MEANWHILE: Choice

Il fiuto della Wynona colpisce ancora ed una nuova band pronta a fare il grande colpo ecco salire alla ribalta, i Meanwhile. Nati nel ’96 a Faenza ci hanno messo un pò (un bel pò direi) per arrivare alla ribalta con questo “Choice” che possiamo considerare a tutti gli effetti il loro debut-album, ma l’attesa è davvero valsa la pena credetemi.

Da un pò di tempo giungono sulla mia scrivania produzioni molto buone ma alle quali la maggior parte delle volte manca quel quid che riesce a far uscire un album dall’anonimato. Penso sinceramente che “Choice” abbia veramente quel qualcosa in più che riuscirà a portare alla ribalta internazionale (un giorno vi ricorderete di queste parole!!) i Meanwhile.

Dieci tracce schiette e dirette con ritmi e sonorità accattivanti con una base di fondo prettamente melodica ma che non scade nel banale o nel filone “trash sentimentale” alquanto in voga ultimamente. Diciamo che i Meanwhile imparano bene la lezione che band come Ten Foot Pole o Satanic Surfers (delle quali non solo ammiratori ma anche supporter sono stati) hanno insegnato coniugando con elementi tipici della melodia di band come Face To Face o No Use For A Name. Il valido apporto del batterista Pinna (Hormonauts member)inoltre riesce a far coniugare nella giusta dose potenza (scuola Rodrigo & Co.) e melodia (filone Josh Freeze).

Le canzoni sono completamente in inglese e, per quanto possa sembrare strano, sono una delle poche band che non sono figlie dei “Corsi in cassetta” del Corriere della Sera o della Repubblica ma che riescono a padroneggiare con sicurezza la lingua con testi che non scadono nel banale o nello scarno vocabolario fatto di “Fuck you” o “I love you so much” tipico di molte giovani band nostrane (che il “Cielo”non se ne voglia, a buon intenditor poche parole).

Unico appunto che magari posso fare alla band è l’ultima traccia “Something different” che puzza forse un pò di ruffiano e costruita a tavolino ma che di sicuro non riesce ad inficiare la splendida impressione che mi ha fatto questo album. Forse qualche traccia in più poi non sarebbe guastata…ma non andiamo a cercare il pelo nell’uovo.

So che magari le mie parole odorano di puro sensazionalismo ma penso che questa band sia veramente la “Next Big Thing” (termine alquanto caro alla critica di stampo anglosassone) della scena underground punk italiana e perchè no, con un pò di lavoro e sbattimento in più, internazionale.

Voto: 8 + ( Un band che darà tante soddisfazioni alla scena italiana )

Tracklist
1. Bitter sweet taste lips2. 7:43 p.m.3. Another rainbow4. Falling5. Who doesn’t care6. Everyday7. Silence8. Wrong or right9. Something different10. Ego

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