Bella copertina, confezione curata con anche una piccola traccia interattiva e ben sedici canzoni, così si presenta la seconda uscita su Fat Wreck degli australiani Frenzal Rhomb. Questo disco ha poi dietro di se un dato abbastanza importante, ha infatti venduto nella prima settimana di uscita nel nuovissimo continente ben 25.000 copie, per cui c’è una certa curiosità da parte mia quando mi avvicino a questo “oggetto”. La prima impressione nonè delle migliori, e dopo il primo ascolto mi continuo a chiedere come avranno fatto a diventare così famosi e a vendere così tanto. Ma fortunatamente non mi fermo alla prima impressione e rimetto il cd nel lettore. Le cose sono già meglio ed alcune canzoni incominciano a piacermi,come ad esempio il pop-punk di “Coming Home”, oppure il simil-rock di “War”. Ed è proprio il pop-punk più disimpegnato, come dimostrano anche i testi(molto carini), il genere nel quale operano i nostri. Non mancano le disgressioni in campo hardcore o più propriamente punk, anche se logicamente il suono rimane abbastanza leggero, anche negli episodi più tirati. Una voce che non è delle migliori, complice anche un missaggio che non mi piace, è decisamente il limite maggiore del gruppo, almeno per me ed i miei gusti. Ma le melodie ci sono e sono anche ben strutturate, solari e scanzonate come da programma. E poi ad onor del vero bisogna riconoscere a questi quattro ragazzi che la fantasia non gli manca, infatti non ci sono canzoni fatte in serie ed anzi il cambio di atmosfera tra un brano e l’altro è una piacevolecostante che accompagna tutto l’album. Certo, talvolta i brani scadono nel già sentito o nel noioso, ma ci sono molti guizzi e spunti interessanti, senza contare che la formula generale dell’album non potrà non piacere a chisi è avvicinato da poco al punk, vista la facile presa di molti episodi. Forse tutti gli altri avrebbero osato chiedere di più, come sarebbe logico aspettarsi, ma sicuramente non possiamo odiare i Frenzal Rhomb per questeaperture “easy”, che tra l’altro sono sempre state presenti nella loro musica. In sostanza un lavoro a metà tra il bello ed il bellino e tendente più al primo, fatto questo che giustifica la mia curiosità nell’intervistarli e nel sentirli dal vivo a breve, quando saranno cioè supporter di lusso ai Less Than Jake. Ne riparleremo ancora in futuro!
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