LESTER GREENOWSKI: Out of tune, out of key

Ok, vi racconto una cosa: ad un certo punto, ad inizio ’00 la scena glam italiana iniziò a crescere parecchio. Si, c’è stata una scena glam in italia…ad un certo punto, hanno iniziato a girare band fantastiche tipo Bastet, Hollywood Killerz, Jany James, Fuori Uso, The Guestz, Crackhouse, Jolly Power, ecc…con loro i festival, le serate a tema, le zine su carta e ovviamente quelle su web. Il Punkadeka della scena glam di metà anni ’00 fu Slamrocks.com il cui forum era frequentato quanto quello di Punkadeka negli anni ’90, in cui ovviamente c’erano litigi, polemiche e risse verbali (e flame infiniti), nascevano amicizie, collaborazioni, si organizzavano trasferte…era a tutti gli effetti una comunità così attiva che chi ne faceva parte allora ancora oggi si frequenta anche nella vita reale.
Lester Greenowski all’interno di questa scena era uno dei membri più attivi, e oggi lo posso dire con la consapevolezza del tempo passato: il migliore di tutti dal punto di vista musicale (di composizione, impegno, performance…).
Abbiamo già recensito robe sue, questo “Out of tune, out of key” è l’ennesimo capitolo di una storia che ci (mi) aveva già entusiasmato agli inizi, e non ha mai smesso.
Apre “Let’s get fucked up“, un punk’n’roll veloce, divertente e spensierato, dichiarazione di intenti abbastanza chiara, chiude la title track, più malinconica, alla Dogs d’Amour. Il songwriting di Lester si è sempre diviso fra questi due estremi: il glam punk allegro cazzone, urlato, divertente e figlio di Cheap Trick e Ramones da una parte, e dall’altra la malinconia, la “tristezza” e l’introspezione di gente come appunto Dogs D’amour, Hanoi Rocks e altri.
A proposito di Hanoi Rocks…non so quanti lettori di Punkadeka siano loro fans, ma c’è un pezzo su questo disco, si chiama “Until wrong turned right” che è fantastico: ha una melodia di quelle che vi fanno venire l’occhio lucido, ma ad un certo punto parte un assolo di sax su una base ritmica di pelli della batteria e piano, e questa roba è PIU’ HANOI ROCKS DEGLI HANOI ROCKS del 1981. Roba da pelle d’oca.

Sono abbastanza convinto che chi già conosce Lester, sta recensione non l’ha neanche letta e si è fiondato a comprarsi il disco (o ad ascoltarselo sulle varie piattaforme), per gli altri ci sono i link lì sotto.
Ah, com’è finita la scena glam italiana? Non c’è stata nessuna band che ha raggiunto un successo commerciale decente (come è successo in ambito punk a Punkreas, Derozer, Shandon, Pornoriviste…) e si tirasse dietro le altre band, quindi il tutto è morto nel silenzio e nell’indifferenza, oggi sono pochISSIME le band ancora attive da allora, e tutte quelle paillettes e quei lustrini sono andate perdute come lacrime nella pioggia.

LESTER GREENOWSKI – FACEBOOK

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