The Menzingers + Onoda, 12/08/2015, Freakout Club, Bologna

11012544_865277123533784_5829930828231250931_nA distanza di un anno scarso torno a parlarvi di un live show dei Menzingers.
La punk-rock band di Scranton torna in Italia, questa volta al Freakout di Bologna.
Nonostante le mie pessime condizioni di salute, “stampellato” e zoppo, decido di unirmi alla carovana toscana che si è mossa in massa (scusate il gioco di parole) per l’occasione.

Neanche il tempo di intrattenersi a salutare gli immancabili amici emiliani, romagnoli, milanesi e genovesi che gli Onoda stanno già per iniziare.
Questo sarà un concerto importante per i quattro ragazzacci: due di loro (Zed e Stanga) lasciano la band dopo 1 anno e mezzo di attività in Italia e in Europa. Inutile dirvi che per loro non è stato sicuramente un concerto qualunque.
Cant è in formissima come al solito. Urla la sua rabbia e la sua grinta sul povero microfono: I Was The Evil, Strangled, Sidewalk, Gangsta Rap e la mia preferita Memories scaldano a dovere il pubblico che già comincia a sudare e carburare in vista dei Menzingers.
Non mi resta che fare l’imbocca al lupo canonico agli Onoda, augurando loro di continuare a divertirsi sul palco come hanno dimostrato di saper fare in questo anno e mezzo.

E’ giunto ora il momento dei Menzingers. L’ultima volta che vidi il quartetto della Pennsylvania fu al Paradiso di Amsterdam nell’ottobre dello scorso anno, e il concerto fu una vera e propria bomba ad orologeria: al Freakout non è stato da meno.
Si parte con la coinvolgente I Don’t Wanna Be An Asshole Anymore dell’ultimo album Rented World”, del quale vengono suonate anche Where Your Heartache Exists, My Friends Kyle, The Talk In Remision (durante la frase finale “If everyone needs a crutch, then I need a wheelchair. I need a reason to reason with you” mi sono, mio malgrado, sentito tristemente tirato in causa). Poco importa se non mi hanno fatto Rodent Sentimental Physics….
Su alcuni pezzi di “On The Impossible Past” i decibel si alzano notevolmente e gli stage diving si moltiplicano: sto parlando di Burn After Writing, Sculptors And Vandals, Casey e soprattutto la sempre sublime Nice Things. Da segnalare anche la presenza in scaletta di Sun Hotel, che non sentivo live dal Punk-Rock Holiday del 2013 e che riesce sempre a regalarmi emozioni uniche.
Dai primi due album invece, come al solito, vengono estratti solo pochi pezzi: ricordo I Was Born e Who’s Your Partner (sicuramente mi scordo qualcosa, la mia memoria non è più quella di una volta).
Concludo dicendo che il tutto è stato impreziosito dalla cover dei Bouncing Souls Kate Is Great, durante la quale il pubblico presente si è letteralmente scatenato.

Usciamo dal Freakout anche troppo sudati, ma sicuramente entusiasti di un concerto che, almeno per me, rientrerà nella classica top 5 di fine anno.
Ancora una volta i Menzingers mi hanno dato la prova di quanto non capissi un cazzo 4 anni fa quando li schifavo….

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