Oggi è uscito il primo EP omonimo delle Useless 4, ne abbiamo parlato direttamente con la band in un’interessante intervista che racconta la loro storia e il loro percorso musicale.
The Useless4 vi aspettano sabato 15 marzo all’Edonè di Bergamo per il RELEASE PARTY
Ciao ragazze/i, ormai siete quasi delle celebrità, ma non tutti vi conoscono, raccontateci di voi, di come nasce la band e di quella offerta di marinare la scuola per registrare un disco.
Siamo una band punk rock di Bergamo composta dalle gemelle Elisa e Sara, rispettivamente chitarra e voce, e dai fratelli Federico e Claudia, batteria e basso. Ci siamo formati nel 2019 quando avevamo ancora 12 e 14 anni, mentre i primi due pezzi sono arrivati nel 2021, all’età di 16 e 14 anni (nell’EP, in ordine di scrittura, Stuck In My Mind e Revenge, nonché i primi due singoli usciti) e da lì non ci siamo più fermati. L’offerta di marinare la scuola per registrare il disco è partita da giugno 2022, periodo della nostra prima data in Edoné dove abbiamo conosciuto Franz, che incuriosito dalla nostra scaletta un po’ arrangiata tra pezzi nostri e cover di Misfits e Dead Kennedys, ci ha dato fiducia sin da subito, e grazie e lui e a Riccardo Zamboni abbiamo avuto l’occasione di suonare in apertura a una data per Bergamo sottosuolo in Edoné nel dicembre dello stesso anno. Dopo quella sera è arrivata la proposta di registrare il disco, un venerdì mattina di aprile 2023 ci siamo presentati al Big Tree Studio di Brescia e con Brown Barcella e Riccardo Zamboni abbiamo registrato tutti e 7 i pezzi in una sola giornata in presa diretta. Così è nato il nostro primo EP “The Useless 4”, disponibile da venerdì 14 marzo su tutte le piattaforme digitali.
Visto che sono le vostre prime interviste vi tocca rispondere alle domande banali che in futuro vi faranno alla nausea, spiegateci il nome Useless 4 e perché avete scelto di cantare in inglese.
Il nome The Useless 4 l’abbiamo scelto di ritorno da un negozio di strumenti musicali, la prima volta che ci hanno riconosciuti come band. Da lì è sorta la necessità di pensare a un nome che potesse rappresentarci al meglio, tra le varie opzioni c’era “I fantastici 4”, ma ovviamente quelli non potevamo essere noi, abbiamo quindi deciso di giocare sull’autoironia e optare per “gli inutili 4”, in inglese “The Useless 4”.
La scelta di cantare in inglese deriva principalmente dal fatto che scrivere in questa lingua ci viene più semplice piuttosto che scrivere in italiano, riusciamo a trovare le parole più facilmente e pensiamo suoni meglio con la musica che facciamo, ci sentiamo più ispirati!
Come sono nati i brani di questo disco? Li avete scritti apposta o erano già canzoni pronte?
I brani dell’EP erano già pronti, sono le prime canzoni che abbiamo scritto in assoluto, nascono senza l’idea precisa di come si scrivesse una canzone e soprattutto un disco. L’intenzione era quella di scrivere musica perché ci piace farlo, ovviamente, come pensiamo accada a tutti i gruppi emergenti. Il sogno di concretizzare il tutto in un disco c’è sempre stato, ma è successo quasi per caso, mai avremmo pensato di ricevere così tanto supporto e che saremmo addirittura riusciti ad uscire con un vero e proprio vinile!
Com’è la situazione musicale nella vostra scuola, ci sono tanti appassionati di punk o siete delle mosche bianche?
Nelle nostre scuole sono pochissimi gli appassionati di punk. Secondo noi è un genere che in qualche modo pian piano sta tornando, ma in generale i ragazzi della nostra età prediligono generi molto distanti da questo, ci capita infatti di trovarci in contesti scolastici in cui parlare di questa musica diventa difficile. A parte delle eccezioni, nella maggior parte dei casi nominare gruppi musicali della scena punk, anche i nomi più conosciuti, è sempre un’incognita, è difficile che capiscano di cosa tu stia parlando.
Quello che salta all’occhio durante i vostri live è l’attitudine tranquilla e scanzonata da veterane, come se foste abituate ad esibirvi, da dove arriva questa sicurezza nei vostri mezzi?
Siamo contenti di sapere che si percepisca una sicurezza in questi termini! In realtà è un qualcosa che abbiamo cominciato ad acquisire man mano che ci siamo resi conto che lasciarsi andare e divertirsi sul palco fosse la scelta più facile ed efficace allo stesso tempo. Non stiamo a pensare a cosa fare o a costruirci un’immagine particolare, ci piace lasciarci andare un po’ come viene, in maniera spontanea, facendo quello che amiamo tutti e quattro. La sicurezza che mostriamo è sicuramente anche merito del pubblico. Quando ci rendiamo conto che c’è grande partecipazione ci carichiamo e non ci ferma nessuno! Ci sentiamo più sicuri e di conseguenza più sciolti.
Altro punto su cui porre l’accento è il fatto che il vostro sound non abbia nulla a che fare con il punk contemporaneo ma sia molto più affine con quello del 77, quali sono le vostre ispirazioni? C’è un artista a cui vi rifate o nasce tutto da voi?
Il fatto che il nostro sound si avvicini più ad un punk anni 70 potremmo dire sia in parte dovuto all’influenza di questo genere soprattutto per il batterista e la bassista (fratelli) che sono cresciuti in mezzo alla musica punk da sempre grazie ai loro genitori, condividendo poi questa passione con noi altre ragazze del gruppo. Il crescere in mezzo ai classici Ramones, Misfits, Bad religion e Dead Kennedys ha portato ad un sanissimo lavaggio del cervello! Siamo partiti da questa base di influenza e poi ci abbiamo aggiunto del nostro, ampliando i nostri gusti musicali anche oltre il punk, il quale però resta fieramente sempre e comunque la base da cui abbiamo iniziato.
Di cosa parlano le vostre canzoni, cosa vi piacerebbe comunicare a chi ascolta un vostro brano?
Dare una sola spiegazione per raggruppare tutti i nostri brani è complesso, poiché trattano tanti temi diversi e ogni tanto quasi difficili da definire, ma potremmo riassumere col dire che ci piace scrivere ciò che la musica ci suggerisce. Spesso raccontiamo di emozioni come rabbia, tristezza, caos, ogni tanto abbiamo scritto anche testi introspettivi e qualche volta un po’ più menefreghisti. Cambiamo messaggio da pezzo a pezzo, senza una necessaria continuità.
Cerchiamo di comunicare cose diverse (più o meno serie) con un peso diverso, ma quasi sempre derivate da esperienze o pensieri personali.
Wild Honey è una delle etichette underground più importanti in Italia e ha deciso di farvi uscire addirittura su vinile. Com’è il rapporto con Franz e cosa pensate del vinile? E’ un formato che amate o preferite lo streaming?
Con Franz abbiamo un rapporto splendido, ci siamo conosciuti per caso la prima volta che abbiamo suonato in Edoné per la festa delle scuole e lo abbiamo colpito quando abbiamo attaccato con una cover dei Misfits e una dei Dead Kennedys, quasi amore a prima vista! È rimasto incuriosito dal fatto che noi così giovani potessimo conoscere band così importanti per la scena punk.
L’idea del vinile ci ha sempre affascinato, infatti quando ci è stata proposta l’idea di produrne uno nostro siamo stati subito entusiasti. Per quanto riguarda il dibattito tra streaming e vinile possiamo dire che lo streaming fa sicuramente comodo, per cui ha i suoi vantaggi, ma il vinile è una soddisfazione diversa.
Vi arrivano già richieste per suonare fuori dalla vostra città? Come coniugate scuola, amici e band? Le vostre famiglie vi supportano o cercano di tenervi con i piedi per terra?
Fortunatamente nell’ultimo periodo abbiamo ricevuto qualche richiesta per suonare fuori dalla nostra città ed è sempre una grande soddisfazione, nonostante siano passi ancora brevi, cerchiamo sempre di essere il più disponibili possibile. Coniugare scuola, impegni e date non è sempre facilissimo, ma facciamo sempre il possibile per arrivare ovunque. Cerchiamo generalmente di dare priorità alla musica, essendo un progetto che ci sta dando veramente tante emozioni. Per quanto riguarda il gestire le amicizie, invece, è abbastanza semplice contando che l’amicizia più stretta che abbiamo è quella tra di noi, quindi concerti e prove possiamo spesso considerarli quasi come semplici uscite tra amici.
Una delle nostre grandi fortune è sicuramente l’avere le nostre famiglie sempre dalla nostra parte, ci hanno sempre supportato fino a questo momento e spinto nel proseguire con la band, avendo oltretutto iniziato tutti da minorenni il loro supporto è stato fondamentale per iniziare.
Avete un’età nella quale solitamente non ci si pongono tante domande ma il vostro modo di suonare, comporre e proporvi sembra molto più ragionato di quello di tanti musicisti con il doppio dei vostri anni, come prendete le decisioni che riguardano la band? Andate di pancia o programmate a tavolino?
Ci fa molto piacere che si noti un ragionamento dietro quello che facciamo! Ed effettivamente cerchiamo generalmente di organizzarci in tutto nel modo più chiaro e semplice possibile in modo da avere le cose sotto controllo, cosa non sempre possibile ma non ci facciamo troppi problemi, gli imprevisti possono capitare. Ci confrontiamo, valutiamo le situazioni e tutto si risolve in qualche modo, ogni tanto deve andare così! Il punk è anche questo.
Sognare è bello e non costa niente, chiudete gli occhi e immaginatevi a 25 anni, esisterà ancora la band e se sì, dove vi immaginate?
Immaginandoci a 25 anni ci piace pensare che la band esista ancora e sia sempre più forte! Non ci figuriamo necessariamente a riempire gli stadi, anzi, i soliti centri sociali e circoli arci rimarranno sempre una delle parti più belle del suonare in giro. Sicuramente ci staremo divertendo, magari in giro per l’Italia e all’estero, ma senza troppe pretese. Felici di fare quello che facciamo adesso a quasi 20 anni ma con più consapevolezza, esperienza e sempre più energia. In breve diciamo che non vediamo l’ora!