Intervista ad Andrea Rock


Vi spoilero direttamente la conclusione dell’intervista, ovvero ciò che ho capito dopo un’ora e mezza di chiacchierata in un bar sotto la sede di Radio 105:
Andrea Rock è “uno di noi”.
Ma facciamo un paio di passi indietro: l’anno scorso sul blog della Massoneria Ramonica (il blog di riferimento della scena Ramones-core italiana) c’è stato un simpatico scambio di piacevolezze che è passato da “a morte Andrea Rock” a “siamo diversi ma è simpatico, e ora non capisco perchè lo odiavo”. In mezzo c’è stata un’intervista e un concerto insieme.
Cosa ci insegna questa breve storia? Che quando si giudica qualcuno senza conoscerlo veramente, solitamente si sbaglia, questo vale per la Massoneria, come per me, come per voi. Vi abbiamo presentato: “Le grandi lezioni di vita del cazzo di Punkadeka vol. 1”
Ora, venendo all’intervista…quanti possono dire di conoscere veramente Andrea Rock? Per la maggior parte di noi è quello che fa il dj a Virgin Radio, che suona con quella band paraculata (gli Andead) che aprono sempre i concertoni.
La prima cosa che gli chiedo riguarda il suo lavoro, uno dei motivi per cui è malvisto nella scena punk è perchè “lavora a Virgin Radio che mette della musica di merda per ragazzini”.
Andrea: “Io penso che giudicare le persone dal mestiere che fanno sia un atteggiamento classista e fascista, che va totalmente contro la libertà che veniva raccontata nei dischi con cui siamo cresciuti. Se ti sta sulle palle Virgin Radio perchè si mette in bocca parole che fino all’altroieri erano solo tue (tipo Ramones, tipo Punkrock…), non è per forza colpa del singolo che magari invece sta remando dall’altra parte per cercare di riportare il giusto equilirio.
Punkadeka: “Il problema è che magari tu conosci le dinamiche interne, ma chi ascolta “da fuori” non è tenuto a farlo, e ti identifica facilmente come “bersaglio” proprio perchè vieni dal “nostro mondo”
A: Ma sai, io penso che sarebbe stupido passare che ne so…gli Squirtgun o i Rotting Christ per fare quello estremo e alternativo, questo è un altro mondo. Davanti a me io ho due microfoni: in quello che uso per lavoro non posso dire “raga, se non conoscete tutto “Built to last” dei Sick of it All siete degli sfigati”, così come non mi sognerei mai di andare sul palco con gli Andead e dire “l’ultimo dei Biffy Clyro è veramente una figata”, anche se lo penso davvero. Sono due mondi ben separati.
P: C’è da dire che quando è arrivata Virgin, Rock FM era morta già da un po’, e probabilmente chi ascolta rock & punk ha riposto in questa nuova radio le proprie speranze di ascoltare qualcosa di figo…e si è ritrovata le playlist con sempre gli stessi pezzi banali e strasentiti e questo ha generato dell’acrimonia.
A: Sicuramente, ma sai io ad esempio ogni tanto i Teenage Bottlerocket li metto anche, ma poi devo anche passare i Green Day per la millesima volta per dare un riferimento agli ascoltatori “novellini” che se no sono spaesati.
P: La scena punk senza rendersene conto, prende i difetti tipici dell'”essere italiani”, appena qualcuno si eleva di tanto così sopra il resto, diventa giusto e dovuto infamarlo, anche se il suo “elevarsi” è piu’ una questione di percezione esterna, che un fatto effettivo.
A: Esatto, mi piace che hai usato l’espressione “percezione esterna”, perchè è vero che il problema nel giudizio della band sta tutto lì; tanto è vero che chi giudica il nostro operato (e anche le webzine stesse) non si rende conto che gli Andead quando vanno a suonare ad esempio all’Eterotopia di San Giuliano Milanese, ci vanno a zero euro…la “percezione” sbagliata che ha la gente è che io navigo nell’oro, e gli Andead navigano nell’oro, quindi ci possiamo pagare gli slot di apertura ai festival. E’ sbagliato: la mia band non guadagna da Gennaio 2017 perchè ci muoviamo a rimborso spese, e io sto mettendo da parte dai tempi di Rock TV (soldi miei) per aprire uno studio di registrazione.
P: Tutto questo è molto bello, ma allora la domanda nasce spontanea: i rapporti con la Rude Records che vi produce dal primo disco, nascono perchè tu eri “Andrea di Rock TV”? poi “Andrea di Virgin”? Cioè il tuo operare già in ambito musicale a un livello “alto” è stato fondamentale nel tuo entrare in rapporti con un’etichetta discografica?
A: Mah, in realtà con Ilich siamo amici da 22 anni, prima che nascesse la Rude Records. Lui e il suo socio Amen mi chiedevano spesso di fare cori nei dischi hardcore che si registravano al loro studio, l’Avatara di Milano, dove provavo all’epoca…lui arrivava dal giro hardcore, quindi andavamo insieme ai concerti degli Half my time, dei No comply ecc…quando hanno aperto l’etichetta e io ho messo su gli Andead ci hanno dato una mano con la promozione, ma la produzione economica è sempre stata sulle nostre spalle…e ancora oggi è così.
P: Quindi i vari slot di apertura al Rock in Idro, ai Dropkick Murphys, ecc…?
A: Lì ci sono dinamiche diverse, nello specifico col Rock in Idro avevamo appena iniziato a collaborare con Hub Music Factory che ci ha messi in apertura nell’ottica poi di vendere nostre serate in seguito, finita la collaborazione poi Hub di sua spontanea volontà è tornata a chiederci se volevamo aprire i Flogging Molly, una volta con gli Andead e una volta col mio progetto solista, ovviamente non ci sono mai stati soldi di mezzo.
Di solito la Rude Records manda una mail per chiedere di metterci in apertura ai concerti, ma se non riceve risposta, semplicemente noi non apriamo.
L’apertura ai Sum41 al Forum di Assago invece è stata la conseguenza di aver dato il nostro cd al loro manager quando avevano suonato al Carroponte nell’estate 2017, il manager ha ascoltato il cd e quando sono tornati per suonare al Forum una domenica sera, il venerdi prima abbiamo cenato insieme e mi han chiesto se gli Andead avrebbero voluto aprire la serata
P: del disco nuovo cosa mi dici?
A: si chiama for the underdogs perchè ci siamo sempre sentiti underdogs
P: secondo me però la gente non vi considera esattamente underdogs
A: è vero, però pensaci, ovunque andiamo non c’è mai nessuno che spende parole (positive) per noi, c’è sempre qualcuno tipo la massoneria o qualsiasi altra webzine che ci dice “adesso vediamo quanto fate cagare”, ecc…per questo noi partiamo sempre come underdogs, che non vuol dire “sfigato” in assoluto, ma che viene sempre dato perdente e deve faticare il doppio per conquistarsi la fiducia.

Come ho scritto all’inizio, la nostra chiacchierata è durata un’ora e mezza, abbiamo anche approfondito l’operazione Italian Punk Go Acoustic  di cui ho accennato anche nella recensione di IV The Underdogs, tutto questo riporta comunque alla frase con cui ho aperto: Andrea Rock è uno di noi.
Alla fine, se quello che ci ha raccontato è vero (e non ho dubbi che lo sia), le dinamiche che regolano la vita della sua band, sono le stesse che regolano quelle di noi “plebei”…l’unica differenza è che a noi ci chiama a suonare insieme il nostro amico chitarrista della band sfigata di nostri amici, a lui lo chiama il suo amico di quando era ragazzino che nel frattempo è diventato un pezzo grosso. Vogliamo fargliene una colpa?

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