PUNKADEKA FESTIVAL 25th Anniversary

SPRUNG MONKEY: Get a Taste

Gli Sprung Monkey sono: Steve Summers (voce e chitarra), Mike Summers (chitarra), Ernie Longoria (percussioni), Chuck Riley (chitarra) e Tony Delocht (basso). La loro carriera è iniziata circa 10 anni fa in quel di San Diego, quando i cinque cominciarono a vendere demo-tapes all’uscita dei loro concerti.Da allora, gli Sprung Monkey hanno compiuto un notevole salto in avanti, grazie anche a partecipazioni cinematografiche (nel film “10 cose che odio di te”, per la verità non molto ricordato nel nostro Paese), e televisive (MTV ecc. ecc.).Ma è soprattutto grazie a decine di esibizioni dal vivo, se i cinque sono riusciti a guadagnarsi l’affetto e la stima dei calorosi e numerosi fans, suonando tra l’altro, al Vans Warped Tour e facendo da spalla a gruppi ben noti come Blink 182 ed Offspring.Per questo nuovo disco gli Sprung Monkey hanno voluto fare le cose ancora più in grande, lavorando con un produttore esperto come Dave Kaplan, e mescolando sapientemente tutta la ruvida energia dei loro precedenti album “Swirl” e “Mr.Funny Face”, con la loro esperienza ormai decennale.Le atmosfere del disco oscillano tra pezzi tutti da ballare (saltando e pogando, of course!), come la track d’apertura “What’s that you say”, oppure le più violente “Beautiful” ed “American Made”, fino a brani più “soft” dalle marcate influenze hip-hop, con tutto il necessario corredo di scratches e samples più svariati.Tra queste va sicuramente citata la rilassante title-track “Get a taste” (con sonorità alla Sugar Ray), “Party like a rock star” (con una chitarra acustica che, a dire il vero, ricorda un po’ l’ultimo tormentone di Shaggy…), e “Friends”, pezzo live per eccellenza, con ritornello acchiappa-fans (“We are all friends”), da cantare a squarciagola.Da segnalare, infine, “Laughing”, con uno splendido arrangiamento d’archi, e “Coconut”, la track che chiude l’album, con atmosfere decisamente più funky ed un testo scioglilingua.Tutte le 14 canzoni del disco evidenziano le ottime capacità dei 5 musicisti di San Diego, che dimostrano di saper pestare duro, ma non si vergognano, all’occorrenza, di smorzare leggermente i toni.

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