PROPAGANDHI

I Propagandhi sono ormai quattro anni che non passano in Europa in tour e l’attesa per i loro show è moltissima. Purtroppo in questo dicembre hanno fatto solamente un UK tour di 10 date che li ha visti presentare il nuovo “Potemkin City Limits”(ormai uscito un anno fa). L’Underground di Camdem Town è sold out da circa due mesi e per la prima volta vedo opere di vero bagarinaggio per un concerto punk con ticket venduti anche a 45-50 pound!

LIVE 09/12/06 – LONDON – PROPAGANDHI + CAPTAIN EVERYTHING + MANIC COUGH + YOU ME AND THE ATOM BOMB

 

Il concerto inizia appena le galline sono andate a dormire e per cui il primo gruppo di supporto, gli “You me and the atom bomb”, iniziano 5 minuti dopo l’apertura del locale (ore 18:35 di Sabato). Purtroppo non mi ci abituo ancora a queste usanze poiché ripenso al mio paese ove il sabato pomeriggio alle 18:35 non dico che non ci sarebbe gente, ma quasi che nemmeno il proprietario e i fonici sarebbero presenti. Ma torniamo a parlare di musica.

Il primo gruppo aveva aperto anche per gli Strike Anywhere ma purtroppo me li ero persi per cui armato di tanto sacrificio mi faccio trovare puntuale in prima fila. Sono da poco usciti con un album su “Household Name Records” (celebre etichetta punk Uk che vede nel proprio roaster bands come i Capdown, i Planet Smashers o gli stessi Captain Everything) e la gente dimostra di conoscerli abbastanza bene sebbene mentre suonino loro non ci fossero più di 150 persone. Buon show in cui la band ci mette tanta grinta. Ancora un po’ acerbi ma penso abbiano delle grandi potenzialità.

Dopo circa mezzora lasciano il palco e a salire sul palco sono le “Manic Cough”. Difficilmente capita di vedere un gruppo peggiore di loro, tre ragazze e un ragazzo alla batteria (l’unico che si salva della band poiché dotato di buona tecnica) che cercano di proporre un punk ‘n roll di difficile definizione. Se proprio dovessi trovargli una definizione direi un’incrocio tra la brutta copia delle Bangles e le nostrane Bambole di Pezza. La cantante ha una voce stridula e decisamente infastidente, le compagne al basso e alla chitarra penso non siano riuscite ad azzeccare un attacco in tutto lo show e il pubblico che rideva a più non posso. Uno spettacolo che potrei definire solamente comico, nient’altro. Questo nonostante l’impegno che ci mettono sul palco. Decisamente sconsigliate.

Alle 20:20 salgono sul palco i Captain Everything, power-trio londinese dedito al melodic hc che è da poco uscito con un ottimo album intitolato “Buena vista bingo club”. Giocano in casa e si vede che il pubblico li conosce molto bene si affolla subito sotto il palco. La loro presenza scenica e attitudine ricorda i “Descendents”, look da nerds stralunati ma appena attaccano con il loro melodic hc si scatena il delirio. Pogo e circe-pit infiammano le prime file, sul palco i ragazzi saltano da una parte all’altra del palco coinvolgendo tutti e divertendosi. Sparano 3-4 canzoni di fila ogni volta poi si fermano per interagire con il pubblico che apprezza. Live-show che mi ha confermato le ottime impressioni del disco. Promossi a pieni voti.

Alle 21:20, dopo un cambio palco durato ben 35 minuti (?!?), salgono sul palco i Propagandhi. Il locale è al completo, sebbene il concetto di sold out inglese contempli anche l’avere lo spazio vitale per godersi un concerto e non come in Italia che fino a che non si è stipati come in un camion merci fanno entrare la gente, e finalmente i Propagandhi possono entrare in scena. Piccola delusione, on stage durante i live si aggiunge una seconda chitarra, d’altronde riproporre il loro sound in studio in tre dal vivo mi sembrava molto difficile. Attaccano con “A speculative fiction” seguito a ruota da “Rock for sustainable capitalism” (ove se la prendono con il Warped Tour e la propria etichetta) e “Die Jugend Marschiert” (ove attaccano il loro governo e i loro Marines). Ripropongono quasi l’intero “Potemkim city limits” ma non si dimenticano di grandi pezzi tratti dai precedenti album come “Back To Motor League” o “Today’s empires, tomorrow’s ashes” dall’omonimo album. Dall’indimenticabile capolavoro “Less talk more rock” le prime due tracce, la title track dell’album e “Nation States” mentre dal primo “How to clean everything” le song “Anti Manifesto” e “Haile Selassie up your ass”. Chris è un po’ fermo e freddo sulle prime song, mentre Todd è un animale da palco che salta da una parte all’altro dello stage. Jord è in grandissima forma e regala una performance semplicemente perfetta mentre il nuovo arrivato alla chitarra (che fisicamente assomiglia a Nikolas Sarcevic dei Millencolin) è molto bravo tecnicamente ma poco partecipe alle performance. L’età media dei presenti era 25-30 per cui molto più attento alla performance che alla “partecipazione fisica” allo show sebbene le prime file si siano scatenate per tutto il tempo in cori e stage diving. Una cosa che mi ha colpito molto è stato vedere come i membri dei “Captain Everything” e degli “You me and the atom bomb” siano stati i più attivi tra il pubblico impegnati in continui stage diving. In Italia solitamente le band che aprono il concerto dopo si godono lo show dal bar o dai camerini credendosi di essere diventati chissà chi perché hanno aperto per una band importante. Sebbene i “Captain Everything” vantino tour europei e diverse partecipazioni al Deconstruction dimostrano di amare ancora col cuore questa musica e di viverla a 360° con massima attitudine.

Il concerto si conclude dopo un’ora e 5 minuti e lascia un po’ di amaro in bocca perché probabilmente ogni loro traccia della loro discografia meritava di essere proposta live e per il sottoscritto la mancanza di “Ska sucks” è stata una dura pugnalata. Concerto memorabile in uno dei templi del Punk Rock europeo!

 

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