Quel racconto della “storia che si ripete” che ci hanno voluto raccontare nel 1995 i Punkreas, con l’album che li ha lanciati verso il successo, si è alzato come un grido ancora più forte sabato durante il concerto sold out all’Alcatraz di Milano.
Un concerto che passa alla storia e che, ancora una volta, consacra i Punkreas tra le band più influenti della scena punk rock italiana. Una band che quella scena l’ha vista crescere, affermarsi e riconfermarsi ancora oggi dopo 30 anni. Perché sul palco dell’Alcatraz non hanno portato solo buona musica e replicato i loro grandi successi, ma hanno anche riportato in scena quegli ideali e quei valori che hanno fatto di alcuni dei loro brani un vero e proprio manifesto di lotta sociale e politica.
Quel “+ Punk – Trump” sbandierato da Cippa, riapparso poi in scena vestito da soldato americano con tanto di bandiera, ci ha riportato indietro di 20 anni, a testimonianza di quanto poco siano cambiate le dinamiche, con la differenza che oggi è tutto più amplificato dall’infinità di immagini, informazioni, notizie che ogni giorno ci vengono proposte.
Allora è forse ancora più necessario avere un genere musicale che continui a vivere, non all’ombra di un passato che sembra ormai lontano, ma alla luce di un incessante perpetuarsi delle stesse ingiustizie e di guerre sempre più subdole.
In apertura i Circus Punk, band brianzola nata nel 2022, che con il loro sound diretto e crudo gridano apertamente il loro non conformarsi ad una società frenetica e troppo spesso manipolatrice e alienante.
Un sold out reso possibile dalla partecipazione di vecchi e nuovi fan, appartenenti a generazioni diverse ma unite dalla voglia di saltare, partecipare, cantare e dare un seguito ad una storia lunga 30 anni e che ha ancora molte pagine da scrivere.
La presenza stessa di Junior Sprea sul palco è stata la dimostrazione di tutto questo, ponendosi come un dialogo tra due diverse generazioni. Artista reggae giovanissimo e atipico, i cui brani non sono solo ballabili e cantabili, ma nascono dalla necessità di analizzare la società moderna e di porsi come bandiera di una protesta sociale necessaria.
Altro ospite della serata Giancane, che ha deciso di irrompere sul palcoscenico in bicicletta in versione fattorino di una delle tante catene che perpetuano la mercificazione e la svalutazione dei lavoratori, ma che continuano ad esistere per questa nuova frontiera del “tutto subito” e delle comodità che rappresentano la società contemporanea. Insieme ai Punkreas ha cantato una versione densa di rabbia e di opposizione di Aca Toro, grato di poter essere su un palco con un gruppo che ha rappresentato, come per tanti altri, una parte della sua storia.
Sulle note di “Il vicino” hanno invaso la scena le Bambole di Pezza, storica punk rock band tutta al femminile, tornata prepotentemente sulle scene negli ultimi anni con una nuova formazione e con nuovi album, che racchiudono alcuni brani che raccontano quanta forza e resilienza ci voglia ad essere Donna in una società dove essere uomini, è scontato e più facile (ci ha pensato anche Paletta a ricordare quanto il loro punk rock tutto femminile sia devastante!).
Passati in un lampo, o forse mai passati questi 30 anni.
Un anniversario degno di essere ricordato, carico di emozioni e una chiara testimonianza di come i Punkreas non siano sono solo storia, ma anche la voce del presente e del futuro, di chi continua a crederci, di chi ancora spera in un modo più giusto e di chi non smette di mettersi in gioco.
Ancora una volta il Punk si eleva a quel concetto di partecipazione che ci vuole allegri, spensierati e uniti, ma anche consapevoli della realtà con la quale facciamo i conti ogni giorno, anche quella che pur toccandoci da lontano, merita la nostra attenzione e merita di moltiplicare la voce di chi la voce non la può usare!
Per chi come me è cresciuto ascoltando i Punkreas da un lato è stupendo vedere quanto siano ancora unici e amati, dall’altro è un dispiacere che le tematiche delle loro canzoni di 30 anni fa siano ancora attualissime in questa società.
È stato un peccato non aver potuto partecipare ad uno spettacolo unico con ospiti incredibili.
Grazie per le foto che sono stupende e rendono esattamente l’idea di quanto sia stata speciale la serata, ricordandoci però sempre (e me lo ricordo a me stesso) che il punk rock va vissuto anche se gli anni passano!
Questo spirito deve sempre mantenerci vivi, ribellandoci al sistema e cantando strofe che hanno fatto la storia!