TALCO

“Gran Galà” segna il ritorno dei Talco sulla scena con un disco che consacra al pubblico una band giunta alla piena maturità con questo disco. I Talco ci presentano il disco e in un’intervista al vetriolo rispondono in maniera sincera e aperta alle tante accuse e invidie della pseudo scena punk italiana.

 talco03

A due anni di distanza da “La cretina commedia” tornano i TALCO con un disco nuovo di zecca che li ha già visti in tour per settimane in Germania e Spagna. “Gran galà” continua nella scia dei predecessori e ci regalano una band ormai matura che spazia tra ska, patchanza e sfuriate punk.

Tommaso: Finalmente ci si incrocia di nuovo! Si, siamo cresciuti, anche d’età e abbiamo imparato nuove cose che per la maggior parte ci hanno dato soddisfazioni enormi, alcune altre ci hanno fatto conoscere meglio l’ambiente di cui facciamo parte, che oltre a cose infinitamente positive, ne raccoglie altre davvero scellerate e frutto di immagine e falsità legate alle apparenze!

 

Ragazzi mi sembra ieri che usciva “La Cretina Commedia” ed eccovi gia qua con un disco nuovo di zecca. Potete presentarci brevemente questo “Gran galà” fresco di stampa su Destiny Records?

Tommaso: Credo che Gran Galà sia il disco uscito più spontaneamente dei Talco dai tempi di “Tutti Assolti”. Ogni disco è un riassunto di esperienze e l’evoluzione che presenta è conseguenza di quelle esperienze, che possono essere incontri, ascolti musicali ecc. Credo che Gran Galà sia questo. E come tutti i dischi nati spontaneamente trova un ostacolo: si pensava di fare un disco sul berlusconismo una volta caduto Berlusconi, per parlare appunto di una mentalità ormai insita in tutti gli italiani che andava oltre la singola persona del cavaliere. Purtroppo le elezioni hanno dimostrato che la tematica avrebbe dovuto essere proposta molto più tardi, ci troviamo ancora nella fase “non avete ancora capito chi è e cos’è stato per l’Italia questo individuo”

 

Come hai detto te la tematica principale questa volta è stata la narrazione del Berlusconismo in chiave ironica e poetica. Come si può spiegare ad un tedesco che noi abbiamo x milioni di coglioni che votano per lui? E’ possibile spiegarlo?

Tommaso: È possibilissimo, è più difficile spiegarlo in Italia forse! Per noi forse è più facile, come per te che vivi all’estero, vedere l’Italia da fuori ti crea una mentalità diversa, quindi quando gli italiani vengono messi alla berlina dall’intera Europa, c’è più facilità a comprendere le motivazioni che spingono a questa generalizzazione senza sentirsi colpiti o offesi da ciò. I tedeschi non ce l’hanno con gli italiani (forse Beckenbauer, ma perchè è ancora avvelenato da due eliminazioni in pochi anni), ce l’hanno con le persone stupide e ignoranti, e dato che reputano stupido tutto ciò che ha a che fare con Berlusconi, si può dire che in questo periodo ce l’hanno con più o meno il 30% degli italiani.

 

Da “Mazel Tov” in poi avete intrapreso un vostro sound personale distanziandovi da quelli che prima erano i vostri modelli di riferimento. Confesso che questa volta il disco ha un suono ancora più compatto ma che d’altra parte inizialmente mi ha lasciato un po’ perplesso per un sound troppo patinato. Come mai questa scelta di mixarlo in Usa?

Tommaso: Il disco è stato registrato e mixato in Italia da Marc (il nostro fratello fonico catalano), e masterizzato in America. Mah, anche questo direi che è frutto della spontaneità. So che in Italia malelingue (più colleghi da quello che mi arriva all’orecchio perché bands italiane a parte un paio non ne conosco personalmente!!!) tendono a chiamarci come i figliocci di vari gruppi del punk italiano, con cui secondo me abbiamo musicalmente pochissimo a che fare, senza offesa per nessuno assolutamente, anzi, lungi da me criticare, semplicemente siamo differenti come musica! Sinceramente nella nostra vita la musica italiana che abbiamo ascoltato dai 23 anni in su più o meno risponde al nome di De Andrè, Gaber, Guccini e un po’ di Modena City Ramblers, i nostri ascolti spaziano maggiormente dal folk a gruppi punk USA dell’ambiente californiano, come i nostri amici Mad Caddies, i Nofx, l’hc melodico, ecc. ecc. Facendo oltretutto parte direttamente di questo ambiente, in quanto prodotti da Destiny e suonando insieme in diverse occasioni e situazioni, non è stata una scelta obbligata, è stata molto spontanea: quando ascolti dei gruppi e fai parte di una grande famiglia musicale che sognavi da sempre, tendi a limare i tuoi gusti inconsciamente di conseguenza! Comunque si, hai ragione, rispetto ai vecchi album suona più “patinato”, ma non so sinceramente dare un giudizio positivo o negativo alla cosa in generale, posso dire che a noi piace moltissimo il risultato!

 

Riprendendo il discorso sulla scena italiana, spesso incontro tuoi colleghi musicisti italiani ed esce fuori il discorso Talco. La vostra band ha un alone di mistero che attira l’invidia di molti. Siccome ne ho sentite molte voglio darvi la possibilità di rispondere pubblicamente a questa, parafrasandovi “macchina del Fango”.

Tommaso: Ahahaha, fantastica questa, era ora che capitasse, troppe malelingue, e sempre da colleghi italiani (so anche chi sono ma faccio finta di non saperlo e cadere dal nulla…ehehhe…ho i miei informatori!!!) cercherò di rispondere all’altezza delle critiche invidiose! Scherzi a parte le critiche sono sempre ben accette, ci mancherebbe altro (sapessi quante ne facciamo noi dalla mattina alla sera, le persone sono sempre passibili di giudizio, è la socialità….forse però ammazzarsi di pugnette e rovinarsi il tempo a giudicare gli altri perdendo tempo prezioso per realizzare la propria vita è un buttar via le proprie ambizioni alla felicità), basta che ‘ste persone ci conoscano almeno, personalmente di italiani conosco solo i Banda Bassotti, i Los Fastidios e gli Atarassia. Comunque c’è qualcosa di affascinante nel subire invidia: vuol dire che siamo arrivati a buon punto e che stiamo facendo bene…in fondo è bello sentire invidia da colleghi che una volta, quando non eravamo conosciuti, nel 2005 al Punkitalia di Berlino ci hanno messo alla berlina con le loro cricche per tutto il pre-concerto, per andare via con la coda tra le gambe alla fine di tutto!!!! Sono entrato nel clima de “la macchina del fango”? Cosa dici? ahahaha!!!!

 

Assolutamente si: Ecco la prima: quando sento i Talco mi pare di sentire Benigni che legge Dante, per capirli devo prendere il dizionario. Il punk e lo ska sono musiche dirette senza fronzoli non puoi fare testi incomprensibili ai più. Cosa rispondiamo qua?

Tommaso: Benigni non si tocca, è inarrivabile!!!! Beh, cazzo è un complimento, vorrà dire che venderemo in merchandise dizionari di italiano-senza-slogan a chi è abituato a godere di una canzone che ripete pezzo di merda, vaffanculo, potere, odia gli sbirri, ecc. all’infinito e si sente realizzato! Comunque è vero, non capisco nemmeno io cosa scrivo, ma piuttosto che scrivere testi infarciti di slogan, preferisco sfogare quegli slogan allo stadio e quando torno a casa non capire un cazzo dei miei testi! Poi se uno si gasa per gli slogan non ascolta i Talco, non penso sia un problema dei colleghi che ci criticano questo….la gente ai nostri concerti non manca, se a loro dà fastidio, mi dispiace! Ma la domanda sorge spontanea, a loro che cazzo gliene frega? La risposta credo sia chiara! Comunque non è che sia un borghese acculturato perché uso paroloni, ho fatto molti lavori umili e sono stati la migliore esperienza e preparazione per la vita, e chi mi conosce, sa che sono abbastanza grottesco come persona…forse non mi conoscono…

 

Vai con la la seconda: Facile fare la musica dei Talco. Mescoli un po’ di Skap con un po’ di Mano Negra e dai un pizzico di Banda Bassotti per condire. Sono come uno strudel, prendi e mischi tutto quello che ti gusta dentro. Vi sentite uno strudel?

Tommaso: A dirti la verità non mi piacciono molto gli Ska-p, ci sono gruppi su quel genere molto più validi, che in Italia non sono conosciuti…quanto alla Banda Bassotti, credo che le cose in comune non siano certo il genere musicale, ma l’amicizia, dei valori di sinistra condivisi e Bella Ciao! Comunque io credo che una personalità ce l’abbiamo, magari posso sbagliarmi, ma su una cosa sono sicuro perché la vedo tutti giorni e di cui ne vado fierissimo: fuori dall’Italia non c’è un gruppo della penisola che fa 100 date all’anno come i Talco, sarà forse che non mescolano generi …ahahaha….che sia queso il motivo dell’invidia. Tornando serio un momento, non credo c’entriamo veramente nulla dai tempi di Tutti Assolti con Ska-p e Banda Bassotti. Mano Negra si, gli adoro, è naturale, cazzo è come dire ai Rancid che sono la copia dei Clash più moderna, che cazzo di critica è? I Rancid sono i Rancid! Ci mancherebbe altro che non discendessimo dai Mano Negra!

 talco08

Terza: Ogni volta che suonano in Italia con altre band nei camerini ti guardano dall’alto in basso solo perché loro suonano all’estero. Pensano di essere i nuovi Ramones o Clash. Allora chi di voi è Joey o Joe?

Tommaso: Cosaaaaa?!?!?!?!?! Ma chi è sto scemo?!?!?!? Boh, non abbiamo mai diviso camerini con i gruppi italiani, a parte un paio, e io non posso guardare dall’alto al basso perché sono alto un metro e mezzo. Chi l’ha detto è proprio scemo, scusami, ma quando sono preso sul personale da gente che non conosco….e chi ci conosce veramente lo sa (strano comunque che nessuno in Europa parli così dei Talco a parte i colleghi italiani no?!?!?)

 

Quarta e questa è mia: ma qualcuno di voi si è trombato le ragazze di qualcuno in altri gruppi per avere tutta questa invidia? Cosa avete fatto per meritarvela o guadagnarvela?

Tommaso: Non lo so Davide, non abbiamo quasi per nulla a che fare con la realtà italiana, un po’ perché siamo più giovani, un po’ perché siamo rimasti scottati da vari episodi tra cui il Punkitalia del 2005 di cui ti parlavo prima, ma rimango sempre sorpreso da certe sentenze (non che me ne freghi troppo, sono ancora nella parte “macchina del fango”): non tanto dal punto di vista tecnico, ma umano. Cerchiamo sempre di essere disponibili e divertenti con la gente, educati, e gruppi come i Dreadnoughts, i Mad Caddies, e amici vari di tour insieme possono testimoniarlo (almeno spero ahahah). Noi non abbiamo mai leccato i piedi a nessuno, certo dobbiamo ringraziare personaggi come Enrico Kob, Mauro, Kai Muttis, Destiny Records, ma nessuno ci ha mai raccomandati a nessuno e in un clima meritocratico come quello dell’Europa, posso dire che ce l’abbiamo fatta e abbiamo ancora molta voglia di dimostrare che vogliamo migliorarci. Ci siamo fatti in quattro e abbiamo avuto enormi soddisfazioni, ma mai regalate!!!!!

Vedendo poca possibilità in Italia, ci siamo affacciati all’estero e abbiamo avuto il privilegio e la fortuna di piacere e diventare conosciuti. Se le altre bands italiane non suonano all’estero (e nessuno creda alle pubblicità ridicole, le bands italiane che suonano fuori sono veramente pochissime e per la maggior parte fanno due concerti all’anno) sono cazzi loro, non è certo perché abbiamo il comando della musica alternativa italiana, semplicemente ci provano ma non piacciono, è la meritocrazia, forse è anche un po’ questo magari che crea invidia, che personaggi che si credevano padrini di una scena non sono riusciti ad affacciarsi in pianta stabile all’estero e sei sbarbatelli pivelli alle prime armi invece ce l’hanno fatta, beh, permettimi, cazzacci loro!

Ho visto in Italia piccole realtà prenderci spesso per i fondelli, perché siamo ingenui, oltre a suonare non sappiamo fare molto. Molte bands invece di stringere solidarietà come siamo soliti fare noi all’estero, ci hanno tenuto fuori, gelosi della propria poltroncina, e per questo l’Italia ci ha sempre attirato poco. Considero veramente stupido e infimo chi insinua certe cose personali senza conoscerci, ma forse è meglio non conoscere certa gente. I Talco sono una famiglia e non una cricca che vuole egemonizzare la scena musicale alternativa europea, questa è la cosa di cui vado più fiero, le cricche si fanno in Italia e queste cose che mi hai appena elencato lo dimostrano. Poi non è colpa mia se alcune bands che si sentono blasonate perché suonano in un pezzettino di terra chiamato Italia, con tutti i vizi e gli agi che si prendono di nascosto dalle apparenze, all’estero vengono proposte di spalla ai Talco; non siamo noi a decidere, né tanto le tv, è la gente che ti segue, forse concetto troppo difficile per i gruppi abituati a conoscere l’agenzia che gli fa passare il video sulle tv, che conosce il promoter di…il distributore di…..e dopo si presentano come i compagni dell’ultimo minuto, non prima di avere intascato il cachet immeritato per un concerto davanti a 50 persone (ne ho visti parecchi, non parlo a vanvera)! Comunque, ne ho già dette troppe, mi hai fatto fare una cosa che non mi piace fare, parlare degli altri, (ma per te che ci hai sempre sostenuti ed aiutati lo faccio volentieri) devo già pensare al gruppo di cui faccio felicemente parte…forse gli altri dovrebbero fare lo stesso e non rompere i coglioni ai Talco, anche perché con la vecchiaia il fegato e il cuore non tengono come da giovani! Ne so qualcosa dall’ultima partita di calcio!

 

La note dolente è sempre la mancanza dell’Italia dal vostro calendario. Come ti spieghi che promoter, locali e label italiane continuano a non scommettere su di voi nonostante il chiaro successo che avete all’estero?

Tommaso: L’Italia va così purtroppo, la gente ti segue anche, ed è molto gentile, ti riempie di complimenti anche in Internet, ma la musica da noi è troppo legata alla cattiva organizzazione e all’egemonia delle cricche, sia major che indipendenti, troppo gelose del proprio recinto, ma sono cose che ormai sappiamo. La gente crede che noi snobbiamo l’Italia…tu non hai idea di quanta adrenalina e ansia abbia prima di salire su un palco a Marghera….come se fosse un festival blasonato in Germania, Spagna Repubblica Ceca, forse anche di più…vorrei tantissimo suonare in Italia quanto suoniamo negli altri paese, noi non snobbiamo l’Italia, in Italia non possiamo emergere, quindi, o facciamo schifo agli italiani (nessun problema, abbiamo molti paesi sui quali possiamo contare), oppure non è stata data la possibilità a una band emergente come è la nostra in Italia di fare qualcosa, crearsi un percorso…. Abbiamo incontrato molte promesse e troppa ipocrisia (in un caso Destiny è stata persino ricattata su scambi di favori, questa è l’Italia….in Europa c’è la meritocrazia, qui da noi si ragiona in questo modo ahimè!). Adesso ci stiamo riprovando, ma con le dovute precauzioni, lasciando meno spazio rispetto ad anni in cui, nei periodi previsti per le date italiane, siamo stati lasciati a piedi!!!

 

Per “Gran galà” siamo gia al terzo singolo in meno di sei mesi con relativi video. Nei tre video il trait d’union è la massificazione della cultura e lobotomizzazione mentale relativa. Potete raccontarci qualche aneddoto e soprattutto raccontarci di come è stato indossare quelle splendide tutine e parrucche in “Teleternità?”

Tommaso: I “singoli” scelti sono stati frutto di un gioco di squadra tra noi, Kai Muttis e Destiny. C’era chi spingeva per un pezzo più Talco, chi per uno originale chi per uno più accattivante. E sono usciti questi tre singoli. La Danza dell’autunno rosa credo sia stato quello più apprezzato, e a livello di pubblico ha coinvolto molto, arrivando al livello delle canzoni vecchie come La carovana o St.Pauli e la Torre! San Maritan invece è il pezzo che preferisco perché parla di un argomento che mi sta a cuore e credo rappresenti l’Italia in questo momento, proprio perché si rivolge alle persone comuni. Ultimamente alcuni movimenti sono cresciuti imponendo le proprie idee a ragazzi desiderosi di entrare a fare parte di una chiamiamola “famiglia antagonista”, che hanno ridotto la propria voglia di esprimere idee all’esprimere le idee degli altri, parlando per sentito dire e creandosi una cultura sommaria: penso che questa sia una delle conseguenze del berlusconismo, dell’idea qualunquista della cultura che, indiscriminatamente ha coinvolto troppe persone in Italia anche non propriamente “berlusconiane”.

Ed eccoci a Teleternità: in questo album, abbiamo deciso di prenderci un po’ in giro ed alleggerire i toni (anche perché non si capisce nulla dei nostri testi, se poi ci mettiamo pure a fare tutti video seriosi la gente non ne può più), spostandoci maggiormente verso l’ironia, lo scherzo, a volte il grottesco. Teleternità era perfetta, alla fin fine anche la tv spazzatura ormai è diventata una religione, ci sembrava simpatico utilizzare questa tematica per prenderci un po’ in giro da soli e cosa meglio di un Dema in gonna coi capelli o un Jesus col tutù e il ventre enorme  e peloso in bella vista?

 

Il “Gran Galà” tour è già partito e ha fatto tappa gia in Germania e Spagna. Dai video su youtube si vede come da subito il nuovo disco abbia fatto presa sulla gente, ve lo aspettavate? Questa volta a Berlino avete fatto l exploit con numeri da rock band americana di grido all’ASTRA, ve lo aspettavate?

Tommaso: Se ti raccontassi l’apprensione provata nei confronti di quel concerto forse dovremmo scrivere un libro…no non ce l’aspettavamo. Lo scorso anno avevamo fatto sold out all’So36 sia il venerdi che il giorno successivo, e abbiamo fatto questa scommessa di provarci con l’Astra, che poteva essere un azzardo, perché un posto riservato quasi esclusivamente a bands americane o comunque di copertina…ed è andata alla grande, credo sia stato il concerto più bello di tutta la mia vita, abbiamo suonato anche in festival enormi per carità, ma riempire un locale del genere, nel proprio spettacolo è stata una soddisfazione indescrivibile! Il nuovo disco è stato assimilato e molto apprezzato e un’altra grandissima sorpresa, oltre alla conferma della Germania e dell’est Europa, è arrivata dalla Spagna, che per motivi di cattiva organizzazione di promoters poco onesti (questa era una delle esperienza negative di cui parlavo all’inizio), era rimasta un po’ ai margini nella stagione de La Cretina Commedia. Ora possiamo dire fieramente che anche in Spagna abbiamo raggiunto livelli che non avremmo mai nemmeno sognato!

 

Che effetto fa quando vedete su youtube video di band tedesche o spagnole che fanno cover di vostre canzoni? La maggior parte dei vostri fan tedeschi credono che la “mano de dios” sia una vostra canzone!

Tommaso: È un bell’effetto, davvero, non so cosa dire di non banale. Sono cose che ti sogni da bambino e dopo hai la possibilità di vederle nella realtà. La cosa di cui vado personalmente più fiero quando sento parlare la gente all’estero è che per definire un gruppo ska-punk spesso sento dire “Suona Talco!!!”….non posso che essere fiero di tutto quello che abbiamo fatto e tutto quello che la gente ci sta dando! E sono una persona banale!!!! Ahahah

 

Parlando ancora di Italia, lo scorso anno invitati ad una festa avete suonato “Bella ciao” e la leggenda narra che gli organizzatori vi abbiano boicottato essendo la loro associazione apartitica. Puoi raccontarci brevemente cosa è successo ma soprattutto svelarci un gran segreto: di quale partito è “Bella ciao”? Se me lo dici la prossima volta magari so chi posso votare.

Tommaso:  A quanto ho capito gli organizzatori non avevano boicottato il concerto, era stato il giornalista in questione ad informare male, volutamente penso, visto la qualità del quotidiano in questione. Una volta ho detto che per me Bella Ciao era una canzone popolare, ma forse mi sbagliavo. È una canzone politica, nel senso che parla di persone che erano dalla parte giusta della storia. Sarà una canzone popolare solo nel momento in cui i valori su cui abbiamo costruito la nostra libertà saranno condivisi da tutti e non avremo più vicini di casa che rivalutano il ventennio. Fino a quanto ci sarà bisogno di definirci anti-fascisti, vorrà dire che ci sono individui spregevoli che rivendicano radici spregevoli, e Bella Ciao sarà sempre un inno positivo alla nostra gloriosa storia, in questo senso per me è politica, perché gli italiani sono talmente imbecilli che fanno diventare la giustizia e la storia qualcosa di incompiuto! Riguardo a quella storia l’unica cosa che posso dire adesso come adesso è: volevi un gruppo apolitico? I Talco forse non erano quelli giusti, la prossima volta non chiamarci. Io non sopporto l’essere apolitici perché vuol dire fregarsene del mondo che ti circonda, dove tutto, da quello che mangi a quello che paghi, è frutto della politica!

 

Rimanendo invece in ambito politica. Alle ultime elezioni c’è stato l’exploit mediatico ed elettorale del Movimento 5 Stelle. Ognuno ha la sua idea in merito. Voi come li vedete?

Tommaso: Ho seguito il M5S dall’avvento del blog di Beppe Grillo, devo dire che ci sono delle cose più che condivisibili e la malapolitica di questi decenni sia un fatto chiaro e sacrosanto. Credo anche che ci sia gente in buona fede e con buone intenzioni. Ma il populismo non ha mai portato a niente di buono nella storia. Io non credo che non ci siano colori politici, io un colore ce l’ho e quel colore per me vuol dire valori sociali e politici chiari, sono ideali che ti differenziano persona per persona, non è ideologia, quello del Movimento 5 Stelle a mio parere è un’altra tra le religioni degli –ismi del nuovo millennio, dove tutto è merda e il nuovo sarà il futuro, uno slogan che si limita a rimaner tale senza essere spiegato tecnicamente o applicato alla realtà nostrana. Personalmente, credendo in un colore politico (chiamiamolo così) e pur condividendo ideali di cambiamento nei confronti della politica italiana degli ultimi 30 anni, tuttavia non riesco a comprendere come si possa difendere come cani addestrati un individuo che insulta l’avversario senza averlo mai di fronte, che non accetta dissensi, che fa dichiarazioni sulla mafia sostenendo che non strangola nessuno, che invita i fascisti di Casa Pound a condividere progetti (che progetti?). Poi ci sono tante cose positive certo: cancellare il marcio della politica, diminuire gli stipendi ai parlamentari, evitare parlamentari condannati, ecc. ecc….ma come si fa a difendere una persona come Grillo dopo tutte quelle dichiarazioni e quelle repressioni di dissenso interno? Se poi una parlamentare ritiene che Mussolini non fosse del tutto intorno, un’altra invita a marciare su Roma, comincio ad avere dei seri dubbi su questo “maritanismo odierno” a cui tutti si rifanno e che tutti applicano come se fosse la Bibbia

 

Ragazzi vi ringrazio e siamo giunti alla fine dell’intervista. Ultima domanda e forse la più importante: ma il vostro batterista, Nicola, ha intenzione di tagliarsi questi baffetti da sparviero? 🙂

È sempre peggio, adesso sembra Piero Pelù, credo che l’abbiamo perso definitivamente, è più facile che a me e Rizia riscrescano i capelli!!! Un Abbraccio a te e Devil!!!!

 

3 comments
  1. Mah. Non ho nulla contro i Talco ma francamente tirare fuori un valore notoriamente di destra come la ‘meritocrazia’ mi lascia allibito…

  2. ebbeh la meritrocrazia è un valore di destra… la sinistra italiana lascia sempre basiti per questo suo martellarsi le palle da sola. Nulla di personale.

  3. La meritocrazia è una forma di governo dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbistica, familiare (nepotismo e in senso allargato clientelismo) o di casta economica (oligarchia). tratto dal vocabolario….PUNTO! Giusto per farti capire chi è di destra tra noi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Rimani aggiornato con tutte le news direttamente nella tua inbox!

Iscriviti alla newsletter, inserisci la tua email:

Iscrivendoti accetti il trattamento dei dati (D.L.196/03) NO SPAM! Potrai disiscriverti in qualisasi momento.

Previous Article

TALCO: Gran Galà

Next Article

STRENGTH APPROACH: nel bill del Black n Blue festival a New York!

Spotify Playlist
Potrebbe interessarti..
Total
0
Share

Cosa aspetti?

Rimani aggiornato con tutte le news di Punkadeka.it direttamente nella tua inbox!

Inserisci la tua email


Iscrivendoti accetti il trattamento dei dati (D.L.196/03)
NO SPAM!
Potrai disiscriverti in qualisasi momento.