Hearts Apart sembra già di per sé una dichiarazione emotiva: richiama subito l’idea di cuori spezzati, amori complicati, la fragilità delle relazioni, speranze, sofferenze. I vostri testi sembrano sempre sospesi tra malinconia e un’ironia pungente ma anche carichi di intensità. È uno specchio del nostro tempo o del vostro vissuto personale? Scrivete per esorcizzare?
I nostri testi sono sia una testimonianza sociale che personale, sono il vissuto che tentiamo di fare evolvere – almeno in qualcosa di artistico o se non altro di energico. Sono la delusione che facciamo brillare, l’oscurità che attraverso l’ironia e l’adrenalina si fa in qualche modo luce. Una reazione. Amiamo i contrasti e ne abbiamo messi tanti nei brani che scriviamo. No surrender.
Il vostro mix tra garage punk e power pop è viscerale ma anche melodico: da dove arriva questa doppia anima?
Doppia forse è riduttivo! Ciò che suoniamo è l’inesorabile frutto di ciò che amiamo ascoltare; frutto forse poco convenzionale, poco commercialmente astuto, ma tant’è, bene così. Ci sono un sacco di nuances tra Fix My Brain dei Marked Men e Veni Vidi Vicious degli Hives, e noi le usiamo tutte. Rock’n’roll, punk rock, emo, post punk, garage, power pop, pop punk: definizioni che spesso ci stanno belle strette (if the kids are united..) ma anche radici dalle quali abbiamo fatto germogliare il nostro sound.
Sbaglio o spesso la musica non sembra riflettere il disincanto dei testi? È voluto?
Sì. Come vi dicevamo qualche riga fa (cit. di Lapo Elkann) amiamo i contrasti, spesso forieri di grande energia e spunti liberi. Godiamo nel cantare a gran gola I Hate The Summer su una struttura musicale palesemente solare ed energica: crediamo sia un buon modo per sottolineare l’ironia di tanti nostri brani, un modo per non prenderci troppo sul serio. È come dire “maschio muscoloso e performante, piangi pure, sentiti libero di essere fragile, di chiedere aiuto, è cosa sana”.
C’è un brano del nuovo EP che sentite particolarmente vostro, o che vi ha sorpreso durante la lavorazione?
Facciamo fatica a sceglierne uno solo, meh, per quanto riguarda la selezione di un brano/bandiera, sia perché amiamo tutte le differenti sfaccettature di ogni canzone sia perché la tematica di ciascun brano è molto simile agli altri. Forse però quello che ci ha sorpresi di più per come si è evoluto in fase di registrazione è stato I Wanna Have Fun. Icio ha suggerito una modifica della struttura, e nemmeno i cori sul ritornello erano stati provati in sala precedentemente. Siamo rimasti stupiti dal tiro e dall’efficacia finali, whoa.
Cosa ascoltate in tour quando non volete sentire punk neanche per sbaglio?
Uh, spaziamo abbastanza. Possiamo citarti The War On Drugs, Harry Belafonte, i Cacao, Aretha Franklin, roba calypso, Germano Mosconi, Blondie, Battiato, AC/DC – Bon Scott! – del vecchio rocksteady della Trojan Records, Tonino 3000, Beatles, Warren McJee, Elio e Le Storie Tese, Nina Simone, Meshuggah. La smetto qua sennò diventa noioso.
“I Hate The Summer” potrebbe essere il grido di chi ha fatto una stagione in spiaggia e non è mai stato pagato. Scherzi a parte, davvero la odiate o è solo una metafora ben vestita?
C’è una parte di noi che davvero non sopporta l’estate, soprattutto se vista come calca al mare, musica ancor più demmerda del solito, appiccicume, tamarri, maranza, scottature. Specialmente Checco, il nostro batterista, che possibilmente va in vacanza dove fa freddo, piove sempre e non c’è gente e se c’è ti schiva e se non ti schiva non ti parla. Diventa insopportabile quando ogni cosa positiva, ogni ricordo di quel periodo dell’anno viene emotivamente legata ad una persona che in un men che non si dica passa dal volerti vicino il più possibile allo scomparire.
Se gli Hearts Apart fossero un libro, che libro sarebbero? Io personalmente vi assocerei a Nick Hornby per la sua capacità di raccontare con ironia e profondità le sfide dell’età adulta.
Grazie per la dritta, non ho mai letto un suo libro e recupererò volentieri. Mi hai però dato un assist per un libro che ho letto ultimamente e che mi ha lasciato qualcosa di simile a ciò che ti ha trasmesso Hornby. Il libro è “La Ricreazione È Finita” di Dario Ferrari e penso abbia molti punti di contatto con la storia degli Hearts Apart.
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