THE REJECTED: Un primo passo oltre le critiche

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I piemontesi The Rejected tornano alla carica con “Behind The Smile”, un lavoro carico di sentimenti e sensazioni che porta il gruppo ad andare oltre un esordio – “Bet Your Hearts” che non fu di certo accolto alla grande dalla critica. Oggigiorno siamo di fronte a una band stilisticamente più sicura e il disco ne ha giovato parecchio. Incontriamoli per conoscere meglio band e disco.

Dopo “Bet Your Hearts” tornate alla carica con un nuovo lavoro che stilisticamente parlando l’ho trovato assai differente dal suo predecessore. A cosa dobbiamo questa sorta di mutazione stilistica?
Una domanda che ci aspettavamo. Pensiamo che il cambiamento sia dovuto a una nostra crescita musicale e personale, un processo evolutivo normale diremmo.

Il disco precedente fu accolto tra alti e bassi dalla critica, questo alternarsi di pareri ha influito in qualche modo sulla vostra scelta di cercare un percorso ben più delineato?
In realtà non troppo, infatti cambiando genere abbiamo deciso di azzardare ancor più rispetto al primo album. Secondo noi sarebbe stato più semplice fare un disco sullo stesso stile del primo, ma proprio come allora ci siamo fatti trasportare da ciò che avevamo dentro senza farci condizionare troppo da pensieri e paure.

Arriviamo quindi a “Behind the Smile”. E vorrei partire dal concept sul quale avete strutturato il disco. Raccontateci come e quando è nato il disco e come si sono svolte le lavorazioni.
La prima idea per l’album è nata dall’immaginazione di una persona che si guarda allo specchio e pensando a quante emozioni ci possano essere dietro un semplice sorriso, ecco il titolo “Behind The Smile”. Infatti in ogni canzone abbiamo cercato di racchiudere un sentimento o emozione. Il disco è nato dalla voglia di fare qualcosa di nuovo, di creare ciò che racchiudesse un po’ di tutti noi. Per quanto riguarda le lavorazioni pensiamo che si sia svolta come in ogni altro album, composizione e pre-produzioni nel nostro studio e registrazioni vere e proprie in un altro esterno.

Come fatto notare da altri, la produzione è forse la parte meno convincente del vostro lavoro. Siete d’accordo su questa osservazione?
Assolutamente sì, purtroppo avremmo voluto fare di più, ma per vari motivi non ne siamo venuti a capo. Ma per il prossimo disco abbiamo già in serbo sorprese!

Musicalmente vi siete orientati su uno stile molto più rock oriented che in passato, nonostante nella bio si parli addirittura di post-hardcore. In cosa pensate di esservi avvicinati a quel tipo di sonorità?
Diciamo che forse anche per un errore nostro e delle nostre influenze pensavamo di esserci avvicinati a quel genere, ma a lavoro finito, effettivamente il post-hardcore non è proprio la descrizione giusta. Però le influenze del genere e della cultura in particolare, ci hanno aiutato molto a creare questo album.

Il binomio con This Is Core Records è giunto al suo secondo capitolo. Cosa vi ha spinto a rinnovare il legame? Come vi state trovando con loro?
Con This Is Core sta andando tutto a meraviglia, si riesce a lavorare benissimo e ci sono ottime prospettive per il futuro. Visti i nostri trascorsi, penso che non potremmo trovare etichetta migliore con cui collaborare qui in Italia.

Parliamo dei testi e di cosa si cela dietro al titolo del disco. Cosa troviamo dietro al sorriso di cui parlate?
Come detto prima dietro a un sorriso si possono celare svariati tipi di emozioni, dalle più tristi a quelle felici, in questo album abbiamo provato a descrivere tutti questi sentimenti.

Sul fattore live come stanno andando le cose? So che avete suonato anche nell’Est Europa, come è stata l’esperienza?
L’esperienza è stata davvero incredibile, penso che per ogni band viversi un tour così sia un sogno che si realizza, non vediamo l’ora di ripartire di nuovo, carichi più che mai!

A proposito di tour, avete qualcosa in cantiere per l’autunno/inverno?
A breve comunicheremo qualcosa, ma fino ad allora, anche un po’ per scaramanzia, non sveliamo niente!

A voi la chiusura!
Un saluto a tutti i lettori di Punkadeka e grazie per l’intervista. Un saluto dai Rejected!

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