DUFF: Ci sono gente che non stanno bene

Direttamente da Cosenza.. Ehm, volevo dire, from “Cosangeles, Calabrifornia”, nuovo disco e nuovo successo per i DUFF!

Con “Ci sono gente che non stanno bene”, uscito questo novembre per la Indiebox, questi quattro ragazzi uniti da quindici anni sotto il nome della migliore birra simpsoniana, non fanno altro che aumentare la mia stima nei loro confronti. Mi ritrovo ad affermare ancora una volta che potrebbero proprio essere la risposta nostrana agli amatissimi NoFX. Sì, ma calma, non si parla di copiare passivamente quello che abbiamo già visto fare a Fat Mike e soci, non voglio sentirmi dire dai soliti tuttologi che non si sta facendo niente di nuovo, perché qui non è affatto così, i DUFF seguiranno sì quel genere ma lo fanno a modo loro, con la loro originalità, il loro stile e una grinta convinta. In particolare in questo album troviamo una bella puntina di ska e più decisione sia nelle melodie che nei testi.

Sono loro, sempre ironici e irriverenti, anche loro non le mandano certo a dire, non han nessun riserbo ad usare la musica per criticare quello che non gli va proprio giù.

Ma passiamo ai fatti, visto che c’è tanto da dire, e mi perderei in discorsi infiniti su ogni singolo pezzo di questo album.

Tanto per cominciare: spettacolo! Dal primo all’ultimo brano c’è da ridere, da ballare, voglia di imparare i testi a memoria per poterseli cantare tutti.

Già conoscevo i singoli “Voglio diventare un hipster” e “Cristianità”. Musica coinvolgente (il primo citato decisamente ska) per raccontare storie attualissime. Sacrosante verità ironizzate in questi due pezzi che potrebbero tranquillamente diventare il riassunto di cosa c’è che non va nel nostro mondo di oggi: tutto ipocrisie e voglia di apparire, quando la sostanza sotto è pari a zero.

Ora però ripartiamo con ordine. L’album inizia con due pezzi in purissimo punk rock hardcore melodico: “Che state facendo?” e “Solo”. Critiche ed amarezza non mancano, anzi, si respirano un po’ in tutto l’album: da “Perfetto”, incalzante e coinvolgente quanto disilluso il messaggio che viene cantato, fino a “Via da questa città”, altro pezzo dal testo che arriva dritto al cuore, se anche a voi è mai capitato di sentirvi inadeguati e scomodi dove vi trovate, e che forse qualcosa di meglio vi aspetta altrove.

Quanto è bella poi “Domani”, dalla prima all’ultima nota, inizia un po’ cupa per poi esplodere nel ritornello, musicalmente la mia preferita, senza dubbio.

L’album si conclude con “La canzone migliore”, la storia delle mille fatiche per scrivere il proprio pezzo migliore, metafora bellissima della costruzione della propria vita, e con “A luci spente”. E come chiudere meglio un album? Pezzo lento e spassosissimo, dato il contenuto: Totonno ci canticchia la vitaccia di chi suona in una band, e passa da una fregatura all’altra senza sosta.

15 tracce di cui nessuna mi ha lasciata perplessa, tutt’altro. Spacca la musica, spaccano i testi, spaccano i ragazzi. Bellissima la voce e i cori che riempiono le canzoni.

I DUFF sono uno di quei gruppi che vi raccomando fortemente di tenere d’occhio. Stanno crescendo e diventando sempre più un punto di riferimento del punk made in Italy, e sono certa che non ci deluderanno mai.

Appuntatevi le loro date e andateci, tanto non mancheranno di fare tappa nei vostri paraggi, non sono tipi che si fan problemi a girarsi tutta la penisola per diffondere quello in cui credono: la loro musica.

Continuate così!

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