A distanza di 3 anni dall’ottimo “While We’re At It”, tornano i Mighty Mighty Bosstones con “When God Was Great”, album uscito per Big Rig (etichetta della band di Boston), ma che segna l’esordio sotto Hellcat Records. Personalmente attendevo con ansia il nuovo album di Dicky Barrett e soci e, quando è stata annunciata la collaborazione con l’etichetta di Tim Armstrong, il mio “aspettativometro” è schizzato alle stelle.
Le aspettative vengono in larga parte appagate, soprattutto coi singoli messi on-line prima dell’uscita del disco: I Don’t Believe in Anything, THE KILLING OF GEORGIE (PART III) e The Final Parade segnano i punti più alti di un album che, a tratti, sembra un po’ perdersi, ma che in fin dei conti supera di gran lunga la sufficienza.
Il lato A si apre con un’accoppiata vincente rappresentata da Decide e M O V E, pezzi ska in pieno stile Mighty Mighty Bosstones che precedono la già citata I Don’t Believe in Anything (manifesto ska punk made in Boston) e una Certain Things che invece non riesce a convincermi fino in fondo (i bpm diminuiscono troppo, magari se fosse stata essa in un altra posizione della tracklist avrebbe avuto più impatto). Se il lato A si chiude con un “insomma”, il B si apre con la riaccelerata di Bruised (con tanto di citazione ai Bouncing Souls) che torna a far godere il piatto con la musica in levare allegra e spensierata, mentre la successiva Lonely Boy, di chiaro stampo “clashano”, ha le liriche più malinconiche (I grew up lonesome, I was a lonely boy, I went down to Kingston when the weekend began, oh what a lonely boy, I have no one I went down anyway). Il lato B scorre via liscio con le restanti THE KILLING OF GEORGIE (PART III), You Had To Be There e la title track, mentre il lato C non mi convince fino in fondo, eccezion fatta per l’iniziale ska/rock’n’roll di What It Takes (ottimi gli arrangiamenti di piano) e la malinconia di True Hurts, pezzo ska punk che unisce la passione per lo skate al ricordo di un amico che non c’è più.
“When God Was Great” è un album ricchissimo di collaborazioni sparse qua e là in ogni pezzo ma che confluiscono tutte nella conclusiva The Final Parade, traccia che occupa l’intero lato D: Aime e Kevin Bivona (The Interrupters), Tim Armstrong, Angelo Moore (Fishbone), Rusty Pistachio e Toby Morse (H2O), Freddy Cricien (Madball), Chris DeMakes e Roger Lima (Less Than Jake) e Jay Navarro (The Suicide Machines) sono solo alcuni dei guest di questa splendida canzone che ha come scopo quello di lanciare un messaggio di speranza per un mondo più giusto per tutti e per un’esistenza più tranquilla, il tutto grazie alla potenza intrinseca della musica: “we’d play around with a punk rock reggae sound ’cause sometimes dancing is all you’ve got“.
Bentornati Bosstones!
Tracklist:
Lato A:
Decide
M O V E
I Don’t Believe in Anything
Certain Things
Lato B:
Bruised
Lonely Boy
THE KILLING OF GEORGIE (PART III)
You Had To Be There
When God Was Great
Lato C:
What It Takes
Long As I Can See The Light
The Truth Hurts
It Went Well
I Don’t Want To Be You
Lato D:
The Final Parade
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