THE BLED: Found in the flood

Doppia Recensione:

THE BLED
“Found in the flood”

FROM AUTUMN TO ASHES
“Abandon your friends”

Anno ricco di soddisfazioni quello in corso per la Vagrant Records, etichetta da sempre attenta alle nuove realtà e con un roster di tutto rispetto. A confermare il successo di tale politica aziendale ci pensano Bled e From Autumn To Ashes, i primi autori finora di un solo disco (“Pass the flask” su Fiddler Records) e i secondi ormai conosciuti e apprezzati un po’ ovunque grazie all’ottimo “The fiction we live” e ai loro coinvolgenti live-show. Ma partiamo parlando dei Bled e del loro “Found in the flood”, disco d’esordio su Vagrant Records molto apprezzato dai media d’oltreoceano e dalla nota rivista inglese Kerrang!
La prima cosa da dire sui Bled è che non hanno di certo optato per la strada più semplice verso il successo, melodie contorte che non danno punti di riferimento all’ascoltatore e qualche alto e basso di troppo all’interno dell’album non possono passare di certo inosservati. Le fondamenta di questo disco nascono dal post-hardcore, genere che i cinque musicisti sembrano conoscere assai bene interpretandolo con soluzioni eclettiche, alternando momenti di pura furia omicida a tiepidi passaggi rock che non colpiscono nel segno come dovrebbero.

Rispetto all’esordio i Bled sono cresciuti molto, nel songwriting (facile notare come in diverse circostanze i Dillinger Escape Plan siano stati fondamentali nella loro crescita artistica) che oggi vanta soluzioni molto più varie ed azzeccate e nell’immediatezza di molte liriche, nervose nei momenti più tirati e orecchiabili quanto basta per rimanere impresse nella testa dell’ascoltatore dopo un paio di ascolti.
Un esempio su tutti può essere “Hotel coral essex”, brano dai mille volti e tra i migliori dell’intero lotto per potenza e dinamicità, doti che i cinque ragazzi di Tucson sembrano avere in abbondanza. Ma come dicevamo prima ciò che segna in negativo un lavoro più che onorevole è la discontinuità di rendimento, se da una parte i Bled sono eccezionali quando puntano sul pesante, l’altra faccia della medaglia ce li mostra incapaci di rendere vivi o perlomeno interessanti i diversi momenti rockeggianti che troviamo all’interno di “Found in the flood”.

Una scelta o meglio ancora un rischio che i cinque hanno corso per rendere – a detta loro – più interessante e vario il sound, peccato che il risultato finale non dia loro ragione mostrandoceli più umani di quanto ci si possa immaginare. La voce di James si fa più tiepida e triste, il sound lo segue di conseguenza e quella che fino a pochi minuti fa era una band modello per idee e qualità si trova nel marasma del già sentito.
La produzione affidata al noto Mark Trombino è ottima e limpida persino nei momenti più duri, qualità non da poco in un genere dove è facile avere suoni non all’altezza. In conclusione i Bled hanno scritto un buon album, musicalmente vario e fatto su misura per essere proposto dal vivo (da non perdere la loro unica data italiana: 13 dicembre @ Indian Saloon di Bresso (MI) con Fear Before The March Of Flame e Fall Of Troy).

Ed eccoci alla volta dei From Autumn To Ashes, una delle poche band attinenti all’emocore capace di cambiare qualcosa in ogni loro album. Tradizione che viene rispettata anche in “Abandon your friends”, un lavoro che pur seguendo le linee tracciate dal suo predecessore mostra notevoli evoluzioni soprattutto in campo vocale. Se fino al precedente album erano le tonalità screamo di Ben Perri a farne da padrone, in questo nuovo capitolo le tonalità melodiche del bravo batterista Fran Mark diventano fondamentali per la loro causa.
A cosa sia dovuta questa scelta è difficile spiegarlo, ma sta di fatto che chi ha apprezzato i primi lavori della band troverà in “Abandon your friends” un gruppo ormai maturo e abile quanto basta nello sfoggiare un suono compatto sia nelle parti metalliche che in quelle più rock (con ballate annesse). Cosa piace quindi di questo nuovo capitolo targato From Autumn To Ashes? Sicuramente le (molte) belle canzoni presenti, da quelle più dure come “Where do you draw the line (devastante e concepita attorno al continuo duetto vocale tra i due cantanti) e “Vicious cockfight” (metal oriented nel sound) a quelle più malinconiche con “Streamline” e “Placentapede” a rappresentare la categoria.

Parlare delle parti vocali significa parlare dei testi e anche in questo caso Ben e soci si mostrano abili oratori di storie comuni, il tutto con quel velo di nostalgia che per certi versi affascina se proposto nel modo giusto. A tutto questo aggiungiamoci l’ottimo lavoro strumentale svolto dai vari musicisti (chi li ha visti dal vivo approverà pensando al grande lavoro svolto dallo stesso Fran alla batteria), bravi a mescolare le carte e rimettersi in gioco disco dopo disco nonostante una line-up che col passare degli anni ha visto cambi decisamente sofferti. Difficile in tutta sincerità non trovare interessante o perlomeno degno di nota “Abandon your friends”, un disco che segna una netta linea tra il presente e il passato dei From Autumn To Ashes e pronto a farsi amare da chi ascolta emo e rock di buona fattura.

Affinità The Bled: Refused, Dillinger Escape Plan, Haste The Day
Affinità From Autumn To Ashes: Hopesfall, Boys Night Out, Jimmy Eat World

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