noi ironizziamo su tutto, siamo i primi a prenderci in giro, e quindi non vediamo niente di male a scherzare   su certi argomenti. Appartamentus, la canzone a cui ti riferisci, è ispirata da un gruppo italiano in particolare, che si è   sciolto di recente. Con i loro testi e le loro foto ci hanno accompagnato x tutto il periodo della registrazione in studio!

 Nicola: per quanto riguarda lo ska, possiamo dirti ke in un gruppo bisonga far coesistere i gusti musicali di tutti i   componenti. Semplicemente a Nicolò piaceva lo ska. Ora che lui non c’è più, come hai sentito è sparito anche lo ska! quindi   possiamo dire tranquillamente che non era una ricerca della moda, ma una semplice coesistenza musicale tra 4 persone diverse!  

Ora però mi sembra giusto parlare de “Il meglio del peggio”. Nella mia recensione ho affermato che “Il meglio del peggio”   può essere considerato una sorta di “concept album” in cui ogni ragazzo che ama col cuore e con l’anima questa musica ci si   può identificare. Trovi che abbia colpito nel segno?!  

 Nicola: non abbiamo mai pensato all’idea di fare un concept album, ma riconosciamo che c’è un filo logico nel disco. La cosa   che stiamo notando è che tutte le persone, punk o non punk, possono rispecchiarsi in una nostra canzone.  

Il Punk Rock ha segnato la vita di molti ragazzi e tra questi penso di poterci inserire anche voi e me. Nelle 12 canzoni,   tra il serio e il faceto, penso spiegate molto bene quello che significa la parola Punk alle porte del 2007. Se ti trovassi a   spiegare in poche parole questo concetto ad un ragazzo adolescente di 16 anni, cosa gli diresti?! Perché dovrebbe cominciare   ad ascoltare questa musica e a cambiare il suo atteggiamento verso la società e i media, in fondo di conformismo non è mai   morto nessuno.  

Stefano: l punk rock ha segnato la mia vita quando avevo 15 anni, ho dedicato il mio braccio destro ai gruppi che hanno fatto   questo tatuandomi i loro loghi. Consiglio ai ragazzi di avvicinarsi a questo tipo di musica per alcune buone idee, e di non   sollevare critiche solo per il gusto di farlo, ma dando anche qualche aiuto, che al giorno d’oggi non fa mai male!

Nicola: è importante non soffermarsi con il termine "punk" al semplice genere musicale, il punk serve per esprimere il   proprio modo di essere, anche come stile di vita. Ettore: mi ricollego alle critiche fatte ai Peter Punk, bisonga far presente una cosa: noia lla solgia dei 30 anni siamo   ancora coerenti con noi stessi, portando avanti il discorso musicale intrapreso quasi 15 anni fa, e con problemi sempre   maggiori da affrontare. E’ facile essere punk quando si va a scuola, quando non si hanno problemi di sorta. Il difficile è   mantenersi tali.  

Nella traccia numero 10 (scusate ma non ho il cd sotto mano) ve la prendete con la famosa legge che ha trasformato la   patente di guida in una raccolta punti. Non pensate però che quella legge abbia un senso se riesce a permettere di salvare   tante vite e ridurre i litri di sangue sull’asfalto ogni settimana?

  Ettore: ha un senso ma anche un controsenso. Noi nel testo attacchiamo il limite dello 0’5%. è chiaro che chi è completamente   ubriaco e guida è un pericolo mortale per se e per gli altri. Ma non sono di certo le 2 birre con l’amico (tanto per citare   il testo) che ti fanno essere pericoloso. essere fermati con solo 2 birre in corpo implica multa e perdita dei punti, e per   noi è assurdo.

Stefano: pensa anche alle stranezze che ci sono nella società, ti cito qualche esempio: il limite massimo di velocità   consentito è di 130 km/h, però si vendono auto che arrivano tranquillamente a 260 km/h. Oppure si vendono liberamente   cartine, chiloum e bonghi ma si vieta il consumo di cannabis. è come vendere una pistola e dire a chi la compra "però non   puoi sparare!"  

Tornando al discorso dei ciuffi lunghi.  Come vi spiegate questo grande successo che ha avuto la loro musica negli ultimi   tre anni?! Che effetto vi fa vedere su dischi che farebbero invidia alla migliore “Britney Spears” il tanto blasonato logo   Epitaph che un tempo ha prodotto capolavori come “And out come the Wolves”, “Punk in drublic” o “Suffer”?! Segno dei tempi   che passano o che in fondo ognuno pensa solo a far soldi arrivando ad un punto di svendere anche la propria passione per la   musica?!  

 Ettore: siamo sicuri che in italia i gruppi emo abbiano così tanto successo? alla fine i gruppi che fanno veramente tanta   gente ai concerti sono sempre derozer, punkreas e pornoriviste. mi sembra che la moda dell’emo sia più che altro virtuale:   tanti autoscatti e poca sostanza. alla fine i gruppi emo stranieri più blasonati non suonano nei palazzetti, come rancid,   nofx e green day, ma nei club e nei locali!

Stefano: la epitaph ha fatto il suo percorso, dare fiducia a gruppi che non suonano punk hardcore può essere un segno di   maturità. per quel che ne sappiamo mr brett, che di soldi ne ha già tanti, non ha come obiettivo quello di guadagnarne altri,   ma di portare avanti la musica come forma d’arte. alla fine fa solo il suo lavoro di discografico, non spetta certo a noi   giudicare il suo operato.  

Il vostro disco segna la terza uscita per la IndieBox Records. Come vi trovate a collaborare con questa nuova giovane   realtà?! Avete massima libertà nelle vostre decisioni oppure siete vincolati in qualche modo?!  

Nicola: ci troviamo benissimo con la indiebox! essendo nostri coetanei ci sentiamo molto vicini nelle idee, sono cresciuti   con le nostre stesse esperienze, abbiamo molti punti in comune. Sotto l’aspetto lavorativo abbiamo l’assoluta libertà nelle   nostre decisioni, sempre sostenuti da ottimi consigli.  

In questo periodo vedo che siete pieni di date in lungo e largo per la penisola. Lo scorso anno pure siete stati   incessantemente in tour grazie anche al “Punk Rock Italia Tour” in compagnia dei vostri compagni di etichetta l’Invasione   degli Omini Verdi. Come vedi lo stato di salute della scena e dei nuovi gruppi Punk italiani?! Solo melassa o esistono ancora   delle “creste”pensanti con la vera passione per il punk?!  

Ettore: le nuove leve purtroppo fanno molta fatica ad uscire, per colpa di un periodo non buono come una volta. per quanto   riguarda l’attività live siamo molto soddisfatti, e più che le parole vogliamo usare le immagini, che troverete nel nostro   sito da gennaio! se dovessimo basare si di noi il fatto che il punk rock sta crescendo oppure no diremmo che siamo in netta   crescita, perchè vediamo più del doppio della gente che veniva l’anno scorso ai nostri concerti.  

Se ora incontrassi un ragazzo che ti dice che vuole fare il musicista “punk” nella vita osa gli diresti?! Lo incoraggeresti   o gli diresti di desistere perché tanto di “punk” non si vive?!  

cattive abitudini: non dovrebbe neanche domandare a noi, dovrebbe venire da dentro di lui il fatto di voler suonare o no, è   così che si va avanti!  

Bene ragazzi siamo giunti alla fine di questa nostra chiacchierata che spero di poter ripetere molto presto con un nuovo   bel album delle “Cattive Abitudini” di sottofondo. Domanda di rito: progetti per il prossimo futuro?! Concludendo a voi gli   ultimi secondo di nastro per dire ciò che volete, Punkadeka.it non vi censurerà.

  Stefano: grazie del tempo che ci hai dedicato, grazie a punkadeka e grazie a tutte le persone che stanno interagendo al   meglio

Nicola: speriamo di avere ancora a che fare con voi per il nostro nuovo disco

Ettore: tra tutte le cose peggiori del punk rock noi siamo tra i più longevi, quindi siamo il meglio del peggio! per i nostri progetti futuri, visitate i nostri siti www.cattiveabitudini.it e www.myspace.com/cattiveabitudini , vi terremo   aggiornati!  

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