Siamo sinceri. I festival di più giorni sono una ricarica di dopamina e adrenalina che ti porti addosso per tutte le settimane successive!Proviamo a riassumerla in qualche riga!
Secondo anno per il Mad One Spring Break di Sabbioneta, organizzato dall’omonimo birrificio indipendente che ha presentato tre giorni di festival, con una line up di tutto rispetto.
Partiamo dal presupposto che la location di per sé offre già un contesto che permette di vivere al 100% ogni sfumatura dell’evento: siamo a Sabbioneta, città patrimonio dell’Unesco, racchiusa all’interno delle sue mura. Si ha a tratti la percezione di vivere all’interno di un grande castello dove ogni angolo offre un momento diverso ma con un denominatore comune: il punk rock! Che si tratti di musica, stile di vita o attitudine, se vuoi sentirti parte di una famiglia, il Mad One sa come farti sentire al posto giusto nel momento giusto.
Iniziato il venerdì sera con tre band, si sono scaldati ampiamente i motori con l’esibizione degli Well, degli RFC e infine dei Mefisto Brass band.
Il giorno successivo inizia sotto un sole che ormai saluta la primavera e ci catapulta direttamente in quella sensazione di sole che scotta, occhiali scuri e di sudore a cui smetti di fare caso quando sei sottopalco mentre il tuo gruppo preferito sta suonando.
Si parte in piazza Ducale con l’esibizione dei SalRInella e le Pallottole, seguiti dai Cornoltis e infine dagli Impossibili che, con la loro “Stefy è una punk”, ci catapultano indietro di qualche anno: improvvisamente siamo tutti quindicenni, la sensazione di sentirla ancora uscire dal walkman si sovrappone alla musica dal vivo.
Ci si sposta quindi allo spalto Bresciani, tra una birra e l’altra per riprendersi dal caldo. Nota necessaria: il birrificio Man One non ha solo offerto un festival degno di nota, ma anche una selezione di birre che se dobbiamo essere sinceri, pochi festival offrono. Una birra artigianale che ti fa venire voglia di assaggiarne un’altra, non di berla tanto per berla, ma di berla perché anche la birra diventa un’esperienza parte dell’evento!
Ore 17.00 aprono i cancelli e si parte alla grande con il punk rock dei Bad Frog che hanno fatto del demenziale la loro bandiera. Ascoltare i Bad Frog è come sentire il racconto della sera prima dell’amico che nella compagnia è il più originale di tutti, il classico fuori di testa che fa gruppo e che trascina in racconti esileranti.
I Circus Punk ancora una volta portano il loro garage punk fuori dalla porta e lo diffondono nell’arena, dando il via alla carica di energia che da li a poco è esplosa con l’esibizione dei The Rumpled: l’irish punk, che piaccia o meno, innesta un non controllo del movimento delle gambe: si balla, si gira in cerchio, si salta! Incontrollabili e coinvolgenti: un gruppo capace di coinvolgere il pubblico a 360 gradi. Anche se non stai ascoltano ti ritrovi lo stesso coinvolto!
Il sole sta tramontando e si accendono le luci della sera su due gruppi il cui nome è ormai scolpito nella Walk of Fame del Punk Rock italiano: gli Shandon e i Derozer.
Quando parte il reef di batteria di Janet si passa dal pogo al ballare ska in 5 secondi…questi sono gli Shandon, uno Ska Core che un momento fa ballare, quello dopo fa pogare e quello dopo ancora ti fa chiudere nel tuo mondo in riflessione totale con te stesso.
Cambio palco ed è subito “Noi siamo i Derozer, voi siete i Derozer”. Come dar torto a Seby quando ce lo ricorda, siamo ormai tutti parte della famiglia Derozer che, ogni volta, sul palco, regalano momenti incredibili.
Si chiude con questa adrenalina l’avventura del secondo giorno del MadOne.
La domenica si riparte, un caldo afoso improvviso, si gira per le stradine di Sabbioneta alla ricerca di ombra già dalle prime ore della mattina. Colazione con calma e già ti sembra di essere in vacanza, mentre ti prepari per un altro pomeriggio e un’ultima serata che, da programma, ha già tutte le carte in regola per essere una giornata indimenticabile. Parti sapendo che i Bull Brigade chiuderanno il festival ma, sapendo cosa ti aspetta prima di loro, cresce ancora di più la voglia di stare sottopalco anche con il sole cocente.
Nel pomeriggio in piazza Ducale i sampietrini ti cuociono anche la suola delle scarpe, ogni angolo di ombra è già occupato, salgono sul palco i Lillians, seguiti dai Coconut Planters e infine i The Rubber Room. Sono gli unici (quasi) sotto il sole mentre si esibiscono, ma questo rende ancora tutto più punk rock quando non mancano salti sul palco, salti sotto il palco, stage diving…ti dimentichi del caldo e del sudore condiviso, perché sai che fa tutto parte della fortuna di essere presenti e partecipi!
Alle 18 ripartono i concerti sullo spalto Bresciani. Aprono i The Frog, anche loro come i Circus Punk che si sono esibiti il giorno prima, sono in due ma sono devastanti.
Seguono i Madbeat: i loro concerti sono sempre un viaggio avanti e indietro nel tempo, tra quello che era e quello che è, fatto di rabbia ma anche di tante emozioni positive. Non è uscito da molto il loro singolo “Chiudere gli Occhi”, eppure c’è già il coro di accompagnamento del pubblico. Una di quelle canzoni che già dal primo ascolto, ti sembra di averla sempre saputa a memoria!
È il momento dei Raw Power, band emiliana che ha fatto la storia del punk hardcore italiano e che ancora continua a scriverla conservando il suo stile preciso, quasi tagliente. Non per nulla sono una delle band che, nel panorama HC mondiale, ha saputo conquistarsi un posto in vetta.
Tramonto bellissimo dietro le mura di Sabbioneta, i Discomostro salgono sul palco con uno sfondo che passa in breve tempo dall’arancione al colore tipico delle ore blu. Diventa quasi un’esibizione mistica in cui si perde la cognizione del tempo, un romanticismo contrapposto ma che si sposa benissimo con i brani sempre forti di questa band, sia in termini di musica che di testi.
Ormai è buio, la percezione classica dell’angoscia da domenica sera e della consapevolezza che il giorno dopo probabilmente sarai al lavoro, passa in un attimo quando i Bull Brigade iniziano a suonare Ansia: quella che adesso però non c’è perché stiamo vivendo quel momento e quel presente, domani magari tornerà, ma adesso non ci vogliamo pensare.
Un concerto che è un crescendo, che emoziona e che coinvolge e che decide di regalarci per la prima volta “Lividi” in versione live: “che cosa pensa tua madre di come mi ha rovinato questa città e dei giorni persi ad aspettare il giorno che non arriverà”. Ripercorri in un momento tutta la strada che hai fatto, tutti i momenti che hai vissuto, gli stessi che ti hanno portato ad essere qui in questi giorni e ti accorgi che la vita che hai scelto è questa, che la musica, questa musica soprattutto, non manca mai, che forse è grazie a lei e a tutte le persone che ne fanno parte che sei quello che sei. Sei improvvisamente grato e con il cuore pieno.
Grazie Mad One, grazie Sabbioneta! Ci vediamo il prossimo anno!