Ci sono date destinate a rimanere nella storia, e che verranno celebrate per anni da chi ha avuto la fortuna di viverle, una di quelle serate è quella che vi sto per raccontare, ma badate bene non si tratta solo dei grossi nomi che vedete in cartellone, si tratta di rivincita, di aggregazione e di almeno 3 generazioni di punk a confronto.
Dunque di cose ne sono successe questa sera, a partire dalla fila fuori alle 21 in punto, con i Rappresaglia dentro che stanno facendo il sound check, ed alcuni tra i quali il sottoscritto da fuori sbirciano all’unica finestra aperta ed iniziano a sculettare, ciò mi fa capire che la serata ha già preso una bella piega, e le teste brizzolate, miste ai pelati, miste alle creste mi mettono subito di buon umore…un pelino più in ritardo rispetto alla tabella di marcia il locale apre, già allineate le distro con Bolzo di Anfibio Records, Out of Control ed il grande Massimo Galli da una parte, e dall’altra i merch ufficiali di U.K. Subs, Rappresaglia ed Angelic Upstarts, la fila non si smaltisce ed il locale, alle 21.30 (!!!) conta già il doppio della gente che c’era l’ultima volta un paio di settimane fa. Saluto bene o male tutti anche se stasera non conosco proprio tutti i presenti come al solito, ma comunque sono tutti presi bene, le spine di birra stanno andando a gonfie vele ed i sorrisi sono splendidi…partono all’improvviso i Rappresaglia, band storica milanese partita hardcore, poi trasformata in punk 77 negli anni cambiando anche nome per un periodo in Black Rose Kingdom, e proprio stasera hanno deciso di proporre in scaletta un pezzo di quella band, che senza l’enciclopedia punk vivente Massimo Galli in pochi l’avrebbero riconosciuta, me compreso. Scaletta comunque bella ricca e potente, con l’ultimo stupendo disco sugli scudi, e stavolta hanno anche tempo per fare la mia amata “oltre la porta”, inutile dire quanto siano bravi, è sotto gli occhi di tutti, ma la bravura di una band sta anche nel trasmettere un certo tipo di emozioni, e stasera (come ogni volta) i nostri Rappresaglia hanno messo nel mood giusto tutta la sala già piena, anche senza “attack”, l’unico problema è che il loro live, anche se ci fossero 1000 canzoni in scaletta, finirebbe sempre troppo presto.
Tocca agli Angelic Upstarts, i tanti Skinheads giunti per loro (salutiamo Robertino e gli amici di Zena) si accalcano sotto al palco, Mensi col barbone mi è nuovo ma mi fa impazzire comunque e BOOOM parte a razzo 2.000.000 voices e addio dignità, in 2 secondi sono per terra complice il pavimento scivoloso, culata spaventosa per salvare la reflex e…cazz non ho più il telefono, va beh quasi rassegnato mi vedo Roby arrivare col mio telefono miracolosamente intatto tra le mani, incredulo lo ringrazio e infilo il maledetto aggeggio nella tasca dietro dello zaino, ovvero dove sta di solito…ma intanto i ragazzacci vanno avanti a rullo compressore, una bordata assurda di pezzi che hanno fatto la storia del punk inglese come “teenage warning”, “last night another soldier”, “i’m an upstart”, “police oppression” e “tories, tories, toriess” tra le altre della lunghissima scaletta, insomma gli Upstarts in 40 anni non hanno perso un cazzo di smalto e la spiegano ancora a tutti.
Io intanto sono sempre preso tra pit e portinariato con i tanti amici arrivati alla spicciolata, per il locale si aggira bel tranquillo il caro Charlie con l’immancabile birra in mano, fa foto con tutti e si ferma a parlare con chiunque voglia dirgli qualcosa, anche solo un “grazie”, e dopo un rapido cambio palco eccoli li in tutto il loro splendore settantasettino che attaccano con TUTTO, si signori TUTTO “another kind of blues” per celebrarne i 40 anni, ovvero quando l’anno pubblicato non ero nemmeno un’idea per i miei genitori.
I pezzi scorrono fin troppo veloci, senza una sosta e senza una sbavatura, dopodiché è il turno dei cavalli di battaglia tra i quali “warhead”, “riot”, “limo life”, i kidz sotto al palco si divertono ed anche i kidz sopra, io documento quello che riesco in quella che finalmente, dopo mesi, possiamo definire una bella bolgia sotto al palco del New Ideal!
Quando tutto finisce non c’è una persona che non sorrida, faccio il giro dei saluti e poi mi vedo Charlie al banchetto che, vedendomi con la felpa del St. Pauli, mi parla di sto posto magico e chiacchieriamo un po della mia squadra/quartiere del cuore. Fuori riesco anche a beccare Mensi e John intenti a riempire il furgone per proseguire il tour, mi dicono che si sono divertiti un mondo, ed anche io devo dire che dai Rappresaglia all’ultimo colpo di piatto è stata tutta una bella emozione.
Complimenti a Reb ed alla Out Of Control ed ai ragazzi del New Ideal!
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