A distanza di un anno scarso torno a parlarvi di un live show dei Menzingers.
La punk-rock band di Scranton torna in Italia, questa volta al Freakout di Bologna.
Nonostante le mie pessime condizioni di salute, “stampellato” e zoppo, decido di unirmi alla carovana toscana che si è mossa in massa (scusate il gioco di parole) per l’occasione.
Neanche il tempo di intrattenersi a salutare gli immancabili amici emiliani, romagnoli, milanesi e genovesi che gli Onoda stanno già per iniziare.
Questo sarà un concerto importante per i quattro ragazzacci: due di loro (Zed e Stanga) lasciano la band dopo 1 anno e mezzo di attività in Italia e in Europa. Inutile dirvi che per loro non è stato sicuramente un concerto qualunque.
Cant è in formissima come al solito. Urla la sua rabbia e la sua grinta sul povero microfono: I Was The Evil, Strangled, Sidewalk, Gangsta Rap e la mia preferita Memories scaldano a dovere il pubblico che già comincia a sudare e carburare in vista dei Menzingers.
Non mi resta che fare l’imbocca al lupo canonico agli Onoda, augurando loro di continuare a divertirsi sul palco come hanno dimostrato di saper fare in questo anno e mezzo.
E’ giunto ora il momento dei Menzingers. L’ultima volta che vidi il quartetto della Pennsylvania fu al Paradiso di Amsterdam nell’ottobre dello scorso anno, e il concerto fu una vera e propria bomba ad orologeria: al Freakout non è stato da meno.
Si parte con la coinvolgente I Don’t Wanna Be An Asshole Anymore dell’ultimo album “Rented World”, del quale vengono suonate anche Where Your Heartache Exists, My Friends Kyle, The Talk e In Remision (durante la frase finale “If everyone needs a crutch, then I need a wheelchair. I need a reason to reason with you” mi sono, mio malgrado, sentito tristemente tirato in causa). Poco importa se non mi hanno fatto Rodent e Sentimental Physics….
Su alcuni pezzi di “On The Impossible Past” i decibel si alzano notevolmente e gli stage diving si moltiplicano: sto parlando di Burn After Writing, Sculptors And Vandals, Casey e soprattutto la sempre sublime Nice Things. Da segnalare anche la presenza in scaletta di Sun Hotel, che non sentivo live dal Punk-Rock Holiday del 2013 e che riesce sempre a regalarmi emozioni uniche.
Dai primi due album invece, come al solito, vengono estratti solo pochi pezzi: ricordo I Was Born e Who’s Your Partner (sicuramente mi scordo qualcosa, la mia memoria non è più quella di una volta).
Concludo dicendo che il tutto è stato impreziosito dalla cover dei Bouncing Souls Kate Is Great, durante la quale il pubblico presente si è letteralmente scatenato.
Usciamo dal Freakout anche troppo sudati, ma sicuramente entusiasti di un concerto che, almeno per me, rientrerà nella classica top 5 di fine anno.
Ancora una volta i Menzingers mi hanno dato la prova di quanto non capissi un cazzo 4 anni fa quando li schifavo….