Grazie al prezioso supporto dei ragazzi di Sixty-Nine Brigade Milano abbiamo fatto qualche domanda alle band che sabato 29 marzo incendieranno il palco del glorioso C.S.A. Baraonda per la terza edizione del “QUALE DESTINO PER N’OI!”. Le risposte dei Chisel sono in inglese perché fa più figo, le ho capite io quindi siete tutti in grado di farlo, altrimenti c’è il dizionario ITA-ING, bestie!
-METTI CHE QUALCHE FOLLE NON SA CHI SIETE, PRESENTATEVI
Grandine dell’Ingiuria:
Ciao! Qui Michi, voce Grandine dell’Ingiuria, band formata insieme a Niccolò batteria, Alessandro basso e Guido chitarra. Nati e cresciuti a Milano ora sparpagliati nell’area metropolitana e dintorni, io ho i genitori e sorella in provincia di Lecco quindi bazzico anche il lungo lago.
La base del progetto era/è quella di rinfrescare un certo tipo di Oi! (passione personale tornata prepotente nei giorni di pandemia), per farlo sono partito da i suoni piu’ grezzi e selvaggi dei primi 80’s fino a certe tamarrate anni 90 escludendo del tutto il lato combat rock/cantautorale per aggiungere soprattutto nei testi un punto di vista diverso su i temi del genere fino a proporne di nuovi. ImportantI sono statI gli ascolti in heavy rotation di band come Repeat Offender, Cuero, Rixe, Ny Hounds, Castillo, Violent Reaction, Puffer, Ogro, Slugger e in Italia gli Scalpo e gli Iena e tutto il filone primissimo hardcore americano suonato da punk rasati tipo i Negative Approach, Verbal Abuse, SSD, DYS. Per farla breve ho fatto sentire a Niccolò, amico e batterista talentuoso, le quattro canzoni composte tra il lockdown e oltre (che poi sono diventate l’ep che trovate online), sempre Niccolò ha spinto per registrarle nel suo piccolo ma attrezzatissimo studio (La Bisca a Monza), abbiamo fatto tutto in due, lui percussioni, io voce, basso e chitarre.
Ale e Guido, vecchi amici, si sono uniti al progetto e ora andiamo in giro a suonare.
The Billows:
Ciao Kids! Noi siamo i the Billows, power trio ChitarraBassoBatteria, frenesia dalla metropoli dei motori.
Come ogni cittadino torinese che si rispetti veniamo tutti da latitudini diverse e, come randagi, ci siamo ritrovati a condividere vicoli laterali e strade buie dove si suona solo Punk-rock.
Ostile:
Vi aspettiamo al bancone del bar e vi racconteremo tutto quello che volete sapere. Ma di base siamo semplicemente tre ragazzi ed una ragazza che hanno capito un bel giorno di ora mai quasi 7 anni fa che questo progetto doveva prendere piede, che questa musica fa parte della nostra vita e ce la abbiamo sotto la pelle, ma soprattutto che tutta quella rabbia doveva uscire fuori. E così nascono gli Ostile, prima amici, prima skin, prima punk, prima antifascisti e poi tutto il resto.
Spirito di Lupo:
Ciao siamo gli Spirito Di Lupo una band punk di Milano attiva dal 2021. Abbiamo una batteria, una chitarra, un basso, due voci e cantiamo in italiano. Abbiamo registrato un EP che si chiama “4 Canzoni” e un disco che si chiama “Vedo la tua faccia nei giorni di pioggia”. Ci piace il punk hardcore italiano degli anni 80, gli Exploited, i Crass e le nostre canzoni parlano di vento, foreste e sciamani.
Uguaglianza:
Ciao, siamo gli Uguaglianza, suoniamo insieme dal 2001 e veniamo da Savona. ?Se non ci conosci è un peccato, ma mica per le canzoni.
Sempre Peggio:
Sempre Peggio, Milano Oi! dal 2015. Siamo 4 persone che hanno tutte fatto parte delle scene punk & skin delle nostre città (dopo qualche cambio di formazione adesso siamo dispersi tra la Lombardia e il Piemonte) e del circuito delle realtà occupate e autogestite. Siamo naturalmente antifascisti e antirazzisti e abbiamo sempre legato la nostra attività al sostegno delle lotte del movimento e alle tematiche internazionaliste. Abbiamo al nostro attivo un LP, un paio di 7” e qualche partecipazione a compilation varie oltre ad aver suonato in giro per lo stivale e in Europa.
Nabat:
Ciao a tutti, siamo i Nabat, attivi dal 1979. Siamo di Bologna e suoniamo Oi Rock! La formazione attuale è composta da: voce – Steno; basso – Yuri; chitarra – Marco; batteria – Leo;
The Chisel:
I am Cal and I sing in British punk band The Chisel. We play punk in its purest form and generally just do and play however the fuck we want! We take influences from our contemporaries but try and offer a fresh spin.
-SITUAZIONE PIÙ SODDISFACENTE vs SITUAZIONE PEGGIORE DOVE AVETE SUONATO
Grandine dell’Ingiuria:
Siamo una band giovane, abbiamo fatto tre live e per ora è filato tutto liscio nell’ottica del “concerto warm up” quindi ti dico bho.
The Billows:
L’estate scorsa è stata delirante e ci ha permesso di suonare in tante situazioni diverse. Sinceramente siamo stati molto fortunati perchè ogni live è stato accompagnato da un corredo organizzativo e umano incredibile, abbiamo condiviso serate e ricordi con persone che ci hanno aperto le porte delle loro realtà locali e abbiamo visto quante sfumature ci sono all’interno di una scena musicale che è estremamente eterogenea.
Sicuramente una menzione speciale va al Motorcity Fest che ci ha lasciato spartire il palco con band che fanno parte delle fondamenta del nostro cuore, ma anche prendere un aereo per andare a suonare in Sardegna è stata per noi un’esperienza monumentale.
Dal lato nostro non abbiamo “Situazioni peggiori”, ma siamo certi di aver fatto cagare in almeno un paio di occasioni che non citiamo per mero orgoglio.
Ostile:
Di soddisfazioni ce ne siamo portate a casa tante, pensando banalmente al secondo live, in apertura ai “Booze and Glory” o aver comunque spalleggiato band di un certo calibro. Poi va beh live come “Questa è Roma”, “Rotten River Camp”, “DLB”, ma anche situazioni più piccole, come Lecco, Padova, Taz, situazioni dove si suona per i compagni e le compagne, situazioni dove prima viene il benefit e poi la musica, quelle poi sono le soddisfazioni più grandi a parer nostro. Situazioni “peggiori” ne sono capitate. Ma 1) non all’interno di spazi occupati e 2) noi crediamo che anche dalle esperienze negative possa sempre nascere qualcosa di buono, come un componente che se ne va, scazzi con un locale, rimborsi troppo bassi, tutto serve a crescere ma soprattutto a migliorarsi come Band e come persone.
Spirito di Lupo:
Qualche settimana fa abbiamo suonato a un festival a Toulouse insieme a Taqbir, Alvida, Loosey e un sacco di altri gruppi fortissimi ed è stato molto bello. Tendenzialmente i festival all’estero ci piacciono molto. Situazione peggiore non saprei dirti, ogni volta troviamo un modo per divertirci.
Uguaglianza:
“Soddisfacente” può voler dire tante cose … soddisfacente per la partecipazione del pubblico, per la cordialità e la gentilezza degli organizzatori, per la “qualità” dei suoni … se penso a un concerto che comprenda tutte queste cose me ne vengono in mente due: il DLB Festival del 2024 e un concerto al Golden Krone di Darmstadt nel 2016, entrambi furono pazzeschi. Di situazioni più “rocambolesche” invece ne abbiamo vissute tante ma le ricordiamo quasi tutte col sorriso. Diciamo che alla base se c’è il rispetto per l’altro va bene tutto.
Sempre Peggio:
Questa non è una domanda facile… ci divertiamo sempre quando abbiamo l’occasione di suonare dal vivo, e spesso ci siamo resi conto che anche le situazioni sulle quali non avevamo enormi aspettative si sono rivelati dei concerti bellissimi, specialmente per tutte quelle relazioni che si instaurano conoscendo persone nuove. Poi allo stesso tempo le rimpatriate con i gruppi di amici ventennali sono sempre una figata. Credo che la soddisfazione si possa misurare proprio nella bellezza dei rapporti umani che sono la spina dorsale di quello che significa il punk per noi. Per citare un concerto abbastanza memorabile e relativamente recente, il Distruggi la Bassa della scorsa estate è stato fantastico. Per quanto riguarda le esperienze “peggiori” direi che si pesca tra quelle in cui abbiamo suonato a orari un po’ improbabili o troppo sbronzi, anche se poi in realtà ci siamo sempre divertiti.
Nabat:
Ogni concerto ha un carattere personale che lo rende unico. Difficile dire quale sia stato il peggiore o il migliore. In ogni caso, vanno entrambi vissuti. Cerchiamo di non fare classifiche.
The Chisel:
The best moment for myself would have to be when we opened for GBH in Los Angeles. I used to watch the videos of them playing LA in the 80s and how crazy the shows were, thousands of people diving off the stage and there was a real air of chaos in the air. It was no different when we played and it was a true honour.
The worst situation was by far our first visit to Atlanta in USA. Nothing went right and for a number of reasons the whole on stage performance was a shambles. I have never been a part of anything so bad, we played songs too long, we ended songs early, we replayed songs (then played them wrong again for a second time), people were leaving during our set. I hated it but its funny to look back on hahaha.
-ORMAI SI CONTANO SULLE DITA DI UNA MANO I GRUPPI CONOSCIUTI IN TUTTO IL MONDO CHE SUONANO ANCORA NEGLI SPAZI SOCIALI, I PREZZI DEI CONCERTI PUNK MEDIO/GRANDI SONO ALLE STELLE E SEMPRE PIÙ SPESSO SI SENTE PARLARE DI “GOLD PIT” O COSE DEL GENERE, QUANDO SECONDO ME NEI CONCERTI PUNK IL PIT SI CONQUISTA, NON SI PAGA, COSA STA SUCCEDENDO SECONDO VOI?
Grandine dell’Ingiuria:
Siamo estranei a tutto questo e ci sentiamo a disagio davanti a certe pagliacciate frutto di bieco marketing e nell’essere una situazione grottesca è distante anni luce dal nostro quotidiano e viene esclusa per forze di cose, non solo per etica. Detto questo le band vanno pagate e devono impegnarsi per offrire uno show all’altezza (perchè è di questo che stiamo parlando), poi c’è il discorso merch, insomma i dettagli da curare sono molti anche nel piccolo. Si deve provare ad essere più professionali possibili per alzare l’asticella. Nel grande come nel piccolo succede che contano i soldi e l’assicurazione medica (per esempio) te la devi pagare quindi osserviamo reunion di convenienza, però se vengono fatte con lo spirito giusto regalano ancora emozioni che hanno un prezzo. Preferisco scoprire e supportare nuove band che stanno costruendo qualcosa che spendere tanto per vedere la gente che filma col cellulare la geriatria sul palco.
Il pit è un luogo fisico dove sfogare adrenalina non la quinta per farti i selfie, ma siamo tutti se non colpevoli, complici.
Non so se ho risposto alla domanda.
The Billows:
Crediamo che le grandi produzioni gestiscano gli eventi con un approccio più mainstream, ma questo da sempre, e nei momenti in cui il genere musicale in questione ha un buon riscontro si moltiplicano anche le situazioni in cui è più evidente. In questi casi il focus è più incentrato su costi e ricavi e non tiene molto in considerazione di tutto ciò che sta nel background della musica e delle band che suonano, omologando il format.
ll concerto punk è un momento di – automatica – aggregazione, e nel momento in cui la situazione è divisiva perchè ha prezzi esagerati o perchè il pubblico viene fisicamente separato con delle transenne, secondo noi, perde un po’ di senso.
Ostile:
Sicuramente non sono la tipologia di “concerto punk” che intendiamo noi e se questa cosa sempre si di più si sta sdoganando anche nel punk, bhe ci rende molto tristi, direi che il punk sta morendo per mano di chi vuole lucrare su una musica/cultura strettamente ribelle, con pratiche commerciali, biglietti costosi, concerti in crociera o di addirittura zone privilegiate durante lo show come appunto, il “Gold pit”
Spirito di Lupo:
Viviamo un po’ fuori dal mondo e quindi non conosciamo bene queste dinamiche. Mi sembra però che da un po’ di tempo ci sia la possibilità anche per gruppi del nostro “giro” di avere con booking e farsi pagare di più. Questo però comporta anche degli svantaggi come suonare, immagino, in situazioni un po’ di plastica a volte. Comunque ognuno fa le sue valutazioni e decide cosa fare. Avere un gruppo che, per tempo ed energia richiesti, come impegno è quello di un lavoro ma senza nessun ritorno economico alla lunga immagino possa essere difficile. Mi viene in mente un amico che aveva un etichetta punk diy che col tempo era diventata molto grossa, andava in posta ogni giorno, e si è trovato a dover scegliere se fare un salto e trasformare l’etichetta, che era nata come un hobby, in un lavoro o se rallentare.
Uguaglianza:
Semplicemente il mondo sta andando in una certa direzione e si sta portando dietro anche il punk. Sta roba fa cagare, ma alzi la mano chi è davvero sorpreso. Mentre un tempo era tutto più mischiato, ormai esistono due circuiti paralleli: quello punk e il music business. Quello che ci limitiamo a dire è di supportare le realtà di un certo tipo e gli spazi sociali, anche solo evitando di intonare la solita tiritera se l’ingresso o la birra costano un euro più dell’anno scorso, altrimenti questi contesti spariscono e restano solo le band americane a 90€. Perché qui in Italia se spariscono gli spazi sociali spariscono anche le band e questo deve essere ben chiaro a tutti.
Sempre Peggio:
Guarda per la verità faccio un po’ fatica a parlare di quello che succede perché in linea di massima ho smesso di andare ai concerti medio/grandi proprio in risposta a dei prezzi che secondo me sono davvero esagerati. Un po’ le band che avrei voluto vedere le ho timbrate quasi tutte, un po’ non ho sto grande entusiasmo a vedermi i live nei locali, un po’ per fortuna riesco ancora a vedermi dei bellissimi live DIY negli spazi sociali che ancora resistono. Con il crollo delle vendite dei dischi molte band campano sui live, cachet e merch, e non c’è niente di male per carità, anche perché non ci sono grandi alternative. Dopodiché 35€ agli Idles glieli caccio anche volentieri, 90€ ai NOFX mi tengo i bei ricordi del tour di Punk in drublic coi Lagwagon. Mettici che poi al live ti scassi 4 o 5 birre e già il concerto diventa un bene di lusso da concedersi solo ogni tanto. Ecco, anche no.
Nabat:
E’ successo quello che per anni non è mai accaduto: il music business è entrato di prepotenza anche nei circuiti alternativi e crediamo che ormai sia purtroppo la normalità. Bisogna comunque continuare a proporre un ambiente musicale alla portata di tutte le tasche, è ancora possibile nonostante tutto.
The Chisel:
a. I think hardcore (more so than punk) is becoming a commodity where it seems to be about money more so than any message. The Chisel is no stranger to this, as the band has had more recognition we get offered more money to play but still make a point of playing squats and social spaces if the concert is a fit for the band. I feel there needs to be more consideration for ticket prices but also an understanding that touring and the like is very expensive, we are not concerned with making money (although a couple of points to cover not working is nice) but because we all work we will try not to lose money.
Just because a band has more recognition does not mean the ticket should increase so much. We should strive to keep tickets affordable because it gives access to those who might not be able to afford it; 200 people being able to afford 15 euro tickets provides the same total as 100 affording 30 euro tickets and the 15 euro show will be better. We should be encouraging this behaviour and not allowing ourselves to price out the people who care about the music!
-NOVITÀ IN ARRIVO? C’È QUALCOSA CHE BOLLE IN PENTOLA (DISCHI, TOUR, ETC.)?
Grandine dell’Ingiuria:
Pentola a pressione praticamente! Stiamo mettendo in calendario un po’ di date, oltre al super happening al Baraonda il 29 Marzo, suoniamo il 19 Aprile al CIQ di Milano, il 27 Aprile a Torino allo Ziggy Club e il 26 Ottobre a Milano al Ponte della Ghisolfa edil 29 Novembre al Sottotetto di Bologna, siamo in dirittura d’arrivo per il merch e ci sono delle novità all’orizzonte abbastanza importanti, ma tempo al tempo, rimaniamo coi piedi per terra.
The Billows:
In questo momento insieme a Motorcity Produzioni stiamo lavorando ad un Tour che toccherà diverse parti della penisola, stiamo stampando il disco – che troverete presto in vinile – e faremo uscire un videoclip di un singolo, perché siamo comunque figli di una generazione cresciuta con MTV.
Ostile:
Allora, noi ci auguriamo per maggio di infilarci FINALMENTE in sala di registrazione e poi a Settembre ci aspetta la Germania, siamo emozionatissimi!
Spirito di Lupo:
Purtroppo siamo un po’ fermi, non abitiamo più tutti nella stessa città ed è difficile riuscire ad organizzarci. Abbiamo scritto delle canzoni nuove e ci piacerebbe registrarle prima o poi.
Uguaglianza:
Tra circa 24 ore da queste righe (era il 7 marzo, ndr) suoneremo al Raindogs House di Savona e registreremo il concerto per farne il nostro primo disco live, uscirà nei prossimi mesi. Poi saremo sicuramente in giro, abbiamo davanti un paio di festival a cui non vediamo l’ora di partecipare, ma cercheremo anche di ritagliarci un po’ di tempo da qui alla fine dell’anno per iniziare a pensare a qualcosa di nuovo. L’intenzione c’è, vediamo se arriveranno anche le canzoni.
Sempre Peggio:
Avremmo voluto presentare il nostro nuovo disco già in questa occasione, ma purtroppo siamo andati un po’ lunghi e non ce l’abbiamo fatta. Uscirà a maggio e siamo molto contenti. Per il resto abbiamo già un po’ di date in giro, qualcosina all’estero, e in occasione del nostro 10 compleanno vorremmo organizzare qualcosa di bello. Quindi come si dice in questi casi… stay tuned!
Nabat:
Abbiamo in programma due mini-tour negli Stati Uniti nel periodo estivo. Il primo nel east-side mentre il secondo nella parte ovest. Abbiamo da poco pubblicato un disco unplugged ed appena il tempo e le condizioni lo consentiranno, vorremmo registrare un nuovo album dal titolo “Oi-Rock”.
The Chisel:
We are touring nowhere near as much as we did last year but we do go to Brazil in May with The Exploited and Ratos De Porao, two of my favourite bands so that is a real honour. Other than that there isn’t too much but we do return to Milan soon which we love. We will also be looking to write another album the second half of this year.
-SIAMO PUNK, SIAMO SKIN, SIAMO DALLA PARTE DELGLI ULTIMI, DALLA PARTE DEL POPOLO, È GIUSTO SCHIERARSI POLITICAMENTE? ANCHE A COSTO DI PERDERE UN BUON CONTRATTO/CONCERTO?
Grandine dell’Ingiuria:
La politica istituzionale è una fregatura a priori, la Politica la riconosco nei comportamenti: essere leali, corretti, essere grati, mantenersi dignitosi anche nei momenti difficili, prendersi cura degli spazi comuni, fare parte di associazioni sportive popolari, portare avanti nelle diversità un’idea di rispetto reciproco con uno scopo nobile, cose che tutti noi proviamo a fare nel nostro piccolo. La band non vuole fare politica, vuole fare il manicomio. Gli ultimi e gli outsider possono ritrovarsi nei miei testi per sfogare un sentimento di rivalsa come lo è per me quando li “canto”. Non ci mettiamo a pontificare su cosa sia giusto o sbagliato, certo poi ci sono i nazisti dell’Illinois o il “popolo” assuefatto da tik tok che non meritano la nostra attenzione e sui quali caliamo un velo pietoso.
The Billows:
Crediamo che nel momento in cui ti approcci a questa musica, soprattutto per il contesto in cui vive davvero, tu abbia già fatto una scelta politica. Che non significa tanto innalzare una bandiera, quanto aver ben chiari i principi e gli ideali che ne sono le fondamenta. In questa realtà la musica è un pretesto per un messaggio – di qualsiasi tipo – e non è mai fine a se stessa, e i concerti sono quei momenti in cui questi messaggi vengono espressi, e permettono a tutti quelli che non si allineano all’ambiente che li circonda di stare insieme e non sentirsi soli.
Sicuramente una scelta politica ha delle conseguenze nel momento in cui, però, c’è la volontà della band di inserirsi in dei contesti che non le appartengono. E’ chiaro che non vedremo mai sulle TV nazionali un certo tipo di discorso, ma menomale, perchè nel momento in cui Carlo Conti prenderà le nostre parti significa che abbiamo davvero sbagliato tutto.
Ostile:
MA ASSOLUTAMENTE SI! questa musica è politica, altrimenti non avremmo deciso di essere ciò che siamo e di fare questo tipo di musica. Con un filo conduttore comune tra l’ altro, ovvero l’ antifascismo, l’ antirazzismo e l’ antisessismo, che sono alla base. Se noi con la musica ci volevamo campare, tiravamo insieme “sole, cuore, amore” e andavamo a proporla a Sanremo. Nha..contratti, bei concerti? A noi frega un cazzo. Noi suoniamo in primis per divertirci e secondariamente, per gli spazi, la gente e le cause che piacciono a noi. Anche perché l’ Oi! il Punk, nasce in strada, nasce da gente comune, da proletari, da chi si è sempre sentito in “difetto”, “diverso” ma che in questa musica, in questa gente, in questa scena ci ha trovato tutto. Per i soldi ci suoneranno gli altri, noi suoniamo per quelli come noi.
Spirito di Lupo:
Si.
Uguaglianza:
Noi ci schieriamo politicamente anche sul posto di lavoro, dove il rischio è molto più alto, quindi siamo per schierarsi sempre e comunque. Fortunatamente con gli Uguaglianza non ci dobbiamo mettere il pane in tavola, e sarà anche un po’ la storia della volpe e l’uva, ma non ci interessa nemmeno farlo.
Recentemente abbiamo perso un’occasione di andare all’estero per aver palesato il nostro pensiero sulla situazione palestinese. Amen.
Sempre Peggio:
Per noi schierarsi politicamente è la cosa più naturale del mondo, siamo prima compagni e poi gente che suona. Questo non significa che dobbiamo fare tutti testi ultra militanti, ma che il nostro modo di vivere questo progetto è intrinsecamente legato ai nostri valori, politici e umani. Non perdiamo nessun contratto/concerto perché innanzitutto non vendiamo niente: non facciamo contratti con nessuno e decidiamo noi dove andare a suonare e perché. Non ci manca niente e siamo felici di appartenere a questo mondo che è il circuito punk/skin DIY. Se a qualcuno mai dovessero dare fastidio le nostre posizioni o le cose che diciamo è un problema suo, a noi francamente non ce ne frega un cazzo. Se poi c’è chi si autocensura o non vuole schierarsi per un proprio tornaconto musicale e/o economico sono questioni sue: noi questo siamo e questo restiamo. Oi!
Nabat:
Crediamo fermamente nella coerenza tra idee e gestione delle date e guadagni della band. Tanti anni fa rifiutammo un ingaggio con la casa editrice Ricordi perché non rispettava la nostra etica di pensiero. La musica e la filosofia punk per noi non hanno un prezzo e non sono trattabili.
The Chisel:
Of course it is incredibly important, The Chisel has always stood on the side of the oppressed and we all regard ourselves as socialist in that sense. It has lost us a lot of concerts and we have altercations at a lot of our shows because of this but we will never change on this front. It is more important for us to stick with our morals politically than it is to be popular, I could not live with myself if we stopped being political because of the interests in popularity.