STRUNG OUT: Transmission Alpha Delta

Per chi pensava di ascoltare il solito sound fatto Strung Out! Bèh…ci prende una bella inculatura, perché? Perché Transimission Alpha Delta è un album che suona veramente alla grande.

Ci si aspettava forse (me compreso èh), un qualcosa sui livelli di Agents of the Underground, che non mi ha fatto impazzire, o di Blackhawks Or Los Angeles, che è stato davvero ben fatto…, bhe, niente di tutto ciò. Transimission Alpha Delta, rappresenta l’apice dell’ HC/Metal, una miglioria di tutte le formule di musica misurabili. Jason Cruz e co., hanno voluto chiaramente farci intendere che sono ancora sulla cresta dell’onda, ne dimostra il fatto, che con 12 brani e circa 45 minuti di tirato hardcore, sono arrivati a produrre l’8° album, affermando di fatto il loro rilancio nella scena, a distanza di 6 anni. In TAD non c’è tanta differenza stilistica, ma una differenza di lirica e songwriting, è come se avessero voluto cercare di raggiungere un qualcosa di irraggiungibile.

Mi sono trovato ad ascoltare l’album ripetutamente, perchè per apprezzarne appieno il complesso, questi sono prodotti che vanno sentiti e risentiti più e più di una volta. In termini di lirica e di contenuto, Cruz eccelle assolutamente, l’intonazione, la melodia…, insomma una voce superiore che non si era mai sentita nei precedenti album, ripagandone in toto la fatica e gli sforzi compiuti. Questo è chiaramente il migliore album di Cruz come paroliere e cantautore dal fu Exile in Oblivion. Per quanto riguarda le strutture delle canzoni, TAD è costituito da accordi meno stereotipati rispetto ai precedenti due album, i riff sono complessivamente più interessanti, come in “Rats in the walls”, brano di apertura dell’ album.

Unico “forse” spiacevole problema riscontrato su Transimission Alpha Delta è la quasi mancanza totale di assoli di chitarre, l’ho sentito solamente in “Black Maps”, che comunque vada rimane un lavoro di chitarre assurdo, con armonie fresche e moderne, facendoci chiaramente notare gli anni di esperienza nel campo. “Spanish Days”, come da titolo suggerisce momenti di Spagna, con riff, se pur brevi, di flamenco, che contrastano molto bene con la voce del gruppo e il cambiamento, fondamentale, nei cori. “Tesla” ha dei riff alla Twisted by Design, molti fan si sentiranno di nuovo a casa, ma questo è tempo di innovazione e il passato va lasciato alle spalle, al presente il benvenuto. Molte delle migliorie di songwriting possono essere effettivamente trovate verso la seconda parte dell’album, con le tracce “Go it Alone” e “Westcoasttrendkill”, che costituiscono alcuno dei brani piu forti sul back-and. “Modern Drugs” è forse la meno interessante, anche presentando un intro tutto particolare, composto da alcune delle cose più mellowest che gli Strung Out hanno scritto fino ad oggi. In termini di produzione e parlo personalmente, questo è il migliore album che gli Strung Out hanno prodotto in questi lunghi anni.

Il mix di questo album è assolutamente perfetto, diversamente non poteva andare in casa Fat Wteck, tutto è al posto giusto, diversamente dai precedenti album, dove sembrava a tratti di nuotare nel fango. Il sound di Transimission Alpha Delta è nitido, potente, impetuoso e immediato, sembra quasi che il ritardo dell’uscita, sia stato ripagato in questo senso, come la band che ha finalmente trovato una produzione in grado di abbinare la qualità e l’intensità della musica. È un album che rimarrà di sicuro come headline della scena PunkHc e non solo, per almeno un decennio. È stato un lungo attendere, ma ne è valsa la pena.

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