Festa di Fronte Popolare (Milano, 9 ottobre)

Fronte Popolare compie il primo anno di vita, un anno importante, colmo di politica, di lotte, di coscienza di classe e di coesione, unità e fratellanza. Un anno nel quale ci siamo radicati nelle città di Milano e Torino, pronti ancora una volta ad offrire uno strumento alla Classe degli Oppressi, a fianco del sindacalismo conflittuale e delle altre organizzazioni che stanno, come noi, intraprendendo un percorso di ricomposizione di classe, lavorando per l’unità, col fine di costruire una unica grande organizzazione delle classi popolari e dei lavoratori.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
h16,30: BULLI DA SBALLO revival djset
h18,00: ricco buffet anche veg
h20,00: taglio della torta
h20,30: MAURI CLASH (acustic riot)

Non mancherà da mangiare, da bere eda socializzare!

Questo nostra festa di primo anno la dedichiamo alla Costituzione nata dalla Resistenza, oggi più sotto attacco che mai. A noi il compito di difenderla, a noi il compito di attuarla come prima conquista verso una società nuova, ugualitaria e socialista.

REFERENDUM COSTITUZIONALE

UNA RIFORMA CONFUSA MA CON UN OBIETTIVO CHIARO:
Con lo strumento della “priorità governativa”, il governo avrebbe il potere di scavalcare il dibattito parlamentare e imporre i tempi in base alle sue esigenze.
Già oggi su 10 atti che diventano legge, 8 sono di iniziativa del Governo e solo 2 del Parlamento. Con la riforma si vuole rendere irreversibile questo processo trasformando definitivamente il Parlamento in passacarte del Governo.
L’obiettivo è chiaro: imporre alla guida del Paese chi in realtà è minoranza
(grazie all’Italicum), e impedire qualsiasi intoppo istituzionale all’approvazione delle continue misure antipopolari (di origine italiana o europea).
Una riforma approvata, sotto la direzione e impulso del Governo, da un
Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale (Sentenza 1/2014), non certo legittimato quindi a modificare la Costituzione.

UNA RIFORMA VOLUTA DA CHI VUOLE UN’ITALIA ASSERVITA:
La pesante ingerenza di John Philips, ambasciatore Usa a Roma, che ha
minacciato la diminuzione degli investimenti Usa in caso di vittoria del “No”,
è solo l’ultima di una lunga serie:
La banca d’affari JP Morgan, nel 2013 lamenta la presenza di Costituzioni
“influenzate da idee socialiste”, troppo attente alla “tutela dei diritti dei lavoratori”.
E ancora: Confindustria, l’agenzia di rating Fitch, Goldman Sachs, l’arraffatore di finanziamenti pubblici con cittadinanza svizzera Marchionne e da ultimo Katainen, vice presidente della Commissione UE.

RISPARMIO DEI COSTI? UNA BARZELLETTA!
Si giustifica la riforma dicendo che permette di risparmiare i costi del Senato, quando invece l’istituzione rimane in funzione, con l’unica differenza che non saranno più i cittadini a eleggere i senatori, ma i consiglieri regionali!
Nel 2015 peraltro il Senato ha gravato sul patrimonio dello stato per ben lo 0,064%; non è certo qui che si determina il deficit! Si pensi piuttosto – ad esempio – ai 70 milioni di euro che spendiamo ogni giorno per la partecipazione dell’Italia alla NATO.

FERMIAMO L’ATTACCO ALLA COSTITUZIONE, A CASA IL GOVERNO RENZI
La Costituzione è già stata modificata in peggio dal Titolo V e nel 2012 con l’introduzione del Fiscal Compact, che impedisce di fatto investimenti pubblici di largo respiro. Questa non è quindi una lotta di conservazione, ma una lotta per la riconquista e la vera e profonda applicazione della Costituzione repubblicana, come presupposto necessario per una trasformazione radicale dell’Italia e la costruzione di una società socialista. Un primo passo è la sconfitta di questa riforma sciagurata e di questo governo asservito al grande capitale, all’Unione Europea e agli Stati Uniti.

VOTIAMO NO!

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