Mad in Ska@Festival de la Paille (report by Elvira)

Ricevo e pubblico questo bel live report di Elvira, che ha raggiunto i Mad In Ska (conosciuti pochi giorni fa su questa pagina) a Métabief a circa 100km a nord di Ginevra, dove hanno suonato al Festival de la Paille davanti a migliaia di persone. Dico solo che dopo aver letto questo report ho una gran voglia di vederli.

Mad in Ska @ Festival de la Paille, Métabief (Francia) 01/08/2015
Se la felicità si potesse misurare in chilometri, potrei dire che i mille tra andata e ritorno percorsi solo per assistere a un concerto dei Mad in Ska in fondo non sono stati troppi, neanche aggiungendoci la pioggia, il freddo e il mare di fango che tappezzava tutta l’area del Festival de la Paille.
I ragazzi entrano in scena a mezzanotte e mezza, dopo i fuochi d’artificio, presentandosi uno per uno con un assolo, ed è subito chiaro che il vero spettacolo pirotecnico deve ancora incominciare. Le 9000 persone presenti, di ogni fascia di età, aspettano solo di scaldarsi, agitarsi, emozionarsi, e vengono subito accontentate. Dopo l’attacco con un pezzo inedito e i saluti di rito, i Mad in Ska travolgono e coinvolgono con canzoni tratte dai due album, “G8 j’ai rien!” del 2010 e il recentissimo “Le poids de l’histoire”. La chitarra potente e decisa non dà tregua, i fiati incalzano e la carica comunicativa del cantante trascina il pubblico a partecipare ai cori. Si canta, si balla e si poga, senza abbassare l’attenzione sui temi affrontati dai testi: la difesa della Natura e degli animali (“No coment”, “Si la Nature”, “Torero”), le ingiustizie del mondo (“Le poids de l’histoire”, “Sorina”) e i drammi personali (“A quoi bon”), ma c’è anche posto per pezzi più scanzonati e disimpegnati (“Elle”, “Un singe en hiver”). I ragazzi hanno alle spalle un lungo lavoro di prove e si sente, sono tecnicamente perfetti e affiatatissimi nel ritmo e nei movimenti, e anche a livello emotivo si consegnano totalmente alla platea, che ricambia con lo stesso calore. L’apice della passione collettiva si raggiunge con “Enfants de la révolution”, il pezzo più amato e conosciuto, un inno di speranza per una riconquista solidale dei diritti umani.
A giudicare dalla carica che avevano addosso, avrebbero continuato a oltranza, ma nell’ambito del festival è stato loro concesso poco meno di un’ora. Troppo poco. So già che prima che i lividi da transenna sbiadiscano del tutto mi rimetterò in viaggio per rivederli, risentirli, e riviverli. Nell’attesa che ricambino la visita al più presto.

A nome di PUNKADEKA grazie a Elvira per questo bellissimo report, e ringrazio la pagina ufficiale dei MAD IN SKA e VISUALBREAK ai quali ho grattato le foto.

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