Entriamo uffiucialmente nel vivo del PRH, il mio proposito di piazzarmi al beach stage e guardarmi tutti i gruppi inizia subito male: h 11.50 mi presento, h 12.00 non inizia nessuno. Sono saltati i Sewer Rats, ma nessuno lo sapeva, quindi passiamo direttamente ai Pay To Breathe. Band norvegese aficionado del festival (come pubblico) per la prima volta sul palco, si percepisce tantissimo la loro presa bene, la gioia e la voglia di spaccare culi; anche se tecnicamente non sono perfetti, se non altro fanno uno sforzo (compositivo) per tirare fuori ogni tanto un’idea un po’ particolare: una ritmica diversa, un pezzo basato su un pattern di batteria e non sulla solita sequenza di accordi e cose così. Esattamente il contrario dei Bike Age di cui ho parlato nel giorno zero, perfetti formalmente, fichi ma privi di qualsiasi spunto originale e freddi dal punto di vista emotivo. Qua di emozione ce n’è un sacco, quindi per me promossi a pieni voti.
Dopo di loro è il turno dei fantastici Skin of Tears (che non conoscevo): un misto tra lo ska-punk di scuola Operation Ivy e l’hardcore melodico. Sono in 3, hanno una chitarra sola, ma che a volte tira fuori delle parti semplicemente geniali…ad un certo punto buttano fuori una cover di “Boys of summer”, certo, banale, scontata, ma uno di quei pezzi che in qualunque contesto fanno divertire. Riesco anche a digerire le parti hardcore melodico che comunque non sono troppo banali. Finale con una mega hit che conoscevano tutti tranne me: “Wild World”. Dopo questo mando il mio proposito a farsi benedire e vado a farmi dei giri, torno in tempo per assistere alla presa del palco da parte delle Petrol Girls: “Siamo una band femminista da Graz e Vienna e teniamo il posto davanti al palco per le ragazze, le donne, i trans, le persone non-binary e di genere non conforme, quindi se sei un uomo, nato uomo, contento di essere uomo stai a lato o in fondo! Le ragazze davanti! Le donne davanti! i queers davanti!”. Un intro piuttosto potente…il resto però a me non colpisce. Musicalmente non mi toccano, li trovo noiosi e senza un punto di forza (probabilmente i testi sono molto condivisibili, ma non è il live il momento migliore per capirli).
Mi sposto quindi al main stage e c’è un’altra band che fa aleggiare il fantasma degli Operation Ivy: i Get Dead. Quel modo di cantare quasi rap ma incazzoso ai limiti con l’hardcore su una base che alterna punk, ska e hardcore ormai ha fatto scuola ed è un tratto stilistico ben definito di tante band…i Get Dead non fanno eccezione, ma aggiungono il loro tocco personale buttando dentro anche accenni country e dei cori semplicemente fantastici.
Lo stand della American Socks ogni anno organizza concerti acustici, stasera mette una chitarra e un microfono a disposizione di chiunque voglia fare qualcosa, sembra interessante. Il primo a scuonare è un ragazzo che fa un pezzo punk in italiano, bello, molto efficace, purtroppo non ho idea di chi sia e dopo non sono riuscito a parlarci perchè sul palchetto è salito un duo (mi pare) norvegese, niente di che…dopo di loro una coppia di ragazze inglesi che fanno un pezzo della loro band semplicemente fantastico: ultra melodico, urlatissimo ma allegro. Il brutto di sta situazione è che non si riesce a mantenere niente, titoli, nomi, canzoni, scorre tutto molto veloce…poi c’è l’inevitabile tizio che vuole suonare l’inevitabile BroHymn e si trova al momento un cantante, suonata male, stonata, però con tutti che urlano il classico coro. Chiusura con una coppia bellissima di ragazzi bellissimi che cantano un pezzo di Machine gun Kelly guardandosi negli occhi e ignorando il mondo. Finito giusto in tempo per vedere i Comeback Kid prendere a schiaffi a 2 a 2 tutto il parterre del main stage, ribaltandolo con dei suoni ultrapotenti e una presenza scenica figa come non ne vedevo da tempo.
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Dissentooooo Petrol Girls (da Londra) meraviglia, musica con sostanza? Si, si e si! ?
Spaced anche incredibili, erano da sentire! ?
Ad hardcore melodico mi sono commosso ?
Hello there ! Will just like to point out that Petrol Girls are from Vienna and Graz, not Indiana, which they did shout out at that concert.