Ecco la terza della serie di interviste e contenuti legati alle band che prenderanno parte alla quinta edizione del Motorcity Summer Fest!
Bla bla bla, l’hardcore italiano, bla bla bla Torino e il punk, gli anni Ottanta, bla bla e ribla.
Scherzi a parte naturalmente, l’hardcore italiano anni ‘80 sta al punk come la Divina Commedia sta alla poesia: seminale, imprescindibile, immortale.
Il mondo non è finito con lo scioglimento dei Negazione, le cose sono andate avanti e adesso ci sono gruppi, sicuramente meno seminali, ma amatissimi dal pubblico che continuano a punkeggiare all’ombra della Mole. Tra i Quinto Braccio e Il Fuoco Non si è Spento dei Bull Brigade sono successe tante cose, molte delle quali importanti.
A mio avviso Torino Rock ‘n’ Roll Starz dei Belli Cosi è uno degli zenit delle infinite parabole del punk della Motorcity italiana. L’album, l’unico vero e proprio Full Length della band, è un vero ponte generazionale tra i vecchi cresciuti a pane e hardcore e gli adolescenti della seconda metà degli anni ‘90, amanti della melodia oltre che della velocità e delle urla incazzate.
I Belli Cosi sapevano essere appunto melodici ma nessuno ascoltandoli avrebbe potuto negare che si trattasse di una band hardcore. Ecco, non era nemmeno una band di harcore melodico come NOFX, Lagwagon e i tanti altri gruppi americani dell’epoca, i Belli Cosi avevano un sound unico e personale, dei testi a volte ironici e a volte impegnati che riflettevano alla perfezione un momento incredibile per le sottoculture. La voglia dei ragazzi di cambiare il mondo con l’impegno sociale andava a braccetto con il puro divertimento, le magliette sudate, il pogo; l’epoca d’oro dei centri sociali era tutto questo e non solo.
Questo movimento sarebbe morto proprio lo stesso anno dell’uscita di Torino Rock ‘n’ Roll Starz, a Genova, nel luglio 2001. Sappiamo tutti com’è andata, inutile stare qui su Punkadeka a spiegare come il movimento No Global, le politiche sociali e l’impegno giovanile abbiano subito un tracollo da cui ancora oggi ci si deve riprendere. D’altronde era anche più facile essere No Global prima dell’arrivo di Amazon. Non divaghiamo, restiamo sulla musica: da quel momento, per molti anni, le sottoculture e specialmente quella punk, si sono divise in infiniti sottogruppi, i grandi eventi giovanili hanno lasciato il posto pian piano ai grandi eventi un po’ meno giovanili e dedicati alle famiglie e in generale a chi ha la facoltà di spendere tanti soldi per vedere qualche vecchio dinosauro o la nuova stella che si agita davanti ad una folla non tanto impazzita quanto desiderosa di filmare e condividere sui social.
Anche i temi sono cambiati e io stesso faccio molta fatica ad ascoltare una canzone su temi sociali senza pensare che sia una porcheria da paraculi. Ma non tutto è morto, il modo di parlare della società e delle ingiustizie è semplicemente cambiato, diventando paradossalmente più vicino al modo peculiare dei Belli Cosi, sempre con uno sguardo intimo e personale, meno farcito di slogan e facili sbandieramenti.
Altro aspetto positivo sono realtà che si stanno mettendo in moto per riconnettere i giovani e portarli sotto i palchi a sudare, conoscersi e parlare, confrontarsi e ridere. Un evento come questo Motorcity Summer Fest è esattamente quello che serve a una città come Torino: ci sono i Bull Brigade, che sono il presente, la band che fa cantare i kids e di cui si vedono le magliette in giro, c’è l’underground di qualità, non ancora noto ma tutto da scoprire dei Back From The Grave, ci sono i Subliminal che sono il futuro le la speranza delle nuove generazioni e infine c’è la storia dei Belli Cosi, una band che va fatta riscoprire e riascoltare.
La reunion del 2016 era stata un evento pazzesco e a quasi 25 anni dall’uscita del loro unico album i (non più) ragazzi devono essere carichi e pronti a spaccare. Ci vediamo sotto al palco, non proprio sotto sotto che ho mal di schiena, ma ci siamo capiti. Lunga vita al punk rock e a chi tiene acceso il fuoco.
Paul Ramon & Heidi Headcase