PROPAGANDHI: Supporting Caste

Che dire…quando meno te lo aspetti ti trovi tra le mani un nuovo disco dei PROPAGANDHI e la sensazione è sempre la stessa. Da anni ormai.
Cioè quella di essere di fronte alla punk-hc band più ispirata degli ultimi 20 anni.

“Supporting Caste” suona perfettamente come ogni disco del gruppo di Winnipeg. Unico e personale.
L’esaltante ed esplosiva continuazione dei precedenti lavori.

Un mare agitato di emozioni, evolutivo in ogni frangente, sorprendente nei suoi attimi di pura follia.

La melodia della title track “Supporting Caste” è travolgente come le chitarre che la caratterizzano, arricchite dall’ingresso nella band di David ‘Space Beaver’ Guillas (ex-Giant Sons) e sempre pronte a modellare a piacimento le cadenze dell’album.

Le qualità vocali di Chris sono evidenziate brani come “Dear Coach’s Corner” (brano fondato sulla falsità del concetto di patriottismo) e in “Without Love”, mentre lo scream di Todd caratterizza la vena più hardcore della band, mostrata nell’intensità furiosa dei due minuti che racchiudono “This is your life” (canzone rivolta ai soldati convinti di dover “costruire” l’Iran e L’Afghanistan) e “Incalculable effects”.

“Human Meat (The Flansing of Sandor Katz)” è il brano che spicca per incisività con tanto di break finale propagandhiano al 100%, mentre l’intro musicale che ci conduce al brano finale “Last will & Testament” rasserena l’ascoltatore penetrandolo con la sua tenue armonia.

Le liriche coprono come sempre un aspetto basilare ed solo dopo un attenta lettura dei testi si riesce ad assimilare pienamente l’alchimia racchiusa in ogni brano.Le tematiche sono le stesse da anni, riviste e aggiornate, dettagliate ed approfondite e riassunte dal manifesto presente sull’ultima pagina del booklet: “Animal-friendly / Anti-fascist / Gay-positivie / Pro-feminist”.

L’artwork, intitolata “the Triumph of Mischief” ad opera di Kent Monkman, artista da sempre concentrato sullo studio dell’impatto Cristiano sulle popolazioni aborigene del mondo, e un booklet di 24 pagine danno le ultime sfumature ad un opera completa e esaustiva, sottolineando ancora una volta l’attivismo della band.
Senza dubbio il miglior album 2009. Semplicemente fondamentale.

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