Passano mesi dall’uscita di questo disco. Non ne ho mai sentito parlare più di tanto. Non è mai stato lodato molto sia nei negozi sia dai comuni giornali di musica. Mettiamola così… “Polymer” è un’evoluzione troppo affrettata per la band di Jason Farrell. Il primo lavoro “101” è un disco innovativo sia dal punto di vista compositivo sia dal punto di vista sonoro. E’ “rock’n’roll” solamente più intellettuale. Un disco “101” che lascia i puntini di sospensione per un altro garnde lavoro della band: si tratta di “Join us”. Forse il capolavoro del quartetto americano. Meno violento rispetto a 101, suoni che ricordano a tratti le sonorità dei Fugazi ma si sente che sono Bluetip.Anche in “Polymer” la personalità è la stessa ma in certi punti appaiono un altro gruppo. Chiaramente,le frequenze di “Join us” non si scordano facilmente ma non soffermiamoci sui ricordi. Guardiamo piuttosto cosa Jason Farrell ci propone per questo nuovo capitolo: Polymer, oltre a sfoderare un layout grafico curatissimo, originale e sofisticato ha tutta l’aria di essere uno sfogo. Già nei lavori precedenti si era notato qualcosa di strano nella musica come se volesse a tutti i costi portare da qualche parte in particolare. Come se già precedentemente avessero voluto suonare certi pezzi. Tutto ciò si nota paragonando pezzi come “Stereo Tinnitus” o “Getting in” ai più lenti e complessi brani di Join Us.Idem sul fattore opposto. Prendiamo ad esempio “New Shoe Premonition” ( già edita in uno split su B Core ) o “Magnetified”. Sono canzoni dalla carica eccezionale che ricordano comunque le atmosfere dei lavori precedenti.La cosa che rende Polymer un lavoro singolare rispetto ad altri dischi è il modo in cui viene suonato. Il fatto che hanno inserito dell’elettronica nei brani ( che ormai pare un elemento gettonato nell’Indie ), nel fatto che tutte le canzoni hanno struttura assai diversa tra loro, nel fatto che certe trovate sono quasi impensabili oppure nel fatto che gli elementi sono tutti qualificati per suonare questo tipo di “rock’n’roll”.Sta di fatto che Bluetip riescono a creare con Polymer un suono completamente personale e unico. Chissà se anche dal vivo sembreranno altrettanto unici…. Mi toccherà aspettare ancora un po’.
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