Se c’è una cosa che possiamo dire di Genova, è che sicuramente -da sempre- resta un punto di riferimento per la musica underground, le realtà indipendenti, l’impegno sociale e ovviamente la scena punk. Compatto e proattivo, esiste un movimento floridissimo che trova casa e da vita agli spazi della sua amata città, facendo di fatto controcultura e creando una reale scelta alternativa per Genova.
Oggi parliamo del progetto di Adescite Crew, il collettivo che da oltre 10 anni organizza e promuove questo tipo di eventi, in particolare con l’Adescite Fest ovvero “la sagra dell’autoproduzione”, di cui vi abbiamo parlato più volte qui su Punkadeka e che da diversi anni trova casa al Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Burrida. Uno spazio che ha rappresentato un punto di riferimento per l’offerta artistica, sociale e culturale della città, ed è da poco stato vittima di un vergognoso sfratto, di una scelta incontrovertibile senza margine di discussione.
Come riuscire quindi a raccontare l’importanza cruciale di questi spazi, poco a poco sottrati alla propria comunità, per Genova? Come evitare di perdere ciò che si è costruito fin qui e andare avanti?
Questo è ciò che si sono chiesti i ragazzi del collettivo che ad inizio 2024 (sotto minaccia di sfratto) hanno deciso di voler veicolare questo messaggio attraverso un documentario che racconti come la scena punk genovese e i suoi centri sociali “abbiano nel tempo trovato linfa comune per esprimersi, sopravvivere e proporre una vera alternativa nella città di Genova, con uno sguardo sempre al mondo circostante” (mi racconta Albe, di Adescite).
Il primo episodio di CHE L’INSE (questo il titolo) si dedica proprio a questo ed è già disponibile su Youtube. Scrivono:
“Adescite è nata e cresciuta negli spazi sociali genovesi, gli stessi che stiamo vedendo sparire, anzi che ci vengono volontariamente portati via, senza riuscire ad opporci ad una scelta che non è la nostra. Ci è balenata in testa l’idea di raccontare i centri sociali genovesi e la connessione con la nostra scena locale, attraverso un documentario, per aiutare le persone a conoscere o semplicemente a ricordare il perché questi luoghi siano stati l’humus culturale di tante generazioni.”
Usciranno altri episodi, con interviste e contributi di tante persone che negli anni hanno dato vita a questi luoghi. Un progetto sicuramente ambizioso, da qui la scelta di giocare in casa nella prima puntata, partendo proprio da quei centri sociali che rappresentano Adescite e ciò di cui si occupano. Le riprese video e il montaggio sono di Stefania Carbonara, con il supporto add. di Jimmy Corcoran Video, e le interviste sono state registrate presso il Lsoa Buridda a Gennaio 2024.
Ma quindi, cosa significa “Che L’Inse”?
“Il documentario si chiama “Che L’Inse” per due motivi: fu la frase detta da un giorvane genovese nel ‘700, da cui prese le mosse la rivolta popolare contro gli invasori austriaci presenti in città, ed è una tipica forma interrogativa della lingua ligure che può essere tradotto con “La comincio?” ovvero “Volete che cominci la rivolta?”. Inoltre era il titolo del primissimo disco dei Lesifa, gruppo hc genovese, che ha instradato un sacco di ragazzi della nostra generazione al mondo del punk e del DIY”.