PUNKADEKA FEST 2025 (Magnolia, 06/09/2025)

Potrei iniziare il racconto di questo concerto partendo da un anno fa, o anche di più, inutile nascondere che è da tanto che cercavamo di riportarli in Italia, e finalmente, un bel giorno di taaanti mesi fa, mi scrive Deka e mi dice “sei seduto?” con allegato un bello sticker dei Cock Sparrer, da lì sono stati mesi d’inferno perché io avrei voluto gridarlo in piazza che sarebbero finalmente tornati, ed alla nostra festa, ma purtroppo non si poteva… poi c’è stata tutta la super sega mentale su chi chiamare a supporto “questo non c’è, questo vorrebbe ma si fa 450 concerti quindi chiamiamo quell’altro che non suona mai, etc. etc.” credetemi, a tutti quelli che mi hanno scritto, avrei davvero voluto chiamarvi tutti, ma abbiamo dovuto fare delle scelte dolorose, quindi perdonatemi e non prendetevela, non è per demeriti vostri o meriti di altri, sono state solo scelte.

Finito sto pippone che mi porto dentro da tempo direi che posso iniziare a descrivere lontanamente ciò che è stata per me questa edizione del Punkadeka Festival, lontanamente perché ciò che avevo dentro la settimana prima del 6 settembre è un misto di felicità a secchiate, ansia che si prende per il collo con la paura del maltempo, tutto costellato di mezzi colpi apoplettici ogni volta che leggevo “sciopero dei voli…”, tutto poi è passato la sera del 5 settembre, quando col capo e Corrado (Hardstaff) siamo andati a Linate e da li a poco un manipolo di giovani londinesi con la testa lustra (beh, quasi tutti) hanno varcato la soglia degli arrivi, Colin viene in macchina con me al posto di andare col pullmino, dobbiamo fare solo 2 km ma mi sembra una traversata oceanica, già faccio cagare in inglese, mi è uscito solo un “cosa mi dici di Lucas Paquetà?” (per chi non lo sapesse è il n° 10 del West Ham United), fortunatamente ci troviamo d’accordo sul nostro brazilian magnifico e la -mia- tensione un po’ s’allenta, arriviamo in hotel, sono tutti felici e sembrano entusiasti di essere tornati in Italia, ci si da l’appuntamento per il giorno dopo e lascio Milano con “Here We Stand” a palla.
Ovviamente la notte non ho dormito una minchia, con l’appuntamento a mezzogiorno al Magnolia mi presento con la mia paziente (eufemismo) famiglia alle 11:00, il mitico Gigi the driver mi apre ed inizio ad andare in perlustrazione, poco dopo arriva il resto della truppa e ci mettiamo a montare gazebi stabili come la mia mente negli ultimi 3 mesi e faccio due parole con i miei beniamini Medium Beer, e poco dopo, intanto che scarico la macchina di qualcuno, parte la “sirena” di “riot squad”, mi fiondo davanti per vedere il soundcheck, trema tutto comprese le mie gambe, sono devastanti anche quando provano, e finalmente posso iniziare a pensare “si, è tutto vero! Non è lo Xanax che mi da noie allucinogene”…alla spicciolata iniziano ad arrivare le distro, piano piano prende forma il nostro sogno e siamo tutti visibilmente su di giri, felici, carichi d’adrenalina.

Aprono i cancelli ed inizia la carrellata di saluti, abbracci, baci, rimpatriate con persone che non vedevo da anni, il morale di tutti è alle stelle, la domanda principale è “sono arrivati? Sono già qui? Li hai visti?”, a qualcuno mostro il video del soundcheck e la foto che abbiamo fatto io e mia figlia con Colin, non riesco a fare mezzo passo senza abbracciare qualcuno o fare il mio solito amato portinariato, arriva anche la mia nipotina che voleva conoscere quel grandissimo artista di Zerocalcare, che purtroppo non si presenterà (sappi che ora non mi odia, ma mi da qualche bacetto in meno del solito, LOL), vorrei far dilatare questo momento pre-festival all’infinito, ma il maledetto orologio corre velocissimo e ci tocca inizare; ora ovviamente non mi ricordo proprio tutto e sapete quanto non riesca fisiologicamente a segnarmi una scaletta, per cui farò come sempre e butterò lì qualche pensiero sparso…

– si comincia con le chitarre pesanti e tutta la carica dei Medium Beer, band sulla quale abbiamo puntato tantissimo e siamo stati ampiamente ripagati, i giovani milanesi sono ormai un nome e il palco grosso non li spaventa –
ci sono dei buttafuori che si ricordano di me dall’anno scorso e mi salutano calorosamente, è un piacere lavorare con questi ragazzi – ed è un piacere incredibile lavorare di nuovo con Eddi (non so se lui è dello stesso parere)
– i Medium Beer spaccano, PUNTO –
momento magone quando finalmente riesco a vedere dal vivo i Retarded – madonna se sono bravi i Retarded
– let’go in my bedroom mi ha fatto venire la pelle d’oca –
i miei amici coi quali condivido momenti epici ed altri un po’ meno epici per tutto l’anno, hanno i sorrisi più belli che ho visto oggi
– quant’è bello rivedere il 50-60% della gente che ho visto un mese fa al Distruggi la Bassa (Monta ti abbraccio) –
-il Giuli è una delle persone più piacevoli del pianeta –
-la Crew di cui faccio orgogliosamente parte da quasi 3 lustri è dura come la roccia, ma abbiamo tutti gli occhi lucidi per ciò che sta succedendo, e vi voglio bene –
-mia figlia e la figlia di Reb e Elena (Guacamaya e Out Of Control) sono cresciute sotto ai palchi, si vedono poco, ma quando si vedono non si staccano un minuto, ed è bellissimo –
-voglio chiedere ai Retarded di rifarmi il concerto da capo –
-Corradone patrimonio dell’umanità –
-appena ho visto Mauri RFC affacciarsi al Magnolia ho smaltito almeno 3 settimane d’ansia, e quel “finalmente ce l’abbiamo fatta” detto praticamente insieme…love – gli RFC sono tutto ciò che serve per divertirsi nel pit – se agli RFC aggiungi una Isa (Sal Rinella e Le Pallottole) prima ed un Nando SenzaBenza poi allora tutto diventa estremamente figo –
-c’è qui davvero mezza Italia, sono commosso –
-mia moglie è la pazienza fatta persona –
-i miei colleghi fotografi mi stanno salvando il culo con la documentazione della giornata, perché io non riesco a capire come stracazzo faccio a perdermi le ore nel pit a chiacchierare con tutti, o a cantare sotto al palco –
-gli Arturo non li avevo mai sentiti, come punizione ho scelto 100 nerbate (cit.) – gli Arturo hanno reso bollente un pit già stracaldo, speravamo tanto che alternare generi opposti come l’Hardcore e lo SkaPunk causasse un bel delirio, bravi voi che siete rimasti nell’onda
– il livello di presobenaggine è ai massimi storici –
– vi voglio bene Sabba (tutti e due)
– i Bloodstrings sono una bellissima sorpresa, tanti non li conoscevano ma sono rimasti nel pit a guardare, è ciò che cerco di far capire da anni: siate curiosi che non ve ne pentite
– la foto degli occhi di Celine dei Bloodstrigs è esposta al Louvre
– sti tedeschi sono una bomba – mi sono perso il momento in cui Nick è sceso nel pit col contrabbasso, sipario
– sale sul palco un pezzo del mio cuore, i Sempre Peggio – vorrei avere una chiave a tubo del 18 per smontare le transenne
– quando è salito Ste sul palco mi sono emozionato – SEMPRE PEGGIO MILANO OI! – “al bar di gola” e viene giù il Magnolia
– FREE FREE PALESTINE – grazie Sempre Peggio
– parte un fumogeno, parte anche un buttafuori, cerco di calmare la situa, in parte ci riesco ed un tizio mi fa pure i complimenti per come l’ho gestita, io sono alla centordicesima birra e non so che cazzo sta succedendo –
Eddi ti devo fare un monumento
– meno male che al mondo esistono i Discomostro – l’ultimo disco dei Discomostro è qualcosa di incredibile, non che gli altri siano da meno, ma l’ultimo è splendido
– il pit è una bolgia
– mi serve una birra
– quanto cazzo sono bravi e coinvolgenti i Discomostro
– coi Derozer rivedo finalmente mia moglie e mia figlia – coi Derozer diventiamo quasi tutti mezzi matti, hanno segnato una generazione ed è innegabile – sono talmente preso a cantare che mi dimentico di fare le foto ai Derozer – a mia moglie piacciono pochissimi gruppi Punk, cantare con lei le stesse canzoni che non siano quelle di Vasco è qualcosa di inenarrabile
– quando salgono Mauri  (RFC) e Cippa è l’apoteosi, che bellezza, gli anni ’90 su di un palco
– finalmente mi sono chiarito con Otta per una certa foto, che ho cancellato in 2″ netti senza pensarci, lo scopo delle mie foto non è far incazzare la gente amigo
– cosa volete che scriva sui Cock Sparrer, per una serie di motivi è solo la prima volta che li vedo a 44 anni, e per tutti i pensieri, le ansie e le paure accumulate in un anno, appena è partita “riot squad” mi sono commosso e parecchio, e non mi vergogno a dirlo, se non si vergogna Cunt che è più vecchio di me (ahahah) – io penso che sti ragazzi abbiano fatto un patto col diavolo, quanto cazzo spingono
– giù nel pit c’è il delirio, la crew dei Cock Sparrer se la spassa alla grande, loro sul palco si divertono più di noi
– vedo degli occhi talmente infuocati che ho i brividi
– al 1000esimo abbraccio con un “grazie” sussurrato all’orecchio ho capito quanto è stato importante il lavoro che abbiamo fatto – avevo detto a mia figlia di farsi vedere con “with my hand on my heart” visto che gliela dedico sempre ogni volta che si allaccia le scarpe per correre dietro ad un pallone, voi l’avete vista per caso?
– i Cock Sparrer sono patrimonio dell’umanità – suona l’utlima nota, è già tutto finito, ma ho la testa ed il cuore talmente pieni di emozioni che boh
– i Cock Sparrer sono di un’umiltà ed una disponibilità disarmanti – li ascolto da 25 anni buoni, ho appena 2 foto con loro mezze sfocate e nemmeno al completo, e quella faccia da c..o di mia figlia si è intrufolata nel camerino e si è fatta fare l’autografo con dedica
– la “fuga del fascio” nuova disciplina olimpica
– il Magnolia chiude, resta quel senso di aver fatto qualcosa di enorme, di memorabile, nonostante i tanti nasi arricciati per la line-up, per la location, per il prezzo (si era alto, ma sti giovanotti costicchiano, non è che volevamo diventare miliardari noi…), sono state tutte critiche che ho apprezzato quasi di più che i complimenti, e state certi che sono sincero, e vi ringrazio per avermi detto tutto ciò che mi avete detto, mi sarei incazzato del contrario.
Io non so dire quanta gente ho abbracciato, e quanto mi ha fatto piacere rivedere ognuno di voi, non siete stati la ciliegina sulla torta, la ciliegina sono state le immense band che ci hanno rallegrato il sabato, tutte indistintamente; voi insieme alle distro, che hanno lavorato sodo intanto che tutti si divertivano, siete stati la base di tutto, la parte più buona e bella di una giornata che per me rimarrà forse la più bella da quando ho scelto di fare parte di questa scena, e non smetterò mai di ringraziarvi per esserci stati ed avermi fatto ridere, ed aver bevuto una birra con me.

10 comments
    1. Matt Murphys ma invece per il testo che fai, prendi appunti a caldo o vai a memoria? (È una domanda seria!)

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