Viagra Boys dal vivo ai Magazzini Generali di Milano 1/12/2021 – Report

Ecco com’è andata al concerto dei Viagra Boys a Milano, a raccontarcelo il nostro contributor onesto Nick Northern.

Era parecchio tempo che non andavo ad un concerto in un live club, salvo qualche sortita nei centri sociali la mia presenza in loco ai concerti ha registrato negli ultimi anni un picco al ribasso, è quindi con febbrile (ahi, aggettivo pericoloso oggidì) emozione che mi approcciato al concertone sold out dei Viagra Boys.
Amo ascoltare i gruppi spalla, quindi arrivo presto per sentire gli Automatic, trio losangelino tutto al femminile, indie rock minimale (Basso, Batteria; Sintetizzatori e imbarazzanti maracas), che fa dell’immediatezza il suo punto di forza. Porcoddue ci fanno entrare con gli zaini ma poi ci obbligano a lasciarli al guardaroba spillandoci 5€, per fortuna essendo un avido maledetto mi ero già bevuto le mie birrette in viaggio e non consumo una cippa (tié).

 Attaccano le Automatic, incredibilmente scarse a suonare, tanto che non sanno come e quando finire i propri brani, toccano però qualche corda giusta perché mi diverto il giusto, rido un po’ di loro e con loro e mi compro il ciddì. Tra l’altro la batterista Lora Dompe è la sorella della più nota Diva Dompe (BlackBlack, Pocahaunted e altra roba secondaria) ed entrambe sono figlie di Kevin Haskins dei Bauhaus. Ora il sonoro “e sticazzi!” da parte dei lettori è d’obbligo.

Dopo l’incerto ma sincero concert d’apertura è il momento dei Viagra, purtroppo già dal sounchek si capisce che l’impianto dei Magazzini non è adeguato all’onda d’urto dei bassi dei Viagra Boys, che non saranno i Sunn o))) certo, ma le pareti a modo loro le sanno far tremare, portando davanti grancassa e basso e tenedo in secondo piano la chitarrozza noise che invece rugge prepotente su disco. Attacca il concertone ed è subito bagarre , perché i ragazzotti Svedesi partono con l’intenzione di far ballare il pubblico, che essendo composto da molta gente normale e solo in percentuale minima da metallari e punkettoni, è felice di scatenarsi sul dancefloor come ad un rave, non tarda ad arrivare sul palco il maestro di cerimonie , il truzzo americao Sebastian Murphy, idolo incontrastato delle folle, autore dei testi e delle grafiche della band. Murphy sfoggia, per pochi minuti, una canotta da tabbozzo italiano, si muove serioso con siga appicciata, occhiale da sole e birra in mano, dopo due minuti resta a patto nudo, mostrando una pancia da campione del mondo di c’eres e una marea di tatuaggi: credo che sia l’unico uomo al mondo a far sesso mostrando una forma fisica tanto penosa, tant’è che mi trovo d’accordo con i tre ragazzi omosessuali davanti a me che rivolgono parecchi complimenti al panzone che si agita sul palco. Il primo quarto d’ora è adrenalinico, la gente salta a tempo con la cassa in 4/4, batte fuori tempo le mani e si diverte.

Mi rendo conto di essere un pesce fuor d’acqua, la band ha scavallato i confini dell’underground, e non è più di nicchia, la riprova? Pochissima gente con magliette dei gruppi e capelli colorati, ma un pubblico eterogeneo da aperitivo del sabato sera (infatti non sanno pogare e sono fastidiosi) ma incasso, voglio divertirmi e non essere il solito musone del party. Pezzi noti, svise psichedeliche, urla disperate, c’è tutto il repertorio, ma manca qualcosa, quello per cui ascolto i Viagra Boys, non mi sento coinvolto emotivamente. La realtà è che la gente si diverte, quindi siamo ad un bivio culturale: se amate la presa bene e il rock che strizza l’occhio alla dance, siete nel posto giusto, se invece volevate il noise rock sguaiato potreste rompervi un po’ i coglioni, perché i suoni sono stravolti rispetto alla versione album.

Comunque la scaletta fila, intermezzata da un solo di sassofono terminato con l’accensione di una siga, cosa che consigliano alla prima lezione di sax immagino. Solo peraltro che fa contenti gli dei del noise rock, infatti è peculiarità del genere lasciarti sempre col dubbio di essere davanti ad un genio o ad un cialtrone, bene così. Su Sport ovviamente si è scatenato un giusto delirio, e tutti a gridare nomi di attività sportive a caso assieme ad un panzone alcolizzato, bene anche questo.

Dai, alla fine non mi è dispiaciuto anche se mi aspettavo un live più simile a quello fantastico delle Shrimp Session che trovate su Youtube e che durante lo scorso scorso anno ho guardato parecchie volte, ma che ci volete fare, c’è chi sa divertirsi e chi no, e io sono uno di quelli “che no”.


Nick Northern

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